Energia! Questa la sintesi del campetto del Reparto CNGEI “Sud Italia – Eduardo de Filippo” che ha visto 58 esploratori incontrarsi venerdì 31 ottobre e vivere per tre giorni in un susseguirsi di emozioni, avventure e nuove scoperte.
L’atmosfera di Capranica, luogo del campetto in provincia di Viterbo, è stata travolgente ed ha visto i ragazzi da un lato impegnarsi per la riuscita personale e dall’altro per l’intero gruppo. Nessun problema di conoscenza come se tutti fossero amici da diverso tempo, grande spirito di squadra, ma soprattutto un’allegria contagiosa che ha permesso a ciascuno di vivere con grande consapevolezza questi tre giorni.
Ma l’energia non si è vista solo negli sguardi degli esploratori e dei capi presenti al campo. La si respirava anche in tutto ciò che veniva fatto ed in tutto ciò che veniva pensato: ogni attività si è coperta di una magia diversa e l’energia trasmessa era rivolta al Giappone ed al tragitto appena iniziato.
Pensieri messi su carta nel costruire la valigia da viaggio, mani che si muovevano minuziosamente per dar vita ad origami e bambole kokeshi, storie inventate per creare nuovi manga in stile “WSJ15”.
Così il reparto sud si è immerso nel paese del Sol Levante e l’energia era talmente tanta da permettere a lanterne cariche di sogni ed aspettative di volare in alto, sui quei cieli laziali che hanno visto giovani sognanti esploratori dare del loro meglio.
Beatrice, esploratrice di Arezzo, ha raccontato come dal Jamboree si aspetti “la possibilità di conoscere molte persone di culture diverse” mentre Ginevra del Firenze 3 se da un lato “non vede l’ora di buttarsi a capofitto in questa esperienza” dall’altro “ha paura di essere scartata al termine di queste giornate e quindi di non poter continuare a sperare di partecipare al Jamboree”. “E’ evidente – continua Ginevra – che io comunque sono venuta qui per divertirmi e sperare di farcela, quindi tendo a pensare solamente a cose belle”.
Gianmarco, Domenico e Lello sono arrivati dalla Campania e nello specifico da S. Sebastiano al Vesuvio, sanno che non tutti ce la faranno ad andare in Giappone e se questo rappresenta un piccolo timore sono allo stesso modo convinti che “comunque vada, questi giorni saranno importanti perché consentiranno di conoscere nuove persone e magari di costruire delle amicizie che potranno essere portate avanti”.
Secondo Lello l’aspetto più bello è stato “arrivare alla stazione di Capranica e scambiarci sguardi timidi che si sono rivelati subito espressioni di profonda complicità”.
Non sono mancati momenti di riflessione sull’enorme fortuna di poter intraprendere un viaggio come il Jamboree, un viaggio diverso da tutti gli altri: puro confronto con il mondo, aria d’internazionalità respirata ad ogni passo, piacere nel condividere e voglia di stringere mani di colore diverso per giocare tutti insieme al grande gioco che è lo scautismo.
Ora alcuni esploratori dovranno interrompere questo cammino, ma non mancherà in loro la consapevolezza di aver vissuto tre giorni importanti e di essere stati essi stessi partecipi nella costruzione della strada che porta dritta al Giappone.