Tanti… ma quanti ce ne vogliono per fare un WA convinto? Anche pochi, basta che siano come quelli che si sono ritrovati a Lodi dal 31 Ottobre al 2 Novembre. Il nostro è stato molto di più che un semplice incontro. A disposizione c’erano sicuramente tutti gli ingredienti necessari per rendere indimenticabile l’uscita: come la voglia di conoscerci, la voglia di capire meglio a che cosa andremo incontro partecipando come IST al Jamboree 2015 in Giappone, la speranza di ricevere dettagli logistici e risposte anche a domande pratiche … ma c’era anche molto di più: la consapevolezza che per la prima volta, dopo tanti mesi, stavamo iniziando a trasformare un sogno in realtà: finalmente potevamo concretamente iniziare a prepararci alla grande avventura del Jamboree.
L’arrivo a Lodi al centro Caccialanza è stato caratterizzato dalla presenza di una intensa nebbia che ci ha accolto ed avvolto fino a notte inoltrata… era così intensa che quando siamo usciti la sera per il fuoco di bivacco, abbiamo fatto difficoltà a trovare la legna, che comunque sapevamo essere li vicino… ma li dove? Curioso: il giorno dopo, quando della nebbia non c’era più traccia, quelle che avevamo percepito come distanze immani, in realtà non lo erano. Le attività che abbiamo fatto durante l’uscita ci hanno permesso di ricordare le nostre comuni radici scout, un po’ della nostra storia, partendo dagli albori con un video di B.-P., passando per le immagini delle prime squadriglie e dei primi Jamboree. Abbiamo provato ad utilizzare alcune tecniche giapponesi per disegnare, ci siamo confrontati sui nostri obiettivi rispetto alla partecipazione la Jamboree e, grazie all’intervento di tre persone della associazione Fuji, abbiamo potuto avvicinarci alla cultura giapponese, grazie ai racconti del loro presidente assieme alla sua moglie Sachimi, originaria del Giappone. Con lei abbiamo oltre che parlare di cultura, abbiamo anche provato a fare degli origami… beh, almeno ci abbiamo provato e a qualcuno gli origami sono anche riusciti.
Penso che uno dei momenti più emozionanti dell’uscita sia stato il momento in cui è avvenuta la distribuzione dei fazzolettoni da IST: è stato quello l’attimo in cui abbiamo capito che qualcosa era cambiato e che il lancio della nostra missione era ormai definitivamente avvenuto: un unico fazzolettone per tutti, composto di tanti colori, come tanti sono i colori dei fazzolettoni, delle divise, dei volti delle persone che incontreremo. Noi in Giappone saremo testimoni dello scoutismo italiano, saremo testimoni di come a livello mondiale lo scoutismo intende la pace: non una pace teorica, tiepida o peggio fredda, ma una pace vissuta, dove le varie nazionalità si mescolano, giocano, si confrontano, vivono esperienze comuni e assieme fanno esperienza reale di convivenza, gettando semi che costruiscano la pace vera tra i popoli una volta rientrati a casa.
Ed è proprio questo che ci viene richiesto: una volta terminata l’esperienza del Jamboree infatti diventeremo per sempre ambasciatori presso le nostre comunità e testimoni di tutto ciò che abbiamo vissuto e sperimentato: saremo ambasciatori della pace! .
Il Barbiere di Siviglia vola in Giappone
Il reparto Gioacchino Rossini composto dai gruppi scout provenienti dalle regioni Marche, Abruzzo e Campania, rappresenta uno dei reparti italiani che parteciperà all’evento internazionale Jamboree 2015. Al fine di agevolare la conoscenza e la creazione di uno spirito di gruppo è stato realizzato un primo campo di formazione del reparto che si è svolto dal 31 ottobre al 2 novembre 2014 a Sulmona, un luogo magico e favoloso. Questo campo è stata l’occasione per conoscere di persona sia i capi che ci accompagneranno in questa avventura: Marialuisa, Marco, Serena e Don Paolo, sia tutti i componenti del reparto in modo da stringere nuove amicizie e creare un gruppo sempre più compatto per il Jamboree.
