Dopo il passaggio in Zona e Regione, le schede sono arrivate ai Capi Contingente che sono all’opera per comporre il Contingente AGESCI per l’Eurojam.
Tutti i candidati saranno avvisati nel mese di giugno e riceveranno istruzioni sia per il pagamento della prima rata sia per le modalità di selezione dalla lista di attesa in caso di ritiri.
Buona strada
Elena, Giacomo e don Gianni Capi contingente e Assistente Ecclesiastico AGESCI per l’Eurojam 2020
Nella giornata del 2 novembre ’18, noi ragazzi del reparto Ponte San Ludovico ci siamo avviati verso il quartiere Valpolcevera di Genova, dove si trovano quelli che ormai sono i resti del Ponte Morandi. Divisi in gruppetti abbiamo girato per le vie intervistando alcuni cittadini e negozianti, chiedendo appunto cosa fosse cambiato dal 14 Agosto. Tutti ancora scossi dalla vicenda, ma comunque con una gentilezza e isponibilità da non sottovalutare, ci hanno raccontato di come la città si sia spenta, di come il traffico si sia intensificato a causa delle vie bloccate e di come molte piccole cose quotidiane sono di colpo scomparse. Moltissime persone sono rimaste sfollate, e altrettante di loro devono ogni giorno attraversare tutta la città per raggiungere luoghi che prima erano dietro casa, letteralmente. Subito dopo abbiamo fatto un salto al centro dove è possibile dare una mano agli sfollati: chiunque ne avesse la possibilità è libero di portare vestiti, alimenti e oggettistica varia da lasciare ai concittadini meno fortunati. Si respirava un forte senso di solidarietà, cosa che purtroppo ora come ora è sempre più difficile trovare. A tal proposito siamo andati a trovare i rappresentanti di QuellidelPonteMorandi, che ci hanno spiegato quelle che sono le loro attività a favore di tutti gli sfollati, facendo anche molte considerazione su come il comune ha reagito alle loro esigenze. Infine ci hanno raccontato di come hanno affrontato i giorno dopo il crollo, rendendoci partecipi di quello che hanno provato quando sono potuti rientrare nelle loro case per prendere l’indispensabile. Molti si sono fatti travolgere dalle emozioni, concentrandosi sui ricordi e le foto di famiglia, mentre altri si sono focalizzati su ciò che sarebbe stato utile all’inverno. Si è capito da subito quanto ci tenessero al progetto e che la loro voglia di aiutare gli altri superava qualsiasi limite. Quella sotto il Ponte Morandi è stata un’esperienza toccante, che ci ha fatto capire l’importanza dell’aiuto reciproco e di come tutti insieme si possano superare anche le difficoltà peggiori.
Eccoci qua, dopo le iscrizioni e un colloquio con i responsabili della branca di zona, siamo stati scelti e smistati in Reparti di Formazione per rappresentare l’Italia in questo ventiquattresimo Jamboree che avverrà nel 2019 in West Virginia. Tutti attendavamo con ansia il giorno del primo campetto che si sarebbe svolto il 2 e 3 novembre a Genova. Il 2 novembre ogni ragazzo del reparto parte dalla propria città o paese. Così tutti noi ci dirigemmo verso il punto di ritrovo cioè in stazione, Noi sapevamo solo il dei nostri capi e il nome del nostro reparto ovvero reparto Ponte San Ludovico (che è il ponte che collega Ventimiglia con la Francia). Giunti tutti, i capi ci radunano, per conoscerci e fare un appello, in seguito ci avviamo verso la Parrocchia di santa Maria delle Vigne uno dei luoghi molto significativi per lo scautismo (sede delle Gioiose), arrivati posammo gli zaini prendemmo gli zainetti, per dirigerci alla metropolitana che ci avrebbe portato a Brin (luogo dove è crollato