Peace

Alle 8 e 15 minuti del 6 agosto 1945, Hiroshima fu vittima di “Little boy ” la prima bomba atomica lanciata al mondo. Oggi, 5 agosto 2015, manca solo un giorno al settantesimo anniversario di questa tragedia. Per l’occasione il sotto campo Ishizuki è andato a visitare il museo della pace di Hiroshima che raccoglie ed espone numerosi reperti rimasti integri dopo l’esplosione della bomba. Il motivo della creazione del museo è, oltre che ricordare e mostrare il dolore del popolo giapponese, un’immagine di speranza per l’abolizione di tutte le armi nucleari.


Durante la visita commoventi sono state le descrizioni delle storie delle vittime di questa tragedia; la più importante rimane quella di una bambina, Sadako, che ad appena due anni è stata esposta alle radiazioni. A dieci le è stata diagnosticata la leucemia e negli otto mesi di lotta contro la malattia ha continuato a creare gru di origami nella speranza di restare in vita. Nonostante la sua preghiera sia stata vana la sua immagine è diventata simbolo della città.
Dopo la visita al museo si è tenuta una conferenza dove sono state lette poesie e raccontate esperienze legate al 6 agosto. Importante è stato l’intervento di dieci scout che hanno espresso la loro opinione sulla guerra, tra cui anche una ragazza italiana dell’Agesci. Come gesto commemorativo e conclusivo, i partecipanti alla conferenza hanno ripetuto una poesia di Sakamoto Hatsumi “Quando una bomba atomica cade il giorno diventa notte e le persone diventano fantasmi”.
Enrica Nicoletto

Valeria Piccioni ci racconta una giornata da IST!

La sveglia dell’IST suona ad ogni sfumatura dell’alba: blu notte per i ragazzi che partono a fare servizio ad Hiroshima; rosa chiaro per quelli che appartengono al servizio “Community” e che accompagnano e controllano guide ed esploratori in giro per le città, culle delle tradizioni giapponesi; giallo come i primi veri raggi di sole per chi si appresta a svolgere un servizio più tecnico come quello del “Welcome Center”, dove vengono effettuate le registrazioni di tutti i partecipanti al Jamboree. 6Z8A0295.JPGPer gli IST della “Security” spesso la sveglia coincide con l’ora del sonno, poiché prestano servizio la notte, vigilando e pattugliando il tacito e magico sonno del Jam. Seppur impegnati nei tanti e differenti servizi, gli IST italiani riescono comunque a ritagliare dei momenti per loro, appuntamenti fissi durante la giornata che si trasformano in occasioni di ritrovo che hanno il sapore di casa. La tenda-IST italiana costituisce le mura di questa casa. Alle 7 di ogni mattina ci ritroviamo per le lodi e allo stesso modo alle 18,30 per i vespri diretti da padre Simone. Ai momenti di preghiera si aggiungono quelli di catechesi durante i quali abbiamo modo di riflettere o di condividere pensieri e persino esperienze personali. Ogni catechesi viene ripetuta due volte al giorno, così che tutti abbiano la possibilità di partecipare. Dopo i pasti, la tenda IST accoglie le più disparate attività di 23ème Jamboree Scout Mondialsvago: dalla chiassosa e comunitaria schitarrata al riposino pomeridiano all’ombra, dall’accoglienza di IST stranieri e amici che vengono a trovarci alla classica ed italiana partita a carte. A chi non ha turno di servizio il pomeriggio, inoltre, è proposto di partecipare ai numerosi Speaking Corner, occasioni di dibattito e scambio su temi d’attualità dai quali usciamo sempre arricchiti. La giornata di lavoro per molti si conclude con la cena, per questo l’IST si concede realmente al Jamboree solo alle prime luci del tramonto quando lo scrigno magico gli si apre innanzi in un tripudio di colori, luci, danze, cibi tutti di diversa nazionalità. Tali feste ed eventi di ritrovo, spesso sono ospitati dalle Food Houses, che costituiscono l’agorà del Jamboree per eccellenza. Alle volte, per i più pensierosi o durante le serate più tranquille, il campo offre scorci mozzafiato i cui protagonisti sono la luna e il suo riflesso sull’oceano, di cui si può godere in compagnia dell’amica brezza. Ogni IST è consapevole del servizio che è chiamato a svolgere e anche se a volte a fatica o controvoglia, ogni giorno si rimbocca le maniche per contribuire alla realizzazione dello spettacolo del Jamboree. Perché possiate ricordare che tutti gli spettacoli più grandiosi custodiscono nel segreto del loro successo il battito emozionato dei cuori dei “dietro le quinte”… il battito dei nostri cuori.
Valeria Piccioni