Per i gruppi scout della Campania l’esperienza di questo primo campo di formazione è iniziata già nel viaggio per raggiungere Sulmona, in quanto sia il viaggio di andata che di ritorno è stato organizzato con un autobus di linea. Ciò ha rappresentato per molti di noi un esperienza del tutto nuova ed un primo approccio a ciò che sarà il lungo viaggio che ci condurrà in Giappone. Giunti a Sulmona abbiamo incontrato gli altri gruppi scout delle altre regioni, è stato un momento emozionane in quanto c’eravamo solo conosciuti tramite Facebook. Fatte le presentazioni di rito, abbiamo condiviso insieme una cena con le diverse specialità regionali che ognuno di noi aveva preparato e visionato i video preparati da ciascun componete del reparto, questo è stato un momento per conoscerci e superare quel lieve imbarazzo iniziale.
Durante i due giorni di campo abbiamo svolto una serie di attività e giochi, finalizzati a far emergere le diversità di regole e comportamenti nell’organizzazione dei vari gruppi scout, in modo da farci abituare alla diversità che sicuramente incontreremo nel confrontarci con i gruppi scout provenienti da tutto il mondo. Inoltre le attività svolte sono state un utile strumento per stringere nuove amicizie e far nascere uno spirito di gruppo. Un momento emozionante è stato quando ci sono stati consegnati i fazzolettoni del contingente italiano che indosseremo al Jamboree, in quel momento ho percepito, e penso che anche molti altri del gruppo hanno avuto la stessa sensazione, tutta l’importanza di questa esperienza, che va oltre il semplice viaggio all’estero ma che ci renderà ambasciatori dell’Italia In Giappone.
Il campo si è concluso con la divisione in quadriglie e la nomina dei capi e dei vice. Il reparto sarà composto da quatto squadriglie: Falchi, Leoni, Canguri e Puma.
I commenti che raccolti hanno evidenziato un grande entusiasmo, tutti sono stati contenti non solo per le attività svolte ma soprattutto per le nuove amicizie e conoscenze che sono tate fatte.
Di seguito alcuni commenti:
- È l’inizio di un percorso, di un’ avventura insieme con tutte le difficoltà e ostacoli ma il bello del Jamboree è questo… sapersi divertire nel conoscere gente nuova con tradizioni e costumi diversi e tutto questo in un campetto… fantastico!
- È stata un’ esperienza magnifica dove ho conosciuto nuove persone e ho stretto nuove e bellissime amicizie.
- Fantastico ricco d’ emozioni e d’ amicizie… un bel reparto.
- Molto coinvolgente.
- Fantastica.
- Epico, fico e chi più ne ha più ne metta.
- Oltre a ripetere che il campetto mi è piaciuto molto sia per le cose fatte sia per le nuove persone che ho conosciuto, vorrei aggiungere che con questo primo campetto è iniziato ufficialmente il nostro percorso di formazione per il Jamboree, tale percorso sarà, come anche il Jamboree in sé, pieno di difficoltà da superare e sono sicuro che il nostro gruppo ha tutte le potenzialità per affrontare la grande sfida: forza ragazzi!!!
- Allora: per me è stata un’esperienza bellissima. Non credevo di poter vivere un’esperienza così all’interno degli scout. Ho avuto una splendida impressione di tutti, adoro la mia sq. e non vedo l’ora di fare il prossimo campetto.
- Bello, interessante, costruttivo per la conoscenza di nuova gente e divertente.
- A me è piaciuto tantissimo per la libertà di scelta che ci hanno dato.. poi per aver conosciuto così tanti ragazzi simpatici e con alcuni ho legato veramente tanto.. non vedo l’ora di condividere con voi altri campetti e poi il jamboree.
- è stato il campetto più bello mai fatto!
- Io sono stata bene perché comunque l’ambiente, le persone, il modo in cui c’hanno trattato è stato tutto nuovo e bello perché perlomeno a me hanno fatto riflettere.
- è stato figo vedere comunque che ognuno aveva le proprie tradizioni, le proprie regole e giochi e veniamo ‘solo’ da regioni confinanti.. figuriamoci con chi verrà da altri Paesi !
- Allora.. mo’ mi applico. è stato il campetto più bello che io abbia mai vissuto e il fatto che siamo stati trattati tutti in modo uguale mi ha fatto sentire “responsabile”… le attività sono state coinvolgenti e mi hanno fatto riflettere e aspetto con ansia il prossimo incontro.
- Penso sia stata un’esperienza bellissima. Ho incontrato tantissime persone piene di vita e con tanta voglia di mettersi in gioco,di condividere le proprie conoscenze e tradizioni. Ho legato subito con tutti e non vedo l’ora di poter rincontrare tutto il reparto per il prossimo campetto.. e il resto del mondo in Giappone!