il ponte Morandi). A Brin abbiamo conosciuto la rappresentante della regione Liguria, che ci ha divisi in 4 gruppi per vedere la realtà, di come nonostante il tragico avvenimento siano tutti pronti a dare una mano. In seguito all’attività, siamo andati a Principe a Palazzo Principe, dove abbiamo rinnovato la promessa. Successivamente siamo tornati alla sede (S. Maria delle Vigne) per cenare, abbiamo mangiato trofie al pesto come primo e patatine fritte e wurstel come secondo e finendo con delle crepes alla nutella. Dopo cena abbiamo preso la funicolare fino a San Simone e ci siamo diretti verso il palazzo arcivescovile, continuando l’attività là, ci siamo divertiti tra giochi e bans proposti da tutti i ragazzi, fino a quando nn è arrivata l’ora di andare a dormire. Il giorno seguente dopo il risveglio e la colazione, abbiamo svolto la scheda del 1° step di sfide, in seguito ci sono stati chiariti dubbi e perplessità, successivamente siamo andati a giocare aspettando l’arrivo dei genitori. Arrivati i genitori siamo andati a Messa e poi pranzammo con i piatti portati dai genitori finito di pranzare abbiamo fatto il voga finale è ci siamo Salutati. È stata una bellissima esperienza, dove abbiamo conosciuto il nostro super Reparto e i nostri SUPER capi: Luca Silvia Francesca e Don Matteo, con cui affronteremo questa avventura.
Dopo la solita sveglia mattutina ci siamo recati al locale dove abbiamo consumato la colazione; dopo aver mangiato abbiamo dovuto affrontare varie avversità per scoprire il virus che aveva intaccato Oasis con l’aiuto di computer di vecchia generazione che non potevano essere infettati da quest’ultimo…in questa attività dovevamo compilare una scheda con i significati di alcune parole (es.CMT e IST). Le risposte ci venivano consegnate al termine delle prove che erano di vario genere, come cruciverba e morse. Alla fine di questa attività ne abbiamo svolta un’altra che è durata quasi tutto il giorno; ci hanno diviso in gruppi, ogni gruppo aveva un numero preciso di gemme che ci sarebbero servite per “comprarci” da mangiare.
All’interno di questo grande gioco vi erano delle basi dove dovevamo svolgere varie attività denominate come posti di un piccolo Borgo (es. Vetreria, falegnameria, farmacia).
Alla fine di ogni sfida ci venivano consegnate delle gemme, che ci servivano per il pranzo (si potevano anche rubare 😏), delle patch che ci sarebbero servite per sconfiggere il virus e degli indizi che avrebbero aiutato per scoprire il luogo dove si nascondeva il virus. Durante questa attività bisognava avere strategia e capacità di lavorare in gruppo dato che era necessario prendere decisioni che sarebbero andate a scapito di tutta la squadra.
Dopo la merenda che è iniziata circa alle 17:00 abbiamo scoperto il luogo dove si nascondeva il virus e abbiamo cercato di annientarlo tramite le patch che avevamo accumulato. purtroppo non ce l’abbiamo fatta… Abbiamo cenato e dopo abbiamo svolto un’attività su i sensi organizzata dai capi dove ci bendavano e ci facevano fare un percorso dove potevamo toccare ed annusare ma non vedere. Alla fine ci hanno sbendato e davanti a noi abbiamo trovato i cartelloni che ognuno di noi aveva scritto con il suo reparto, così abbiamo potuto capire e conoscere meglio i nostri compagni d’avventura. Grazie a questa attività siamo riusciti a conoscerci meglio e ad apprezzare la bellezza nascosta in ogni minima cosa a cui solitamente non diamo peso.
Alla fine di questa giornata impegnativa siamo andati a dormire, l’ultima sera.
4°giorno La resa dei conti!
