Salve a tutti, sono Daisuke Yang e ho 23 anni. Sono il classico giapponese DOC, molto attaccato alle tradizioni della mia terra. La mia più grande passione è fare il giornalista e, come potete ben notare, sto scrivendo un articolo. Non è il solito articolo su fatti quotidiani, questo articolo lo scrivo per raccontarvi un’esperienza personale. Senza farmi notare da nessuno nei giorni 456 gennaio mi sono infiltrato nella base scout AGESCI di Cassano delle murge (BA) per osservare più da vicino il campetto di selezione del reparto sud Eduardo De Filippo. Il 4 gennaio verso le 15.30 alla base c’erano già tutti quanti, ragazzi e capi, tutti si abbracciavano e si salutavano affettuosamente, si vede proprio che gli scout sono i migliori a stringere amicizie in poco tempo e portarle avanti. Subito dopo i saluti e altre attività a tema JAMBOREE, hanno iniziato il loro viaggio verso le tradizioni,usi e costumi giapponesi, terra dove si svolgerà il loro così tanto ambito Jamboree. La sera si sono dati ai cosplay, ognuno di loro,incluso lo staff, aveva un proprio cosplay fatto alla perfezione. Quasi non li riconoscevo il giorno seguente. Il giorno dopo sono arrivati altre 6 persone, 2 adulti e 4 ragazzi con pantaloncini di velluto blu e camicia azzurra, dicevano di essere dell’AGESCI. Ebbene si, appena hanno iniziato a parlare ho scoperto che appartenevano al reparto Puglia che farà parte del contingente italiano FIS.
Dopo le presentazioni sono passati a domandare e chiedere dubbi sull’associazione opposta. Ho apprezzato molto questo momento. Verso le 11, divisi a gruppi, si sono cimentati in alcuni piatti giapponesi. Erano tutti raccolti in un ricettario e, da quello che ho sentito mentre ero appostato, tutti i piatti che ne facevano parte gli avevano cucinati gli esploratori circa un mese prima del campetto. Mentre cucinavano c’erano profumi fantastici e un’armonia fra persone che si conoscono poco davvero incredibile, dovrei prendere esempio da loro. Questa era una vera e propria gara di cucina, dovevano curare quindi sapore, aspetto e presentazione che, a parer mio, erano degni di un ristorante di Tokyo. Al termine della gara di cucina i ragazzi dalla camicia azzurra hanno lasciato quelli dalla camicia verde, promettendo di rivedersi in Giappone. Subito dopo i ragazzi si sono messi alla prova cercando di imparare a fare gli ideogrammi giapponesi, ognuno di loro aveva il proprio con il significato più personale possibile. Erano davvero bravi. Dopo qualche prova su fogli di carta ci hanno provato sulla carta di riso per poter trasformare poi il loro ideogramma in un fantastico segnalibro. Sono venuti fuori dei segnalibri stupendi che io non mi sarei mai aspettato. Questi scout non ti deludono proprio mai. Il terzo giorno, l’ultimo giorno. Il giorno in cui erano tutti dispiaciuti del fatto che sia già finito e che alcuni di loro non potranno rivedersi mai più. La mattina è arrivato un uomo. Era un bonsaista professionista che, durante il corso della mattinata, ha spiegato loro tutte le varie tradizioni giapponesi, i loro modi di essere e di fare e come erano impostate le loro città. Erano tutti interessati, tutti facevano domande.
Mi è piaciuto molto vedere dei ragazzi così interessati alla mia terra d’origine. Quando questa specie di lezione sul Giappone fini ci fu la distribuzione del pranzo al sacco. In questo momento tutti si stavano salutando perché alcuni avevano il treno molto presto. Tutti impauriti dal fatto che potrebbero non rivedersi più. Ma anche se impauriti il sorriso non glielo levava nessuno. Una volta che si erano salutati tutti iniziarono le prime partenze. Ormai era finito il campo. Le bandiere si erano abbassate, il quadrato si era spezzato e ognuno tornava a casa, con la speranza di poter rivedere tutti.
Silvia, Reparto Archimede, Livorno 3
Cristoforo Colombo alla scoperta della Nuova America
Eccoci qua con il vento in poppa ed il mondo sotto i nostri piedi. Pronti a salpare con le nostre tre caravelle in un mondo completamente ignoto. Una terra di tradizioni, lingue e cultura diverse ci attende, ci accoglierà come una mamma e ci guiderà in avventure mai vissute attraverso paesaggi mai incontrati ed esperienze tutte da provare.
Sotto una stessa legge ed una stessa promessa saremo uniti come non mai. Abbatteremo le differenze e ci uniremo come una grande famiglia.
E come una vera famiglia, l’8 Novembre 2014 ci siamo legati. Abbiamo appreso i gusti di uno e dell’altro, le passioni, i pregi e i difetti, cosicché giunti alla metà ci saremo sentiti fratelli e sorelle ed insieme conquisteremo il mondo..