- Bhe credo che sia stato un campetto straordinario ed indescrivibile. Tutto è stato fantastico: a partire dalle amicizie che si sono subito create sino alle bellissime attività fatte.
- Credo che se un semplice campetto di due giorni sia stato così bello, probabilmente il jamboree stesso sarà meraviglioso.
- Per me è stata un’esperienza nuova dove ho potuto conoscere e confrontarmi con persone che non conoscevo e con le quali affronterò un lungo viaggio.
- Durante il campetto abbiamo svolto molte attività divertenti e riflessive.
- Abbiamo fatto subito nuove amicizie ed abbiamo capito che per piacere agli altri basta solo essere noi stessi.
Buona Caccia dal Barbiere
Jamboree: numeri e simboli
Valentina, dell’Area Contenuti, ci racconta i numeri del Contingente FIS al prossimo Jamboree Mondiale e cosa si nasconde dietro al logo.
Il 23° Jamboree si svolgerà dal 29 luglio al 7 agosto 2015 a Kirara-hama, Yamaguchi, Giappone. Kirara-hama è una luogo strappato al mare a Yamaguchi-City, che è situata nella parte ovest di Honshu a 930 km a sud di Tokyo. Il sito del Jamboree si estende per un 1 km da nord a sud e 3 km da est ad ovest (286 ettari).
Qualche numero
Dall’Italia un unico contingente della Federazione Italiana dello Scautismo, composto da soci AGESCI e CNGEI, parteciperà al 23° Jamboree in Giappone. Il contingente italiano sarà composto da 974 (785 AGESCI e 189 CNGEI) tra Capi, Esploratori/Esploratrici/Guide/Rover/Scolte e IST, approssimativamente la metà rispetto ai due ultimi Jamboree europei.
I partecipanti AGESCI saranno riuniti in 17 Reparti: 2 Reparti ciascuna per Emilia Romagna e Veneto, 1 Reparto regionale per Piemonte/Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia, 1 Reparto per Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e i ragazzi dell’associazione Südtiroler Pfadfinderschaft, 1 tra Lombardia, Marche e Veneto, 1 tra Lazio, Molise, Sardegna e Umbria, 1 tra Abruzzo, Campania e Marche, 1 tra Basilicata, Calabria, Campania e Puglia e 1 tra Calabria e Sicilia.
Gli IST AGESCI saranno raggruppati in 4 Clan di formazione: 1 Clan da Emilia Romagna e Veneto, 1 Clan da Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e i ragazzi dell’associazione Südtiroler Pfadfinderschaft, 1 Clan da Abruzzo, Lazio, Marche, Sardegna, Toscana, Umbria, e 1 Clan da Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia.
Il CNGEI parteciperà invece con 3 Reparti di esploratori ed esploratrici e 1 Compagnia: 1 Reparto Nord, 1 Reparto Centro, 1 Reparto Sud e 4 Compagnie affiancate in un’unica unità (con 36 Rover provenienti da tutta Italia).
I temi
“Uno Spirito di Unità” è il tema del Jamboree 2015. Il carattere Kanji 和 (WA) ha diversi significati: unità, armonia, cooperazione, amicizia e pace. WA rappresenta anche il Giappone e la sua cultura.
Il logo del Jamboree è stato creato dal tradizionale nodo Giapponese Mizuhiki. Questo nodo, realizzato in carta giapponese, viene usato come dono augurale in occasioni importanti come nascite e matrimoni. Il movimento di questo nodo rappresenta il legame tra le persone, il logo vuole creare questo legame tra gli Scout di tutto il mondo. Il carattere 和 sintetizza il significato del nodo Mizuhiki.
I tre colori rappresentano i tre concetti del Jamboree: Energia, Innovazione e Armonia, temi portanti di questo Jamboree.
ENERGIA come Natura
Conoscere la natura e l’ambiente circostante, vivere in modo attivo e responsabile le risorse naturali. La terra è un dono che va preservato e custodito. Non ci è stato donata dai nostri padri, ma l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli, e perciò dobbiamo impegnarci per preservarla perché loro possano goderne.
INNOVAZIONE come Incontro
L’innovazione è pensata come possibilità di cambiamento e arricchimento, di rinnovarsi (e ritrovarsi) attraverso l’incontro con l’altro. Questo percorso prevede la scoperta e la (ri)scoperta di se stessi, attraverso i miei compagni di viaggio, con tutte le diversità che si incontreranno sul cammino. Fondamentale, per questo percorso sono la curiosità del conoscere, l’ascolto, l’apertura e la disponibilità a mettersi in gioco guardandosi dentro e approcciando gli altri con occhi curiosi ma rispettosi.