Suona la sveglia (presto come al solito); è l’ultimo giorno di campo. nell’aria si può percepire un certo senso di tristezza. Ma abbiamo un obbiettivo da raggiungere! Sconfiggere il virus. Solita colazione e subito in azione, ci siamo resi conto che per sconfiggere il virus bisogna usare delle patch personalizzate così appena finito di mangiare ci riuniamo per modificare e abbellire le nostre patch per sconfiggere il virus e salvare Oasis. Dopo averle inserite tutte nel sistema riusciamo a battere il virus e a salvare il mondo di Oasis. Dopo le attività i capi e lo staff hanno organizzato una specie di questionario tramite l’app di Mentimeter dove si poteva vedere l’esito delle votazioni e quindi le valutazioni che hanno dato i ragazzi (in modo anonimo). Abbiamo preso il pranzo d’asporto e poi il treno per tornare in stazione. Alla fine di questo campo ognuno di noi è un po’ cambiato, in modo positivo, chiaro! Abbiamo fatto nuove amicizie e avventure che mai avremmo immaginato…
Inutile dire che appena arrivati a casa eravamo già nostalgici del campo e dei nostri compagni!
Dal 27 al 30, in Lazio, 46 esplo, provenienti da vari parti di Italia, hanno partecipato al 1° campetto di formazione del Reparto Sud “Ponte di Calatrasi” che formerà una parte del contingente Italiano al 24° World Scout Jamboree in West Virginia. Attraverso le varie mail che gli esplo avevano precedentemente ricevuto, hanno viaggiato dalla loro città natale fino alla stazione di Roma Termini al binario 1 dove, man mano, hanno iniziato a fare un po’ di conoscenza. Dopo qualche ora d’attesa, circa verso le 19, sono partiti con Lorenzo e Ilaria (i loro rispettivi capo e vice capo reparto)per la Parrocchia San Vincenzo Pallotti in Via Castel Paterno 8, dove hanno soggiornato la prima notte. Dopo la cena a sacco,lo staff e gli IST hanno illustrato agli esplo l’importanza e il significato del percorso dei campetti, le varie regole e il lancio del Jamboree attraverso dei PowerPoint;successivamente sono andati a dormire per caricarsi al fine di affrontare la lunga giornata che li avrebbe aspettati il giorno seguente.
28 Dicembre 2018 Gli espio si sono svegliati, lavati e vestiti per fare colazione e mettersi in cammino per Capranica. Sono arrivati in stazione e hanno preso un treno che dopo un viaggio quasi “infinito” alle 10:00 sono arrivati a destinazione. Lo staff ha assegnato le camere e hanno iniziato le attività. Subito dopo l’alza bandiera hanno iniziato la spiegazione dell’ambientazione attraverso il viaggio di Martin. Successivamente gli esplo si sono diretti in refettorio dove hanno consumato il pranzo. Dopo aver lavato le gavette gli espio hanno avuto un po’ di tempo libero per avventurarsi nella struttura e nei dintorni e per socializzare tra loro. Dopo la A.T.L. lo staff ha allestito 4 attività alle quali glie solo potevano accedere divisi in squadre: Suono Informatica Coding Elettronica Allo scadere del tempo, gli espio si sono rifocillati con del the caldo e dei biscotti. In seguito ad una ulteriore divisione, gli espio hanno partecipato a dei giochi di vario genere legati all’alimentazione. Dopo essersi serviti la cena, gli esploratori hanno lavato le gavette al freddo e al gelo e sono stati ulteriormente divisi in gruppi per svolgere le attività delle famiglie: il gioco consisteva nello svolgere alcune tappe che riguardavano la vita di tutti i giorni nel 1900 con la difficoltà di dover arrivare a fine gioco senza aver usato tutto il denaro disponibile a famiglia. Il percorso aveva il suo senso solo con l’apertura della “busta d’emergenza” nella quale erano presenti alcuni biglietti per emigrare in America per sfuggire al loro triste destino. A questa attività è seguita l’esposizione di alcune foto di migranti italiani che espatriavano dalle loro terre. A seguito dell’osservazione di queste immagini, Donatella, senior nonché IST, ha raccontato agli espio la storia vera dell’emigrazioni di un suo familiare, seguita dalla proiezione di un vero documento riguardante la cartella clinica del bisnonno di Giulia, vice capo reparto, al momento della migrazione in America e i documenti prodotti ad Ellis Island al suo arrivo. Con la fine di questa attività finisce anche il secondo giorno di campo, con tuti gli espio nei sacchi a pelo, tra le braccia di Morfeo
Per ritrovarsi ancora una volta prima del Jamboree, le squadriglie Aironi, Aquile, Delfini e Leoni, del reparto Ponte di Cividale (Veneto e Friuli Venezia Giulia) hanno partecipato al loro secondo campetto a Caorle, località balneare in provincia di Venezia.
