A new inspiring Scout and Guide adventure awaits you in the summer of 2020. A er the last Eurojam in 2005 in the United Kingdom, the European Jamboree returns to gather young people from all over Europe in Gdańsk, Poland to celebrate Scout and Guide values, strengthen our international community and provide young people in Europe with the opportunity to meet and learn from each other. Mark your calendars now to save the date from 27th July to 6th August 2020, and register your national contingent for the European Jamboree in 2020!
Anche voi state aspettando quel Luglio 2019 che sembra non arrivare mai? Ma sì sto parlando del Jamboree! “Un’avventura indimenticabile” dicono; quindi io come voi aspetto con impazienza questa nuova esperienza. Ma siamo davvero sicuri di cosa ci aspetta? Sappiamo davvero cos’è un’avventura? “E’ un modo per fare nuove conoscenze” dice Benedetta del Mosciano 1, “E’ un’esperienza che si vive insieme e apre nuovi mondi” spiega Chiara del Pescara 6, ma siamo ragazzi. Per sapere davvero cosa ci aspetta dall’altra parte del mondo abbiamo bisogno di qualcuno con un po’ più di esperienza… E chi meglio dei nostri capi reparto?!? Ci siamo conosciuti sabato 3 novembre a Calascio in provincia dell’Aquila. I capi sono: Karen, Luigi, Camilla e don Tondo. In realtà quel fine settimana abbiamo conosciuto il nostro reparto, Ponte del mare. Insieme abbiamo passato due splendidi giorni, pieni di risate e nuove conoscenze. “Sbloccare per svelare”. Lasciati i genitori ci siamo riuniti in un cerchio e dopo aver fatto il solto giro di nomi, siamo andati nelle camere da letto. Erano delle camerette piuttosto piccole, specialmente le porte, ma sempre meglio di dormire fuori in tenda! Una volta sistemati siamo andati all’alzabandiera e abbiamo ufficialmente iniziato il campo. Prima di andare al campetto a noi tutti era arrivata una mail con su scritto: fai un video di circa 20 secondi dove racconti chi sei e i tuoi progetti per il Jamboree. Quindi quale modo migliore di conoscerci se non quello di visualizzare i nostri video?! Che divertimento, che risate! Ormai ci conoscevamo tutti, anche se indirettamente, ma sempre meglio di niente. Dopo aver visto i video abbiamo consegnato una foto del nostro Paese e i nostri fazzolettoni di appartenenza, con su scritto un messaggio di pace e le firme di tutti i nostri amici, anzi fratelli e sorelle del reparto. Finita l’attività di conoscenza, ci siamo divisi in 4 gruppi: Francesi, Spagnoli, Inglesi e Tedeschi. Il gioco consisteva nel trovare un punto indicato tramite delle coordinate e con l’utilizzo della bussola dovevamo raggiungere quel preciso punto. Trovati tutti gli indizi, cioè una serie di numeri, abbiamo aperto un lucchetto. Dentro le scatole abbiamo trovato delle chiavi, che i capi ci hanno detto di conservare e custodire. Ormai si era fatto tardi e la fame cominciava a farsi sentire. Affamati come lupi ci siamo diretti nel refettorio che sembrava molto a sala grande della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Dopo cena abbiamo fatto delle scenette a piacere con la relativa squadra; alcuni hanno cantato, altri hanno ballato, altri ancora hanno proposto dei bans, insomma ci siamo conosciuti un po’ meglio. Dopodiché abbiamo intrapreso un’attività interessantissima: i capi reparti ci hanno detto di fare alcune cose come camminare senza scontrarsi con gli altri, bendarsi, camminare da bendati senza scontrarsi con gli altri… Alla fine ci hanno fatti sedere a terra e hanno spento le luci. Hanno iniziato a raccontarci delle storielle tutte con morali profonde. Immersi in una piacevolissima quiete ognuno di noi ha rivelato a