UN INSOLITO PRE-JAMBOREE

Noi IST italiani siamo al jamboree per servire, però qualche momento di svago ce lo meritiamo no!??
Anche perché andiamo dall’altra parte del mondo…
Perciò, prima di recarci sul sito del campo, ci è stata data la possibilità di visitare Kyoto per un paio di giorni, giusto per aver un assaggio di questo paese così distante dall’Italia. E non solo geograficamente!
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Chiunque l’abbia visitato può confermare che in qualsiasi aspetto della vita è diametralmente agli antipodi  da noi: dal comportamento alla spiritualità, passando per la cura della propria casa e dalla dieta (tra l’altro insieme a quella mediterranea è quella più sana e varia al mondo).

Circondati ed estasiati da questa nuova realtà abbiamo visitato templi buddisti e santuari shintoisti, viette caratteristiche e zone ultra commerciali, parchi meravigliosi e pure il castello dello shogun!
La cosa più incredibile è stata entrare a contatto con la popolazione, il loro atteggiamento/comportamento così riservato, composto, rispettoso delle persone e delle regole. Pieno di disponibilità verso l’altro e di riverenza per ciò che non si conosce ma anche per ciò e chi si conosce!  Tutto questo manca fin troppo a noi occidentali, che invece siamo più aperti e disponibili a conoscere nuove persone.

Caratteristiche utili in situazioni come questa del jamboree in cui bisogna tirarsi fuori, conoscersi e confrontarsi.

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La “vacanza” giunge però velocemente al termine e dopo un viaggio infinto in notturna, eccoci al Jamboree!!!

Durante gli svariati training svolti inizialmente, ognuno singolarmente è stato metto alla prova. Sia dal caldo, che ha toccato anche i 51°C percepiti, ma soprattutto ci siamo dovuti mettere in gioco inserendoci nel complicato meccanismo dei servizi assegnati, faticando e conoscendo nuove persone da tutto il mondo.

Saremo quindi a totale disposizione degli esploratori, i così detti “partecipants”, ORAMAI SI INIZIA!!!

La strada è la stessa anche se siamo lontani
SERVIRE è la sfida, il futuro è domani
Affrontiamo con coraggio ogni salita
Diritti al futuro sulle strade… della nostra vita!

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 Edoardo von Morgen

04 agosto – attività Water!