Una volta convocati presso l’aula magna del collegio (ambientazione del campetto) noi studenti abbiamo potuto conoscere i nostri professori Camilla (insegnante di lingue), Stefano (professore di tecnologia), Don Corrado (professore di religione) e infine Luca (preside dell’Istituto) che ha presenziato con il discordo introduttivo.
Al termine del test di ingresso e dopo aver sistemato gli zaini nelle camerate, con una cerimonia gli ambasciatori hanno ricevuto i fazzolettoni di contingente italiano e completato la loro uniforme.
Nei due giorni di evento ogni esploratore e guida ha potuto quindi seguire diverse lezioni dei vari professori per prepararsi a vivere il Jamboree 2019.
Durante la prima giornata è stato costruito un alzabandiera con la base di un Ponte di Leonardo. Ogni squadriglia ha costruito una delle quattro scale che costituiscono questo ponte, che è il logo del contingente italiano nel Jamboree 2019. Dopodiché sono stati montati i pali per le bandiere.
Alla sera, si e discusso dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030 (dalla sconfitta della povertà alla partnership per gli obiettivi), e di cosa possiamo fare per raggiungerli. (trovi materiale utile a questo link: https://drive.google.com/drive/folders/1HwXRMNyfE5q_ikWYA-3g9BFw7jBltTq0
Il giorno seguente ognuno ha potuto partecipare ad un’altra lezione di tecnologia, con la caccia al tesoro con smartphone e QR Code, in cui ogni squadriglia doveva completare delle missioni che si trovavano in vari QR Code nascosti per la città di Caorle.
Una delle ultime attività, prima della Messa e della conclusione del campetto, è stato il gioco Bafa Bafa, che coinvolgeva tutti in uno scambio fra culture diverse, con le difficoltà che esso comporta.
Terminata la messa nel Santuario dedicato alla Madonna vicino alla scogliera, gli ambasciatori si sono uniti (per l’ultima volta, prima di luglio) per ammainare le bandiere e salutarsi.
Infine hanno preso l’impegno di scrivere una lettera a se stessi da rileggere dopo il Jamboree, scrivendo aspettative, speranze e altro ancora per l’avventura che sarà.
Per me il campo è stato molto bello e coinvolgente, anche perché ci ha fatto conoscere ancora meglio il reparto e il grande evento a cui parteciperemo a Luglio.
Ci vediamo tutti quanti al Jamboree! Mentre per restare aggiornati sulle sfide realizzate dal nostro reparto e tanto altro, non esitate a seguire il nostro blog: www.repartopontedicividale.wordpress.com/
“Ci rivedremo a marzo! “è stata l’ultima frase che i nostri capi reparto ci hanno rivolto prima di concludere il primo campetto per il Jamboree. Con nostra grande gioia, non era la verità! Infatti, il 17 febbraio ci siamo riuniti tutti insieme ad Ancona, in contemporanea all’incontro di formazione Botteghe Del Capo.