tutto il reparto le proprie paure. Può sembrare banale, ma con questa attività abbiamo scoperto molto su di noi e in tutto il reparto si è creato un forte legame di confidenza e amicizia. Tolte le bende e cantato il “Signor tra le tende schierati” siamo andati a dormire, assonnati più che mai. Il secondo giorno è stato addirittura più divertente del primo. Abbiamo fatto colazione, ci siamo preparati gli zaini e siamo tornati dove era iniziato tutto, all’alzabandiera. Quest’ avventura sembrava ormai giunta al termine, ma abbiamo dovuto ricrederci… Abbiamo iniziato a salire su una piccola montagna e man mano che salivamo don Tondo ci ha fatto partecipare alla celebrazione eucaristica! Insomma una messa di quasi due ore: a metà strada abbiamo letto le prime letture, proseguendo verso la cima ci siamo fermati un attimo e dopo una piccola attività ci siamo dati al pace. Raggiunta la destinazione, la Rocca di Calascio, abbiamo fatto la comunione. E’ stata la messa più bella che ognuno di noi avesse mai fatto. Tutti quanti ormai pensavamo la stessa cosa… Ma quando facciamo le squadriglie??? Ecco il momento era arrivato! A ognuno di noi era stato assegnato un pezzo di puzzle di colore e forma diverso dagli atri. Abbiamo completato il puzzle e senza nemmeno accorgercene avevamo trovato la nostra squadriglia. Panda, Cinghiali, Arieti e Cobra, ecco finalmente creato il nostro reparto. “Incontrare per costruire”. Prima di scendere abbiamo scattato delle foto tutti insieme, ogni reparto che si rispetti ne ha una! Tornati al “campo base” abbiamo pranzato. Subito dopo abbiamo tirato fuori le chiavi, sì proprio quelle della sera precedente! Era ora di aprire una serratura, era ora di sbloccare un nuovo mondo, unlock a new world! Infatti i capi reparto ci hanno portati davanti a una porta con su scritto “unlock a new world”, così una volta oltrepassata quella porta avremo ufficialmente iniziato il nostro cammino di preparazione verso il così tanto attesto Jamboreee!!! Dentro quella piccola stanza i capi ci hanno dato dei gadget fichissimi: un porta fazzolettone con su scritto il proprio nome e Jam 2019 e due braccialetti con su scritto “sbloccare per svelare” e “ incontrare per costruire”. Dopo la verifica ci siamo dovuti salutare. In ogni abbraccio era racchiusa un’amicizia ancora non molto forte, ma che ci accompagnerà fino in America e a quel punto diventerà non solo una semplice amicizia, ma una grandissima fratellanza che ci ricorderemo per il resto della nostra vita! Tra risate e lacrime siamo tornati tutti alla proprie città, al proprio reparto e alla propria squadriglia, certo al nostro proprio reparto e alla nostra prima squadriglia, perché ormai ne abbiamo 2! Quindi per rispondere alla domanda iniziale, direi che un’avventura è bella perché è un mistero, e man mano la scopriremo nei nostri prossimi incontri. Fino ad allora continueremo a immaginare e fantasticare su un sogno che si avvicina ogni giorno di più a diventare realtà, il Jamboree. Arrivederci e buon sentiero !!!
Benvenuti sul nuovo sito del Contingente Italiano per il 24° World Scout Jamboree!
Qui troverai il diario di viaggio scritto direttamente dai nostri ambasciatori che già in questi ultimi weekend trascorsi hanno iniziato il loro viaggio verso una nuova avventura.
Verranno anche pubblicate piano piano tutte le informazioni che ci arriveranno dagli organizzatori, le attività del Join in Jamboree e ovviamente le Faq
Siamo scout di differenti culture, esperienze, che vivono il Jamboree insieme, rispettandosi e aiutandosi vicendevolmente.
Accoglienza intesa come spirito d’incontro, volontà di aprirsi all’altro, desiderio di conoscere e farsi conoscere, avere attenzione e la cura alla persona, capacità di porre semi di pace.
Accoglienza significa anche esser consapevoli di condividere una responsabilità verso la Terra e nei confronti degli altri popoli. Praticare l’accoglienza richiede l’essere in grado di conoscersi e di sapersi raccontare.
L’apertura all’incontro richiede il rispetto per l’altro: attraverso l’accoglienza si sperimenta l’educazione alla pace, poiché indipendentemente dalle nostre caratteristiche personali e dalle nostre origini, tutti crediamo ai valori espressi dalla Legge e dalla Promessa scout.
