Reparto Gianni Rodari: l’inizio del grande viaggio tra colori e sorrisi…

Una moltitudine di colori: questa è l’immagine che ci portiamo dietro dal primo campo del Reparto “Gianni Rodari” di Piemonte e Val d’Aosta.
I colori di decine di fazzolettoni diversi, degli zaini, degli sguardi eccitati e un poco imbarazzati.
E ancora i colori dei sacchi a pelo, dei cibi tipici, a volte squisiti, a volte meno, e a volte… come il brus. I colori delle specialità, dei brevetti, degli oggetti usati per presentarci in gruppi di sei (peluches, cubi di Rubik e matite mostrati per dire quanto siamo dolci, complicati, creativi), il colore dei sorrisi. Si, perché anche i sorrisi hanno un colore.
Ci sono i sorrisi bagnati dell’arrivo sotto la pioggia, i sorrisi timidi e impacciati e quelli più spavaldi mentre ci si conosce per la prima volta, quelli imbarazzati di chi è arrivato in ritardo perché ha perso il treno, e anche quelli divertiti delle presentazioni. I sorrisi sorpresi e curiosi, mentre si creano le pattuglie: Verità, Rispetto, Strada e Viaggio, quattro nomi che mostrano subito le nostre intenzioni. I sorrisi affaticati e entusiasti dei giochi e dei bans condivisi, mentre si cerca di portare qualcosa del nostro reparto di origine e di imparare qualcosa di nuovo da riportare indietro.
I sorrisi sporchi di salsa tonnata e briciole di focaccia dei pasti. I sorrisi coraggiosi di chi tenta di conciliare due specialità mangerecce che sembrano incompatibili, ma che, un po’ come noi, si ritrovano sorprendentemente bene assortite.
I sorrisi e le risate durante il gioco notturno, quelli assonnati mentre chiacchieravamo nel sacco a pelo. I sorrisi speranzosi durante la messa e l’incontro con il delegato del contingente.
I sorrisi assorti mentre raccontavamo i nostri sogni, per il Jamboree e per la vita, tutti accomunati dal desiderio di voler partire, viaggiare, conoscere cose nuove.
I sorrisi da flash mentre si fanno le foto di rito, e quelli più sinceri e stupiti per tutte le cose straordinarie che sono accadute: scoprire che fra noi era “nascosto” qualche valdostano, incontrare qualcuno che ci conosce in modo sorprendente e qualcuno che abbiamo già incontrato, apprendere a proprie spese che non si può suonare la “cup song” con dei bicchieri di vetro, ritrovarsi a indossare il fazzolettone del contingente e capire lentamente di far parte di un nuovo reparto.
E ancora i sorrisi meravigliati, di chi ha compreso che la grande avventura è appena iniziata e che a questi faranno seguito molti altri sorrisi.