Eravamo tutti molto emozionati di rivederci, e gli abbracci non sono mancati di certo. Una volta arrivati tutti, ci siamo spostati verso il parco della Cittadella. La prima attività consisteva in un piccolo momento di verifica molto personale: ognuno, in solitudine, doveva disegnare su un foglio il proprio rapporto con il nuovo reparto, l’impressione che ci aveva lasciato il campetto precedente e come stavamo vivendo il percorso di preparazione al Jamboree. I lavori sono venuti tutti bellissimi, ed è stato piacevole riuscire ad avere molte visioni diverse. Subito dopo abbiamo avuto qualche momento di libertà, che abbiamo passato giocando tutti insieme e chiacchierando. I nostri stomaci avevano già cominciato a gorgogliare, perciò ci hanno presto chiamati in cerchio per divorare il pranzo che ci eravamo portati. Sazi e felici, abbiamo iniziato il secondo gioco: pronti con l’applicazione di scanner del QR code del telefono in una mano e la nostra competitività nell’altra, dovevamo tornare dai capi di tutta la regione (che nel frattempo si stavano godendo la pausa pranzo dell’evento di formazione a loro dedicato), e chiedere il codice QR che avevano ricevuto a inizio mattinata al momento dell’iscrizione. Una volta scannerizzato il codice poteva risultare vincente o perdente. In caso di vincita, dovevamo filmare il capo a cui apparteneva il codice mentre ci lasciava un augurio o un messaggio di pace da portare con noi al Jamboree. In caso di perdita… Beh… C’era una magnifica cornice a forma di post instagram in cui farsi le foto! La gara a chi raccoglieva più codici vincenti è scattata subito. Finita la sfida ci siamo riuniti in cerchio per il solenne momento della consegna dei fazzolettoni: la staff, i responsabili regionali e l’AE delle Marche in riga da una parte e noi divisi in squadriglie a completare il quadrato; al centro un vaso trasparente in cui ognuno di noi, a rotazione, doveva versare una manciata di terra proveniente dalla propria città o dal proprio giardino, e circondarlo con il proprio fazzolettone. Dopo averlo fatto, di fronte ai capi e ai propri compagni, si riceveva il tanto atteso fazzolettone di contingente, i distintivi del reparto delle Marche per la camicia, e i bottoni per la cintura. Finito il giro, abbiamo recuperato i fazzolettoni che coprivano il vaso, circondandolo di colori, e abbiamo rivelato la “magia”: tutte le terre, di diverse consistenze e sfumature, avevano formato una bellissima composizione, che ci ha fatto riflettere su quanto, con le nostre differenze e unicità, pregi e difetti, uniti insieme creiamo qualcosa di meraviglioso. Dopo qualche momento passato a timbrare le nostre carte dell’ambasciatore e le nostre cinture, abbiamo concluso con un’enorme messa tutti insieme, capi da tutta la regione e noi del reparto marchigiano. Gli abbracci e i saluti sono stati lunghi, ma ormai non temevamo più il tempo: il secondo campetto sarebbe stato vicino, e noi non vedevamo l’ora di ritrovarci.
Le candidature per l’Eurojam si sono chiuse. Le schede dei candidati sono state recepite e nei prossimi giorni comincerà il consueto iter verso i Responsabili di Zona e a seguire agli Incaricati regionali alla branca E/G ed R/S.
Per la fine di maggio saranno comunicati gli esiti delle candidature.
Buona strada. Elena, Giacomo e don Gianni Capi contingente e Assistente Ecclesiastico AGESCI per l’Eurojam 2020
Appena ci siamo riuniti, Sardi e Romani, ci siamo salutati con immensa gioia e voglia di affrontare una nuova avventura insieme. Dopo esserci sistemati nelle tende, siamo partiti alla ricerca della legna per il fuoco serale. Ci siamo divisi per squadriglie e abbiamo realizzato, con un po’ di difficoltà, le bandierine. Con il guidone in alto abbiamo presentato le nostre 4 squadriglie: le meduse, le fenici, i falchi e i camaleonti. Rimessi in cerchio, ci hanno consegnato finalmente i fazzolettoni del contingente italiano. Cena con specialità sarde, sconosciute per noi romani come zuppa gallurese o il pane Carasau anche chiamato “carta da musica”. Dopo un pò di tempo libero, signore e signori ha inizio il fuoco della tradizione, armati di torce, dopo la cerimonia, ci siamo seduti. I capi hanno introdotto i temi delle sfide con delle scenette e tutti insieme abbiamo parlato di cosa avevamo fatto. Dopo canti e bans si è concluso il primo giorno del nostro campetto.