- ROAD TO JAPAN
Appena saputo che sarei andata al Jamboree quasi non mi sembrava vero. Era così strana l’ idea che sarei andata in Giappone, che avrei conosciuto così tante persone pareva così surreale che faceva quasi paura.
Ricevuta finalmente la data dell’ uscita di quello che sarebbe diventato il mio nuovo reparto sentii le farfalle nello stomaco, non stavo più nella pelle. Più i giorni si avvicinavano più quella felicità si mischiava alla tensione, non so esattamente che cosa fosse ma mi rendeva felice.
Eppure una volta arrivata vedendo tutti quei visi sconosciuti non ebbi paura, la tensione lasciò posto ad altre emozioni. Tutto diventò più semplice perché tutti portavamo la stessa divisa. I fazzolettoni formavano un arcobaleno bellissimo con tutti quei colori disordinati che ci rendevano uno diverso dall’altro.
Ma quando tutti abbiamo ricevuto un fazzolettone unico li mi sono sentita del tutto a mio agio, adesso il reparto si era realmente formato, e il pensiero che quel fazzolettone blu bordato con la bandiera tricolore non accomunava solo noi, reparto Cristoforo Colombo, bensì l’ intera Italia mi rendeva veramente felice. Mi sentivo un’unica cosa con la comunità scout di tutta Italia pur non avendo mai visto i loro volti e senza aver conosciuto i loro nomi.
Alessia Di Costanzo
- CONSEGNA DEI FAZZOLETTONI
Indubbiamente la consegna dei fazzolettoni è stata per me la parte più emozionante e sentita del nostro bivacco, dalla “redazione” mi è stato detto di essere sdolcinato, ebbene non sarò magari così mieloso ma cercherò di trasmettervi le emozioni che ho provato. Finito il gioco a tappe nella città di Pavia siamo andati all’interno di un cortile dove ci siamo messi in cerchio e siamo stati bendati con le nuove promesse. I capi ci hanno poi letto varie parti di brani che parlavano della nostra “vocazione” al Jamboree (cosa che sarà ripresa nella messa di domani) e poi ci hanno chiamati uno ad uno per consegnaci la promessa italiana. Una volta finito hanno detto di metterci a coppie e di parlare tra di noi per capire perchè abbiamo deciso di partecipare al Jamboree. La cosa più bella dell’aver ricevuto il fazzoletone blu con il tricolore è stato che quando ci chiedevano di che gruppo eravamo era il poter rispondere orgogliosamente “Italia!”, è bellissimo poter sentirsi Italiani così concretamente, come se fossimo la nazionale scout.
Nicolò Merante.
- DAY 1
Il giorno 8 novembre ci siamo ritrovati nel pomeriggio alla stazione di Pavia. Tutti insieme ci siamo incamminati verso la casa del Giovane di Pavia, dove abbiamo immediatamente raccolto il cibo e sistemato gli zaini. Abbiamo quindi iniziato le attività pomeridiane. Divisi per squadre, le Scolte del clan del gruppo Pavia 4 hanno organizzato un gioco a tappe nei luoghi più simbolici di Pavia, e ogni sfida aveva l’ obbiettivo di spiegarci la funzione e la storia di queste realtà e terminava con lo scatto di un #selfie di gruppo.
Terminato il gioco, le squadre si sono riunite nella piazza principale, dove abbiamo parlato dell’ esperienza che stiamo per affrontare. Indubbiamente la consegna dei fazzolettoni che a breve avremmo fatto è stata per me, e credo per tutto il contingente, la parte più emozionante e sentita del nostro bivacco, dalla “redazione” mi è stato detto di essere sdolcinato, ebbene non sarò magari così mieloso ma cercherò di trasmettervi le emozioni che ho provato. Ci siamo quindi riuniti all’interno di un cortile quasi del tutto al buio dove ci siamo messi in cerchio. Uno ad uno ci hanno chiamati per consegnarci il nuovo fazzolettone e un portapromessa personalizzato. Una volta ricevuti ci è stato chiesto di bendarci con le nuove promesse. I capi ci hanno quindi letto varie parti di brani che parlavano della nostra “vocazione” al Jamboree (cosa che sarà ripresa nella messa di domani). Una volta finite le letture ci hanno sbendati e ci hanno chiesto di metterci in coppia e di parlare tra di noi per conoscerci e soprattutto per capire i motivi che ci hanno spinti a partecipare al Jamboree quali erano le nostre aspettative per l’ esperienza che ci aspetta quest estate. La cosa più bella dell’aver ricevuto il fazzoletone blu con il tricolore è stato che quando ci chiedono di che gruppo siamo possiamo rispondere orgogliosamente “Italia!”, è bellissimo poter sentirsi Italiani così concretamente come se fossimo la nazionale scout ed essere ambasciatori della comunità scout italiana. Tornati nella casa, abbiamo cenato condividendo un cibo della propria zona che ognuno si è impegnato a portare. Dopo un’ allegra cena, sono iniziate le attività serali: quattro stand che hanno permesso la coesione dei membri del nuovo reparto Cristoforo Colombo! Danze, orgami e giochi hanno reso l’ uscita diversa dalle altre: più entusiasmante, più stimolante e memorabile. La serata poi si è conclusa nel migliore dei modi: noi repartari, in un semplice salone, a ballare tutti assieme. Ormai stanchi della lunga giornata siamo andati a dormire con il leggero suono della chitarra di sfondo.