Quelli che (prima o poi) ritornano… WATER
La protagonista della giornata è stata una e una sola: l’acqua. Infatti la sfida che oggi avrebbe messo alla prova il reparto Marco Polo, Laura Bassi (e non solo) era la “water activity”. Una giornata per staccare un po’dal forte caldo e dalla frenesia del Jamboree, incentrata sul divertimento ma contemporaneamente utile per migliorare l’unione e l’affiatamento di reparto.
La sveglia oggi è stata abbastanza presto, verso le 6:00. Foto water 1A differenza delle altri mattine nelle quali avevamo un po’ più tempo per prepararci e fare colazione, oggi dovevamo fare tutto il prima possibile per andare a prendere il bus… direzione spiaggia! Il viaggio, relativamente alle ore di aereo e pullman affrontate per arrivare al jam, non è stato per niente lungo, più o meno un’oretta. Una volta arrivati ci siamo trovati insieme ad altri partecipanti provenienti da diverse nazioni, soprattutto giapponesi e messicani. La mattinata si sarebbe suddivisa in due parti, entrambe costituite da giochi ma separate da un bel bagno rinfrescante. Una volta separati in due gruppi, verso le 10 le attività hanno finalmente avuto inizio. Il primo gioco era una specie di schiaccia sette a eliminazione, l’ultimo rimasto sarebbe stato il vincitore. Per non essere eliminati bisognava riuscire a non sbagliare mai i passaggi, chi sbagliava si doveva sedere in mezzo al cerchio e aspettare che la partita finisse. Il secondo gioco consisteva in una gara di velocità. Bisognava posizionarsi su una linea stile flessione e al via del giudice, correre il più veloce possibile cercando di afferrare prima degli altri un paletto posizionato a una quindicina di metri di distanza. Dopo aver fatto una pausa ristoratrice di venti minuti, ecco che è arrivato il momento “clou” della giornata, IL BAGNO. Foto water 2Senza pensarci due volte ci siamo subito tuffati e, tra giochi e scherzi, il tempo è volato e c’ha trasportato verso il terzo ed ultimo gioco della giornata: palla prigioniera. A dire il vero non era il solito gioco che siamo abituati a vedere in Italia. La variante infatti era una sola ma fondamentale: anziché usare dei palloni per colpire gli avversari bisognava usare dei frisbee in gomma, componenti fondamentali di un vero e proprio e sport quasi sconosciuto in Italia ma molto divertente e famoso in Giappone. Dopo quest’ultima attività abbiamo avuto un’oretta per pranzare e passare del tempo assieme prima di risalire in pullman verso le 14:00 pronti per tornare al Jamboree e continuare questa giornata più carichi che mai.
La giornata di oggi è stata davvero molto bella perché, oltre al divertimento e a un po’ di fresco dopo tante giornate di caldo, c’ha fatto capire ancora una volta come a volte, giocando, non importa che la lingua o la nazionalità siano diverse, attraverso il gioco si possono conoscere nuove persone e imparare a superare delle sfide e difficoltà insieme a loro.

L’Italia incontra il mondo!

In una tenda ci sono un italiano, un francese e un americano… Sembra l’inizio di una barzelletta, eppure non lo è affatto.
Si tratta semplicemente di uno dei giorni più importanti per un contingente al Jamboree: la reception. Quasi tutti i contingenti organizzano una festa durante il campo per introdurre la propria versione di scautismo agli altri e scambiarsi idee e varie informazioni, attirando gli altri con musica, foto e cibo. Un evento formale ma allo stesso tempo informale: tutti rigorosamente in uniforme, con il fazzolettone nazionale oltre a quello del Jamboree, ma rilassati, senza il peso di una cerimonia.
Partecipare alla reception da scout e non da rappresentante del contingente non è cosa da poco: questo evento è organizzato esclusivamente per i rappresentanti dei contingenti. Io e il redattore della Compagnia Corto Maltese siamo stati veramente fortunati – soprattutto perché ho visto pochissime persone che non avessero il fazzolettone blu e viola che contraddistingue i CMT, come noi.
All’entrata gli ospiti venivano accolti da sei capi e poi ad ognuno veniva regalato un laccio italiano. Nella tenda, un grande libro era pronto per essere firmato da tutti quanti e poi due foto di paesaggi italiani erano pronte per essere utilizzate come sfondi. Il ricchissimo tavolo del cibo si estendeva lungo uno dei “muri” ed era forse ciò che attirava la maggior parte delle persone. Infatti il tavolo era pieno di pasta, pizza, parmigiano e prosciutto che gli ospiti hanno gradito moltissimo.
Ciò che era veramente bello della festa era la varietà di scout presenti. Due rappresentanti per ogni contingente (circa 150) erano lì, assieme ai rappresentanti del 24° Jamboree. Ho avuto l’opportunità di parlare con uno degli organizzatori, che mi ha spiegato che il Jamboree sarà ospitato da tre paesi: Stati Uniti, Canada e Messico e che il campo, in West Virginia, sarà così grande da poter ospitare tutte le attività nel campo, senza il bisogno di trasferirsi per svolgere varie attività. MI è stato chiesto se avevo intenzione di partecipare al prossimo Jamboree come IST ed ho potuto rispondere solamente in un modo: certo che sì!