ARMONIA come Pace
La pace non è solo definita negativamente come “assenza di conflitti”, ma positivamente come “presenza di bene”. In questo percorso, vivere in armonia e pace significa promuovere questi valori attivamente, essendo “costruttori di pace” a diversi livelli (nelle relazioni interpersonali, nella società civile, nella comunità nazionale, nelle relazioni, internazionali). La pace è una condizione personale caratterizzata dal vivere in armonia senza tensioni e conflitti con se stessi e con gli altri.
Tutto questo (e molto altro) sarà vissuto da i 976 rappresentanti della FIS e del nostro paese in Giappone.
Il viaggio sta per iniziare!
Valentina
Pillole di Giappone /1
Il Jamboree si sta avvicinando e come prepararsi al meglio se non cominciando a conoscere la cultura e le tradizioni del paese che lo ospiterà?
Con questa prima “Pillola” inizia il nostro viaggio attraverso una rubrica che passo dopo passo ci porterà alla scoperta del paese del “Sol levante”…
Sono Maria, Capo reparto del Carmignano 1 e vi aiuterò ad esplorare il magico mondo del “日本” (Nihon: Giappone).
La cultura giapponese è ricca di riti, cerimonie e precisione. Ogni momento, anche il più semplice, come quello del vestirsi o del bere il thè, ha regole e tradizioni precise, osservate e curate nei minimi dettagli da tutti.
Oggi vi racconto alcune curiosità sull’ospitalità giapponese, o “おもてなし” (Omonetashi: letteralmente significa servire, completare, mettersi al servizio), e altre curiosità linguistiche.
I giapponesi sono un popolo caloroso e accogliente, sempre pronto a mettere l’ “ospite” a proprio agio, come se fosse a casa: vi stupirete di quanta attenzione, gentilezza e cordialità verranno posti nei vostri confronti e di come sarà facile abituarsi a questo nuovo mondo e sentirsi quindi a casa. Non vorrete più adarvene via!
I consigli che vi darebbe B.P…
- Ricordatevi sempre di togliere gli scarponi prima di entrare in una “ 家 ” (ie: letteralmente casa in giapponese).
- Ricordatevi di sorridere sempre.
- Se un giapponese s’inchina davanti a voi, non spaventatevi! È il loro modo di ringraziare e ricambiate.
- Allenatevi e mostrate la vostra abilità con gavetta e “ 箸 ”(hashi: bacchette giapponesi).
- Siate pronti a sorprendervi!
Saluti e frasi utili
- おはようございます = Ohayou Gozaimasu (o semplicemente Ohayoo) = Buon Giorno! こんにちは = Konnichiwa = Buon Pomeriggio
- こんばんは = Konbanha (o Konbanwa) = Buona Sera
- おやすみなさい = Oyasumi Nasai (o Oyasumi o ancora Yasumi) = Buona Notte さようなら = Sayounara = Arrivederci
- ありがとう o ありがとうございます = Arigatou o Arigatou Gozaimasu = Grazie!
(“gozaimasu” si aggiunge per fare la forma cortese e insieme ad “arigatou” letteralmente significa “grazie per quello che fai per me“; se invece fosse stato “gozaimashita” sarebbe allora inteso come “grazie… per quello che hai fatto per me“) - どういたしまして = Doo Itashimashite = Prego
- はい = Hai ( o ee ) = Si!
- いいえ = iie = No!
- おげんきですか = Ogenki desu ka? = Come stai? (letteralmente “sei in salute?“)
- げんきです= Genki desu = Sto bene (in risposta a “Ogenki desu ka?“)
BUON SENTIERO E… “ またね “ (Ciao)!
Maria
Partecipazione, collaborazione e servizio/2
Mario, responsabile degli IST italiani e CNGEI al prossimo Jam, intervista Sylvia – IST CNGEI – dopo aver svolto servizio a 2 campetti di formazione del Reparto “Margherita Hack”
Cara Sylvia, hai vissuto l’esperienza di servizio affiancata al Reparto “Margherita Hack”, quali erano le tue aspettative prima di cominciare il tuo servizio?