Nel sogno di B.P. il Jamboree nasce come incontro tra culture diverse per una concreta opportunità di pace tra i popoli. In un’epoca in cui è più facile costruire muri e chiudersi dentro le proprie sicurezze, il contingente federale ha individuato nell’immagine del ponte il simbolo di ciò che unisce realtà distanti ma che possono dialogare.
Mai figura architettonica è stata, nella storia, così carica di significati metaforici: non è soltanto quel manufatto che permette di superare un ostacolo: è molto di più. Il ponte è simbolo di passaggio, luogo pericoloso ma anche salvifico. È sospeso tra due mondi, è una metafora di ciò che mette in relazione unità che stanno tra loro distanti, oltre che distinte, rendendo possibili passaggi e congiunzioni altrimenti impensabili.
È un’immagine concreta di ciò che l’uomo ha imparato a costruire per superare la condizione dell’isolamento, rappresenta una sfida perché pericolosamente teso sul vuoto. È simbolo di reciprocità: si può percorrere sia in un senso che nell’altro. Rappresenta anche l’attrazione verso ciò che è sconosciuto, la spinta verso l’oltre, l’altro, il diverso. La capacità creativa di costruire ponti consente la comunicazione e la possibilità di incontro tra differenti sponde, senza per questo ostacolare né ostruire il fluire di ciò che in mezzo scorre.
“Dove si costruiscono ponti non ci sono assimilazione, fusione o identificazione totali, ma neppure scissione o isolamento. Il ponte è cioè esperienza concreta di unità e diversità insieme, di opposti che, solo in quanto si sono riconosciuti tali, possono infine arrivare a congiungersi”.
Come sarà il futuro dipende anche dagli occhi con cui lo sapremo guardare: il ponte trasforma il confine in soglia. Vogliamo credere che
“è più facile costruire ponti che innalzare muri”.
Il logo rappresenta dunque un ponte, un ponte significativo per noi scout: il ponte di Leonardo proiettato dall’alto. Nell’immediato, l’immagine può ricordare un muro, uno steccato, solo uno sguardo attento e disposto ad osservare da una prospettiva differente consente di vederne la reale natura.
Questo è l’atteggiamento proprio dell’ambasciatore, colui che si farà ponte tra la cultura e lo scautismo italiano e il mondo che avrà occasione di incontrare, pronto a vivere e leggere ogni opportunità ed incontro con uno sguardo nuovo, curioso, accogliente, desideroso di andare oltre la superficie, pronto a rinunciare al consueto punto di vista.
Per questo motivo ad ogni unità di formazione (reparti, clan e compagnie) è stato assegnato il nome di un ponte con una storia significativa legata al territorio di provenienza.
Bellezza intesa sia come stile da avere in questa esperienza – attenzione al bello, cura e valorizzazione di ciò e di chi ci circonda – sia come impegno a presentare l’Italia quale patria della bellezza per la cultura, i paesaggi e gli ambienti.
Il Jamboree sarà anche un’occasione per scoprire il bello, implementarne la capacità di cercarlo e riconoscerlo oltre le apparenze nelle persone, nelle esperienze e nei luoghi. Attraverso il Jamboree, scopriremo di essere costruttori di bellezza nella propria vita, negli incontri, nelle relazioni, nelle comunità che abitiamo e viviamo. Bellezza è anche essere serenamente e sinceramente se stessi. Bellezza come possibilità di raccontarsi, ascoltarsi e confrontarsi, per condividere le nostre storie, il nostro Paese, le nostre esperienze. Bellezza intesa come desiderio di intraprendere un viaggio che ci faccia riflettere sulla nostra cultura, sul nostro modo di fare scautismo e su chi siamo, per valorizzare il positivo che è in ciascuno di noi.
Come contingente italiano abbiamo scelto dei temi che ci accompagneranno nello sbloccare un nuovo mondo. Sono tre parole chiave che caratterizzano il nostro essere scout italiani:
Bellezza
Accoglienza
Ambiente Andiamo a scoprirne uno per uno….
Vogliamo scoprire, conoscere e rispettare quanto ci circonda, comprendere l’urgenza di preservare l’ambiente attraverso comportamenti sostenibili.
Attuare pratiche capaci di valorizzare le risorse che abbiamo ricevuto in eredità, utilizzarle con la responsabilità di consegnarle integre alle generazioni future.
Ambiente per noi significa anche vivere la natura, rispettarla, scoprirne le potenzialità e la vulnerabilità.
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