Non c’era un momento di silenzio: tutti parlavano e nessuno era solo. Ma non era un rumore fastidioso ma allegro e pacifico. Una delle serate più belle del Jamboree, sicuramente: tanti scout, ottimo cibo e conversazioni interessantissime. Non solo per questo mi sono divertita, ma anche perché l’altro redattore era del CNGEI ed ho così potuto dialogare con lui e posso dire ora di conoscere in maniera più completa l’associazione sorella dell’AGESCI.
Ringrazio moltissimo il settore comunicazione del nostro contingente per avermi dato quest’opportunità, oltre per il fatto del cibo (mangiare cibo italiano dopo un lungo periodo in Giappone è un’esperienza meravigliosa) che mi ha permesso di avere davanti a me tutto il mondo in una stanza.
Livia Alegi

 

01 agosto- attività Community!


Beh, e che dire? Il Jamboree è ormai cominciato da quattro giorni, ma sembra di essere qui da più di un mese! E’ veramente una mega marmellata quella che stiamo formando, giorno per giorno, nazione per nazione. Sono miliardi le bandiere che sventolano nell’afa di Kirara-hama, qua a Yamaguchi. Sono miliardi come le persone che incontri per strada e che ti sorridono, ti battono il cinque, di chiedono nome, cognome, nazione di provenienza, aprono scambi di distintivi, fazzolettoni, che esplodono dalla foga di conoscerti, magari abbracciarti, e non più d’altro. Siamo tutti così incastrati in questo grande cmovimento che più un gioco è rumoroso, patriottico, carico di vampate di energia pura e più è divertente, più la gente ti si avvicina, si unisce e sprizza gioia da tutti i pori. Non importa più l’inglese: ci si intende a sguardi, gesti, risate. In fondo siamo qua tutti insieme con lo stesso obiettivo. Non importa l’intendersi: già ci conosciamo! Ragazzi, siamo scout, siamo tutti uguali, tutti qua per esaurirci, per tornare a casa tanto pieni dentro quanto pesanti negli zaini!
Oggi, con il sottocampo Fuji, abbiamo partecipato al modulo sulla “Community”. Divisi a squadriglie siamo partiti scaglionati dalle 6.30 alle 7.30. I pullman ci hanno portati in posti differenti, dove persone del luogo erano pronte ad accoglierci e farci nuovamente entrare in contatto con la loro particolarissima cultura giapponese. Ciò che più ci colpisce di tutti loro, è tanto la testardaggine che pongono nel metterci alla prova con le loro usanze –non mancando di riportare fotograficamente qualsiasi nostra mossa o espressione- quanto la voglia di conoscere noi e di assaggiare tutto ciò che ci portiamo dall’Italia. Sono curiosissimi, educatissimi e non spiccicano una parola in inglese. Non posso non confessare che ogni volta che ci troviamo fra loro mi sento circondata da belle persone che ti saltellano intorno, fanno versi strani e ti guardano con quegli occhi brillanti, sempre svegli e attenti, che ti seguono e magari dopo un tuo determinato movimento scoppiano in una risata. Ed è bello così, perché per quanto possiamo sembrarci strani e diversi, alla fin fine ridiamo tutti allo stesso modo. E proprio a questo possono servire le attività di incontro di culture diverse: lo spirito di unità, tanto sponsorizzato da questo Jamboree, parte da qua per arrivare alla fusione reciproca, alla pace, all’amicizia.
Siamo stati ospitati da un gruppo di agricoltori, operai in un frutteto di pesche, uva, pere giapponesi e mele. Hanno condiviso con noi i loro incidenti, nel giugno del 2014 un alluvione ha infatti distrutto tutti i loro orti.  Dopo pranzo siamo stati accompagnati a una scuola elementare, dove bambini in uniforme scolastica hanno giocato con noi e con noi hanno visto una tipica rappresentazione teatrale giapponese. Una storia tratta da un manga: un guerriero che uccide tre draghi, in cerimoniosi passi e balletti.
Adesso siamo rientrati, di nuovo compressati fra tutti questi scout, compagni anche se mai visti prima. E non posso non dire che non sia bello così.
Direttamente dal Jamboree,
Cecilia Barachini

31 luglio – attività Nature!