Dal momento in cui ho fatto domanda di partecipare al Jamboree come IST, ho deciso di partecipare il più possibile (stando attenta agli impegni familiari) a tutti i momenti pre-Jam, per dare una mano anche prima del Jamboree stesso (come richiesto), conoscere un po’ alcuni IST, vivere/osservare l’avvicinamento da parte dei ragazzi ed i capi.
E le tue paure?
Come sempre: non so chi troverò, con chi dovrò collaborare e non so che cosa si aspetta da me. Ma ho deciso di ‘buttarmi’, di giocare il gioco; allora eccomi!
Come giudichi l’esperienza vissuta?
Come IST ci siamo trovati bene, sia a Mestre che a Peri. Ognuno fa la sua parte; io cerco di essere utile dove posso. Ci facciamo delle belle risate tutti assieme e questo è molto importante!
Come è stato il tuo rapporto con i membri dello staff di Reparto?
Li ammiro; hanno un ruolo difficile, soprattutto nella fase di formazione. Come IST abbiamo cercato di aiutarli nell’osservazione dei ragazzi, ma è stato difficile (anche perché non sempre riuscivamo a leggere i nomi e non ce le ricordavamo come facevano loro).
Abbiamo cercato di sostenere i membri dello staff aiutando con la registrazione, il librone, la preparazione degli spazi, laboratori, foto, ma anche lasciandoli un attimo tra loro quando li vedevamo in difficoltà.
Mi sono trovata molto bene con loro
E con i ragazzi? Come hanno visto la tua figura?
Mi sono sentita come parte del gruppo, del Reparto “Margherita Hack”, in servizio. Per i ragazzi penso di essere stata “una dell’IST”. Sapevano qual’era il nostro ruolo, chiedevano dei consigli/info sulla logistica o quando avevano bisogno di qualcosa di particolare. Con entusiasmo hanno esposto le ricerche fatte in Reparto, anche a noi IST. Eravamo presenti e partecipi, per loro come per lo staff.
Fare servizio affiancata ad un Reparto in cosa ti può essere utile per la preparazione alla partecipazione al Jamboree come IST?
In tutto. Mi sono iscritta come IST per fare servizio, per vivere l’esperienza internazionale anzi mondiale, ma partendo dall’Italia; iniziamo a collaborare/rapportarci tra noi, poi piano piano allarghiamo il cerchio per entrare nel Mondo! Ci tengo molto a fare vivere la mia esperienza a tutta la Sezione. Infatti dopo i campetti ho mandato due righe alla sezione, come alla Consulta Regionale. Il prossimo passo che voglio fare è l’organizzazione di una giornata Jamboree in paese; ho la testa piena di idee. Cercherò l’aiuto dei senior, delle unità, per fare vivere questo Jamboree a tutti. Sto pensando alla collaborazione con un’organizzazione Italo-Giapponese, con un ‘teatro del Tè’, dimostrazione di alcuni sport, laboratorio origami, vendita di prodotti regalati dallo sponsor, spiegazione di cos’è il Jamboree, eccetera. Abbiamo l’ok da parte dell’amministrazione comunale per fare questo in concomitanza con una festa in paese “Meli in fiore”, che attira tanta gente.
Grazie Mario, e grazie a tutti quelli che si danno da fare per i ragazzi.
Partecipazione, collaborazione e servizio/1
Letizia, responsabile degli IST AGESCI al prossimo Jam, ci racconta il percorso dei 4 Clan che parteciperanno al 23° Jamboree Mondiale in Giappone
Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Donatello… cosa vi fanno venire in mente?
Per i più giovani, le 4 tartarughe ninja; per i più acculturati, gèni del Rinascimento italiano, ma per tutti noi del Jam2015, i 4 clan di formazione degli IST AGESCI!
Sono 64 rover e scolte leader, creativi, simpatici, entusiasti, pronti a portare il loro aiuto al mondo… capitanati da 16 valorosi che li accompagnano nella preparazione al grande evento che li attende: il Jamboree in Giappone.
Nel novembre scorso, in 4 diverse località italiane, i clan si sono incontrati e conosciuti per la prima volta: facendo strada, giocando, confrontandosi hanno condiviso aspettative e informazioni sul Jamboree. Presto, cioè a maggio, si rincontreranno tutti insieme a Verona per scoprire ancora di più sugli IST e il prezioso servizio che svolgeranno quest’estate…chissà che non imparino anche qualche parola di Giapponese!