Il risveglio è stato tranquillo, dopo un po’ di ginnastica a ritmo di musica ed una buona colazione ci siamo preparati e abbiamo fatto il nostro primo quadrato. Ci hanno lanciato le missioni di squadriglia, ognuno in un posto sconosciuto e sperduto della Sardegna. Siamo andati alla stazione di Elmas e da lì ha avuto inizio la nostra avventura. Ci siamo ritrovati tutti nell’anfiteatro di Marina piccola dove abbiamo pranzato e poi siamo andati a riposarci sulla spiaggia fino all’arrivo di tre ragazzi con i quali abbiamo fatto un’attività tutta in inglese divisa in 4 step. Nel primo abbiamo fatto delle interviste a delle persone sulla spiaggia, nel secondo abbiamo tradotto delle cose che saranno necessarie al jamboree e negli ultimi due abbiamo tradotto delle frasi di alcuni servizi che troveremo. Tornati al campo dopo esserci truccati, mascherati abbiamo fatto un quiz su “el dia de los muertos” poi c’è stata la cena.
L’anima della festa è stata il nostro capo
Giulia che ha animato la serata, abbiamo ballato fino all’ora di andare a
dormire. E così anche il secondo giorno di campo, tra balli e risate, è finito.
Terzo ed ultimo giorno, dopo la colazione e l’ultimo alzabandiera abbiamo iniziato a smontare le tende e a fare gli zaini. Una volta finito di smontare il tutto abbiamo costruito delle mazze per fare un torneo di lacrosse, un gioco canadese, tra squadriglie. Più tardi c’è stato il pranzo e dopodiché era rimasto solamente il tempo per gli ultimi servizi e per un po’ di riposo che alcuni di noi hanno passato giocando a calcio. Siamo stati poi chiamati per il nostro ultimo quadrato per salutarci.
“Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita..”
Giovanni 13, 4
Queste parole ci hanno accompagnato e sono state oggetto di riflessione durante il nostro secondo incontro di clan. Sabato 9 marzo ci siamo ritrovati ai piedi del Colosseo per dare inizio alla nostra seconda avventura.
Appena arrivati, i nostri capi ci hanno consegnato il fazzolettone federale, il simbolo con cui rappresenteremo l’Italia e la sua cultura in West Virginia. Subito dopo ci siamo recati al Circo Massimo per dare il via alle nostre attività e condividere il pranzo.
Nel pomeriggio ci siamo spostati al Parco della Misticaper svolgere il “servizio”. Il nostro secondo incontro,infatti, è stato all’insegna del servizio, inteso come spogliarsi dai pregiudizi e da ciò che ci trattiene dal donarci gratuitamente e incondizionatamente al prossimo.
IlParco della Mistica è una Casa Famiglia che non solo ospita minori, ma aiuta anche persone in difficoltà economica. È un posto in cui ciascuno riscopre se stesso, le proprie abilità e acquisisce forza per andare avanti. Il Parco è autosufficiente grazie soprattutto al ristorante, in cui lavorano operatori e volontari. È stato proprio qui che noi abbiamo prestato servizio, cucinando e servendo ai tavoli. Quella sera si festeggiava un sessantesimo compleanno e tutto è sfociato in balli di gruppo e risate, rafforzando ancora di più il legame tra di noi e abbattendo muri del pregiudizio.
Questo posto deve molto al “Capitano ultimo”, il carabiniere che ha catturato Totò Riina. Il capitano ultimo, ora colonnello, è un uomo che ha dedicato la sua vita a combattere la criminalità organizzata, e noi abbiamo avuto l’onore e l’opportunità di conoscerlo.
Tramite i racconti della sua esperienza al servizio di chi ne ha bisogno ci ha fatto rendere conto che per fare veramente servizio non esiste tempo libero, ma solo tempo liberato, e anche quando pensiamo di esserci allontanati da Cristo, è sempre possibile ritrovarlo negli occhi di colui a cui ci doniamo. Una vera fonte di ispirazione.
“La vita è una battaglia e noi non dobbiamo mai smettere di lottare per un mondo migliore.”
Capitano Ultimo
Clan Ponte di Mezzo
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