Una giornata nella natura
Oggi, 31 luglio 2015 il reparto Ardito Desio (formato da ragazzi friulani, DA20150727_10.jpgveneti, trentini e appartenentiall’associazione Sudtiroler Pfadfinderschaft), ha partecipato all’attività off-site riguardante la natura ed alle ore 9 ci siamo spostati verso la città di Akiyoshidai per visitare la Akiyoshido cave, la caverna più grande del Giappone.
Questa caverna si è formata in trecento milioni di anni grazie all’acqua che, infiltrandosi, ha corroso la roccia.
Durante il percorso abbiamo visto numerose formazioni di roccia, come le stalattiti e stalagmiti, oltre a piccoli laghetti denominati “the thousand rice camps” a causa della loro somiglianza ai laghetti in cui si coltiva il riso.
Lì abbiamo avuto l’occasione di parlare con Scouts provenienti dalla Germania, dal Messico e dall’Inghilterra.
Finito il giro nella cittadina ci siamo spostati nel “Akiyoshidai Quasi-National Park” conosciuto per la sua varietà di fossili, dove abbiamo camminato per raggiungere la cima di una collina e ammirare il panorama, per poi fermarci in una foresta molto più fresca della zona circostante.
Lì abbiamo imparato un nuovo bams, grazie alla nostra guida, un IST rumeno, chiamato Scout Clap.
La giornata di oggi è stata intensa e fantastica, e l’entusiasmo ormai può solo crescere!
Nicola Galluccio
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Natura. La nostra casa, una risorsa per tutti. Un elemento necessario nella vita di ogni essere vivente. Molto spesso non ci rendiamo conto di ciò che ci circonda, troppo presi dalla tecnologia in continua evoluzione, dalle nostre comodità, eppure intorno a noi cose impensabili ci attendono. Creature, luoghi ed emozioni che un computer non potrebbe mai riprodurre.
Il Giappone è la prova che la natura e la tecnologia possono convivere in perfetta armonia, senza compromettere l’evoluzione o la sopravvivenza di una o dell’altra.
Oggi, abbiamo avuto la fortuna di intraprendere una veloce camminata attraverso le montagne intorno a noi. Arrivati sulla cima della montagna più alta, abbiamo potuto osservare il meraviglioso paesaggio che caratterizza la zona di Yamaguchi e allo stesso tempo provare un senso di pace difficile da trovare all’interno del campo. Davanti a questo fantastico panorama abbiamo riflettuto sul contrasto fra la tecnologia e la natura, esso dona un diverso fascino a questa terra.
La gita ci ha permesso di rafforzare maggiormente il legame delle singole squadriglie, ha aiutato a capire meglio le nostre debolezze e i nostri punti di forza. Grazie a questa esperienza, oltre ad aver potuto vedere un paesaggio indimenticabile, ho ricordato a me stessa quanto sia importante ciò che ci circonda, ogni essere vivente va rispettato, perché ognuno di noi nel suo piccolo è importante.
Beatrice Ascanio
 
 

30 luglio – attività GDV!

Oggi 30 luglio, giorno dopo l’apertura ufficiale del ventitreesimo Jamboree mondiale dello scautismo, i reparti italiani e tutte le unità italiane partecipanti hanno cominciato le varie attività che li accompagneranno durante questa magnifica esperienza.
Il reparto sud Eduardo De Filippo ha cominciato la giornata con un attività chiamata GDV (Global Development Village), che tratta di una serie di momenti a tappe da fare di pattuglia o squadriglia.
DSC_0879Il tema centrale su cui ruota questa esperienza è quello di introdurre i ragazzi alle principali problematiche mondiali come la fame, siccità, guerra, droghe e discriminazione. Ciascuna base offre un gioco da fare insieme ad un gruppo di ragazzi con lo scopo di insegnare qualcosa su tema scelto ai ragazzi. Ad esempio nella base delle Human Disabilities (disabilità umane) i ragazzi si sono dovuti bendare e montare una tenda fingendo di essere ciechi.  Montare una tenda,  che può apparire come un’attività non impegnativa, è stato molto difficile ed ha richiesto molto più tempo di una normale montaturao
Ecco solo alcune delle tantissime attività che hanno trovato spazio in questa giornata: la prima di una lunga serie!
 
Luca Avelardi
Reparto Eduardo de Filippo
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