L’esperienza del Jamboree non si concluderà però a Kirara-Hama: a settembre ci sarà l’occasione per confrontarsi e poi ritornare, zaino sulle spalle, sulla strada condivisa delle proprie comunità, portando la ricchezza dell’incontro e del dono vissuti. WA!
Letizia
Come può funzionare una città da 30mila persone fatta di tende?
Mario, responsabile degli IST italiani (International Service Team), ci parla di coloro che faranno funzionare, nella pratica, l’immenso campo Jam, gli IST.
Domani mattina si parte presto, prima dell’alba, quando il bosco comincia a fare rumore e la vita si riattiva, lentamente. In realtà a riprendersi lentamente sono solo gli uomini, che gli animali magari sono stati in giro tutta notta e chissà cos’hanno fatto e forse non lo sapremo mai, perché non siamo animali notturni ( a parte qualcuno…).
Si torna a casa, fra 2000 km di autobus, treno, aereo, macchina, che quando si arriva si è stanchi e la voglia di tornare a lavorare è pari allo zero, con la “saudade” del campo che sempre ci piglia e non ci molla per un bel po’, come un cane annoiato che però non perde il vizio di morsicare e di stringere la presa.
Dormiamo tutti insieme sotto il tendone della comunicazione e, prima di andare a letto, facciamo un brindisi con un improbabile bevanda finlandese dal gusto indecifrabile. So già che quel sapore dolciastro me lo porterò a dormire e forse mi farà sognare cose che poi sicuramente non ricorderò, perché sono troppo stanco.
A fianco a me, le due ragazze irlandesi, che chiaccherano senza sosta e ridono per cose che non capisco e non scoprirò mai (ma forse è meglio così…).
Blanca mi chiama e mi propone di scambiare il suo foulard con il mio: mi sorprendo a pensare che è la prima volta in dieci giorni che mi rivolge la parola (e per una spagnola ciò è estremamente strano, ve lo assicuro); anche se, a dire il vero, mi ha sorriso più volte, come se volesse iniziare a parlare, ma poi non lo ha fatto.
Martin suona la chitarra, in solitario (come al solito), mentre Niels cerca disperatamente qualche altra malcapitata con cui provarci, ma anche stasera verrà amabilmente schivato come un appestato, quasi avesse qualche virus innocuo e malinconico.
Gli altri dormono già.
Io mi fermo a guardare i loro volti, alcuni sono stanchi, alcuni distrutti, altri dormono pacifici e rilassati. Anche se è Luglio, fuori fa un freddo becco, e anche qua dentro non si scherza, con tutti gli spifferi che fanno entrare un vento gelido e umido (siamo vicini a un lago, uno degli innumerevoli laghi di questa terra piatta e selvaggia).
Cerco di imprimere i loro tratti nella memoria, ma so che probabilmente non ce ne è bisogno, perché di solito mi ricordo le facce, mentre sui nomi faccio molta più fatica.
Mi ricordo di quella volta che a Kandersteg: avevo passato mezz’ora a guardare le foto dei rover e senior di tutto il mondo, alla fine del loro turno trimestrale di servizio. Non ce ne era uno con un’ombra sul viso, uno che sembrasse annoiato, uno che avesse la faccia come per dire: “ma dove sono finito…”.
Siamo tutti parte dell’International Service Team e forse non ci rivedremo più, ma magari anche no, chi lo sa. Magari ospiterò Verna e Jakko per una settimana, e li porterò a vedere le Cinque Terre, che sugli stranieri fanno sempre un certo effetto. Magari incontrerò qualcuno al prossimo Jamboree o al Roverway, ci abbracceremo e parleremo piano camminando fra le tende, promettendoci di tenerci in contatto (magari diventeremo amici su Facebook).
Anche perché io adesso queste persone le conosco veramente (oddio sembra una fase importante, ma per me è così) e mi é bastato poco.
Poco tempo, pochi giorni, poca fatica.
La vita dell’IST è questa.
Sveglia alla mattina presto, turni di lavoro, ore di chiacchere, gesti per farsi capire, spazi da rispettare, sonno mancato, cibi strani, caldo, turni per le docce, brindisi, risate e incazzature varie, che poi dipendono sempre dal grado di sopportazione che ognuno ha rispetto agli imprevisti, alla stanchezza e ai modi di fare diversi dal nostro.
