“Sarò in grado di affrontare questo viaggio? “, “Riuscirò a fare nuove amicizie?” e persino “Saprò abbastanza l’inglese? ” sono le domande che fino al 7 dicembre, alla stazione di Pesaro, Marche, ci siamo tenuti nel cuore, in ansia e eccitati per l’attesa di incontrarci tutti e 36 per la prima volta. I nostri capi Stefania, Luca, Andrea e Don Cristiano, ci hanno aiutato a rompere il ghiaccio fin da subito attraverso alcuni bans che noi ragazzi avevamo preparato nei giorni precedenti. Arrivati qualche ora dopo a Fermignano in pullman ci siamo sistemati nel luogo che sarebbe diventato la nostra “base” nei due giorni successivi. Dopo aver predisposto le brandine abbiamo fatto un grande cerchio dove finalmente ci siamo guardati tutti in faccia (alla luce e al caldo). Nonostante la possibilità di riuscire a ricordare tutti i nomi fosse ancora lontana, non ci siamo lasciati scoraggiare e abbiamo continuato a giocare, cantare, mangiare e pregare.
Per concludere la giornata ci siamo divisi in gruppi (cosa che ha facilitato la conoscenza e che abbiamo fatto molto spesso nei giorni a seguire) e verso mezzanotte, siamo stati spediti in giro con delle coordinate per esplorare la città, raggiungere e completare diverse sfide fino a tornare nella piazza principale. LÌ, grazie all’aiuto di due chiavi che avevamo ottenuto prima della partenza e dopo il gioco, abbiamo aperto un grande baule che conteneva i nostri primi gadgets: la maglietta e il cappello del reparto “Ponte di Fermignano”, esattamente lo stesso ponte su cui si trovava il baule! Infatti, come abbiamo scoperto poi durante un video di presentazione che i capi hanno proiettato sulla parete della Torre di Fermignano, era proprio quello il nome del nostro nuovo reparto!
Dopo la visione siamo crollati a dormire nelle nostre brande, esausti ma impazienti di scoprire le attività che avremmo svolto il giorno seguente.
Svegliati di buon’ora, dopo la colazione e una messa interamente in inglese, ci siamo trovati in piazza con dei ragazzi vestiti in modo particolare, con il fazzolettone scout, ma l’uniforme di un colore diverso, verde, e i pantaloni lunghi… Esatto, dei ragazzi del CNGEI! Abbiamo passato l’intera mattinata con loro sempre divisi in gruppetti, questa volta misti AGESCI e CNGEI, spostandoci in diversi punti di Fermignano dove i capi ci attendevano per varie prove volte al confronto e alla conoscenza delle due diverse associazioni; abbiamo capito che nonostante l’AGESCI e il CNGEI siano diversi in alcune cose, hanno lo stesso scopo e pensiero: lasciare il mondo migliore di come l’hanno trovato!
Per tutti i pasti siamo stati ospiti della Croce Rossa locale, che è stata così gentile da offrirci il cibo che, affamati, aspettavamo impazienti.
Nel pomeriggio, siamo stati avvisati che avremmo dovuto preparare, sempre in gruppetti, delle scenette con temi diversi (ma relative al Far West) per animare il bivacco.
Dopo questo, ci siamo fermati per fare un momento di Deserto, dove ognuno rifletteva sulla bellezza, l’accoglienza e l’ambiente. Infine abbiamo costruito una gru di carta su cui abbiamo scritto che cosa di noi intendevamo portare al Jamboree e che cosa volevamo migliorare, dopo averle lette e condivise con il resto del gruppo, le abbiamo attaccate a uno dei tre grossi mondi posizionati al centro del cerchio. Con questo gesto, abbiamo scoperto la frase che ha rappresentato la chiave di quel nostro primo campetto, sbloccare per svelare.
A seguire, i capi ci hanno chiesto di metterci in uniforme perfetta e, con delle bandiere in mano, abbiamo sfilato per Fermignano i cui abitanti erano riuniti nella piazza principale per l’accensione del maestoso albero di Natale. Ammettiamolo, faceva freddo. Molto freddo.
Ma ne è decisamente valsa la pena.
I canti natalizi, le luci, le risate ci hanno unito ancora di più.
Dopo aver cenato, sempre alla Croce Rossa, abbiamo affrontato il cerchio serale con canti, giochi, bans, balli tipici del Far West e con le scenette che avevamo preparato.
La mattina dopo eravamo tutti un po’ tristi perché consapevoli che mancavano poche ore alla fine di quella nuova, prima esperienza, e alla nostra separazione. Ma sapevamo che sarebbe stato solo un addio temporaneo, un arrivederci.
Mentre aspettavamo i nostri genitori, affrontando altri giochi in squadra nuovamente in giro per la città, pensavamo a come quei pochi giorni e quelle poche ore fossero bastate a renderci già un gruppo così unito. I timori del primo giorno ora erano diventati solo un piccolo foglio di carta accartocciato nell’angolo più remoto della nostra mente. Non c’era da preoccuparsi, perché avevamo trovato degli amici che avrebbero condiviso con noi questa avventura. Finalmente, quando i genitori cominciavano ad arrivare, ci siamo riuniti sul ponte e abbiamo formato le squadriglie. Insieme ai genitori siamo stati alla messa, a pranzo e abbiamo concluso la giornata con un tour della città guidato dal sindaco di Fermignano in persona.
Dopodiché, con la tristezza nel cuore, ci siamo salutati.
Questa esperienza fantastica ci ha aiutato a renderci conto della strada che abbiamo intrapreso, dell’avventura che abbiamo cominciato ad affrontare e che ci condurrà all’esperienza più bella di sempre!
Deborah
Reparto Ponte di Fermignano