Per prima cosa bisogna imparare a capire gli occhi degli altri, perché tutto parte da lì, ancora prima delle parole, del nostro inglese strascicato, che non da mai l’impressione di essere algido e pulito come quello degli scandinavi, peraltro molto più comprensibile dell’inglese degli inglesi o degli americani.
Poi bisogna armarsi di santa pazienza.
Bisogna essere umili, perché noi italiani facciamo cosí e cosà e gli altri non sono scout veri e poi non hanno la spiritualità e non sanno cos’è il servizio e badabim e badabom e alla fine ce la suoniamo e ce la cantiamo sempre da soli, perché forse siamo un po’ provincialotti (per restare in tema: comunque in Italia si mangia meglio che nel resto del mondo!).
E poi ci sono i ragazzi, i partecipanti. E quindi bisogna ricordarsi che dobbiamo essere sempre d’esempio. Servire sorridendo, anche quando proprio non ne hai voglia e non ce la fai più, quando vorresti tirare una testata contro il muro (o contro il palo della tenda, più fattibile), piuttosto che ricominciare il turno del bar (a proposito, cosa centrano le bibite e le sponsorizzazioni in un campo scout???!!!).
Poi le cose si imparano a poco a poco e vengono naturali, bisogna sciogliere i muscoli, del corpo e del cuore.
Bisogna partire con la voglia di fare e di imparare, più che di insegnare.
Di conoscere con la mente aperta e senza dare giudizi a priori (che poi si chiamano pre-giudizi, che, state sicuri, ne abbiamo sempre un bel po’).
I ventidue giorni del viaggio passeranno, ma tutto il resto no.
Alle volte, per fare bene il proprio servizio, basta seguire la legge scout.
Mario
Il nostro sogno, il sogno di ogni scout: il Jamboree
Qualche parola dal nostro Capo Contingente FIS al 23° Jamboree Mondiale in Giappone, Nicolò
Migliaia e migliaia di ragazzi da ogni parte del mondo che vivono insieme esperienze indimenticabili in un mare infinito di tende, colori, sorrisi, bandiere, amicizia e mille altre cose ancora. Il Jamboree è da quasi 100 anni l’utopia della pace e dell’armonia fra i popoli che diventa realtà per 10 giorni, incarnata nei volti, nei gesti e nei pensieri dei fortunati che vi partecipano.
I ragazzi che andranno in Giappone avranno infatti un’occasione unica di conoscere, toccare, assaporare tantissime culture e modi di vivere lo scautismo diversi. Questo ovviamente comporta anche una grande responsabilità per noi italiani: essere all’altezza per rappresentare con orgoglio e gioia la nostra bella identità in un confronto che sia davvero arricchente per noi e per gli amici che incontreremo.
La parole chiave per guidare la nostra esperienza dovrebbero essere principalmente due: curiosità insaziabile. Non dovremo avere mai paura di buttarci nelle avventure che sicuramente ci si faranno davanti, che siano parlare in inglese con i nostri vicini di tenda indiani (anche se non lo mastichiamo proprio bene bene), lanciarsi scatenati in una danza con delle guide olandesi, improvvisare una partita a scoutball con i neozelandesi o organizzare una cena italiana per gli amici giapponesi.
Al Jamboree si vedono e vivono cose che non succedono in nessun’altra parte del mondo, ma qui accadono con grande semplicità.
Ad esempio ci capiterà magari di lavarci i denti a fianco a ragazzi musulmani ed ebrei che tranquillamente stanno uno di fianco all’altro senza minimamente pensare alle difficoltà ed i conflitti che i loro paesi di origine possono avere. Magia.
Ecco noi saremo parte di questo e di tantissime altre cose ancora….ma attenzione perché nella vita ne capitano poche di occasioni del genere e noi che andremo dovremo essere bravi a non farci sfuggire nulla di questa esperienza, assaporarla fino in fondo per tornare a casa e, forti di quello che avremo vissuto, impegnarci con ancora più forza per rendere migliore questo nostro mondo.
Un sogno dite? Beh se andate al Jamboree vi assicuro che non sembra tanto un sogno ma la realtà che possiamo davvero costruire insieme…
Continuiamo quindi a sognare ed impegnarci insieme, buon viaggio verso il Jamboree!
Nicolò
Capo Contingente FIS al World Scout Jamboree 2015
WA!
4-6 gennaio 2015: per molti ragazzi, anzi per quasi tutti i ragazzi italiani, questi tre giorni indicavano la fine delle vacanze natalizie e quindi l’imminente ritorno a scuola. Per altri, invece, circa 43, oltre che la fine delle vacanze rappresentavano un’altra opportunità, un’altra occasione per stare insieme e per continuare a sognare; a sognare una terra lontana, molto lontana, il Giappone, la terra dei ciliegi in fiore, dei manga, dei cosplay, del Jamboree…
E sì, questi ragazzi erano insieme a Cassano delle Murge, vicino Bari, per avvicinarsi sempre di più a questo entusiasmante traguardo. Non a tutti, però, dopo quel campetto, sarebbe stata data la possibilità di volare in Giappone, a coronare il loro sogno. Su 43, solo 36, infatti, verso la fine di luglio 2015 potranno preparare lo zaino alla volta del paese del Sol Levante. Ma non per questo motivo al campo si respirava tensione, rivalità. Tutt’altro. Nell’aria aleggiavano solamente amicizia, collaborazione e spirito di squadra. Quest’ultimo, alimentato anche dalle molte attività di gruppo svolte. Dai cartelloni con i quali si dovevano rappresentare i tre temi del Jam, fino alle ipotesi per smascherare un ladro, passando per delle scenette comiche, una gara di cucina e un’attività di conoscenza dell’inglese e degli altri ragazzi.
L’armonia è stata dunque il tema di questo campetto, come lo sarà, insieme ad innovazione ed energia, di tutto il Jamboree. Lo dimostra in maniera inequivocabile la foto finale, che rappresenta il WA. Alla fine di quei tre giorni, però, siamo tornati tutti a casa. Ognuno alla propria vita. Ognuno speranzoso di poter rincontrare quelle magnifiche persone che gli hanno permesso di vivere un’esperienza indimenticabile. Ognuno sicuramente più ricco, con qualcosa in più, sia in senso spirituale che in senso materiale: quell’insieme di oggettini e ricordi ai quali spera di poterne aggiungere degli altri, molti altri, provenienti dalla lontana terra dei samurai, dei manga e degli alberi di ciliegio in fiore.
ANOTHER LITTLE STEP TO THE JAMBOREE!
My last scout camp to join to the Jamboree was in Bari from 4th January to 6th January and I was looking forward to meet others guys, with I have enjoyed with at the last camp. It’s always really a great feeling seeing them again, and to understand that each of us has the same dream, the same target, the same values.
During this great experience I’ve learnt a lot of interesting news about Japan as how do they live, how do they write and also what do they eat! In fact one of the activities was cooking traditional Japanese food, all together and to know Japanese way of cooking, which is very far from our traditional cooking. Furthermore in order to take in the real culture and to get closer to Japanese costumes we tested ourselves with the fascinating and difficult Japanese writing and its ideograms. We tried to draw these symbols better as we could, but it wasn’t very easy because they were a bit complex and maybe we weren’t very accurate! Then a Japan’s expert told us many information about Japan that let me understand the real meaning of the Jamboree, based on harmony, energy and innovation that are fundamental elements for Japan. He also answered to our questions about this attractive country and gave us some advices to avoid misunderstandings or common mistakes. For example, do you know that you mustn’t say “Cin cin” in Japan when you crash in with your glasses? Why? Well, because “Cin Cin” in Japanese means something a bit different from our commune meaning, (in fact it stands for male genital organ!!) so it’s better to avoid saying this in Japan…
Then I’ve appreciated a lot the English activity, that made me feel like we were really in the Jamboree and these have been useful to improve my language’s skills. Another interesting activity was the comparison between CNGEI and AGESCI with some guys from the other association who went to our camp and told us their usual activities and explained us their different way of scouting. However the best activities was the cosplay, that was the first, I’d never joined at. It was a great experience where characters from all kinds of books, films, animes or mangas meet together and it was like a very big party where all the guests were a piece of a magic and fantastic world. There were Candy Candy, Sampei, Sailor Moon, Spiderman and a lot of others great costumes… It was very enjoying and it opens (to) me a new world, that I didn’t know very well.
The magic atmosphere of the camp, makes me understand how much is important for me scouting life, with its adventures, its feelings and special people you can meet. It has been a really great camp, and I hope to see all the scouts that I met again, because each of them gave me something and I think these moments we shared will last in our minds and in our hearts, so how can I forget them? I think it’s impossible, and I’m glad it is.
I really hope to continue my road to Jamboree, to visit Japan and to meet thousands and thousands of others scout of all walks of life so that I can realize my dream. Let’s hope all this will early comes true!