Beatrice, Alessia, Nicolò
- DAY 2
Il mattino del secondo giorno di bivacco è estato molto movimentato: alle ore otto sveglia e subito dopo aver fatto colazione ed esserci preparati, abbiamo fatto una foto con il nostro nome in giapponese, la quale servirà alle famiglie che ci ospiteranno in questo stato asiatico.
Passata l’emozione iniziale per questa importante foto, abbiamo tirato fuori i nostri cartelloni ricchi di illustrazioni e spiegazioni sui luoghi che vorremmo visitare una volta giunti in quella terra magica e così diversa da casa nostra. Con una rilassante musica di sottofondo e la pace nell’aria, ho potuto assaporare ed immaginare luoghi a cui non avrei mai pensato senza l’aiuto di questi ragazzi, i quali mi hanno fatto venire ancora più voglia di correre verso la nostra meta. Finita l’attività, siamo stati divisi in squadre ed abbiamo girato tutta la mattina per Pavia, cercando sempre una nuova destinazione dove recarci, la quale ci avrebbe portato ancora in una diversa meta. Durante questa attività, oltre che scoprire e visitare il centro di Pavia, ho avuto l’occasione di scoprire qualcosa di nuovo sui miei compagni d’avventura, sempre disponibili a rispondere a domande e scherzare sulle battute più assurde e divertenti. Alla fine del giro di questa cittadina, abbiamo appreso lo scopo dell’attività: la formazione delle squadriglie. Ogni squadriglia è composta da nove persone ed in totale sono quattro. Questo fatto mi ha parecchio sconvolto, poiché io personalmente non sono abituata a far parte di reparti e squadriglie così grandi, il mio reparto di appartenenza, per esempio, è composto solamente da quindici persone, divise in tre squadriglie.
Tornati alla casa del giovane, abbiamo scelto il nome della nostra squadriglia, all’inizio abbiamo optato per un simpatico nome, “kiwi”, ma purtroppo, non essendo canonico, abbiamo tramutato “kiwi” in “pinguini”; inoltre troviamo le squadriglie dei “falchi”, delle “gru” e degli “sparvieri”.
Dopo questa importante scelta, i capi ci hanno mostrato il video con la canzone ufficiale del jamboree e ci hanno spiegato il programma con le attività a cui prenderemo parte; esse saranno ispirate ai tre concetti principali del campo: energia, innovazione ed armonia e saranno divise in temi: scienza, comunità, natura, acqua e pace. Inoltre le prime due giornate saranno vissute a pieno contatto con le tradizioni di questa civiltà, perché le passeremo nelle abitazioni di questo fantastico popolo. Sicuramente queste giornate saranno impegnative e faticose, ma sono sicura che ci divertiremo moltissimo e rimarranno sempre nei nostri cuori e nei nostri ricordi.
Per concludere al meglio la mattinata, abbiamo girato un mini video in cui ogni membro del reparto dice il suo nome, esso in seguito è stato postato sulla pagina facebook ufficiale del contingente italiano.
Nel primo pomeriggio abbiamo pranzato di squadriglia ed in seguito abbiamo deciso gli incarichi all’interno di essa.
Successivamente tutto il reparto si è unito, ha cantato nella siesta e danzato con gioia. Sempre insieme abbiamo partecipato alla Santa Messa di Don Alessandro, dove abbiamo avuto il tempo di riflettere sul bivacco passato e su ciò che ci attende, perché una volta arrivati a destinazione, non avremo il tempo di pensare a quello che ci sta accadendo, ma solo di vivere nel pieno le nostre emozioni.
Finita la Messa ci siamo uniti in un ultimo cerchio di saluti e tristi, ma felici delle attività passate insieme ci siamo diretti presso la stazione di Pavia.
Durante il ritorno, ho avuto modo di ridere e scherzare sul treno con le altre guide ed esploratori liguri, abbiamo sorriso nelle difficoltà, come quelle di non trovare un posto per tutti sul treno, ma anche cantato e riso nell’attesa dell’arrivo a casa; inoltre abbiamo avuto modo di condividere paure ed emozioni inerenti questo primo incontro e speranzosi di poterci incontrare tutti al più presto.Da questi ragazzi ho potuto imparare tante cose, mi hanno insegnato canti e danze che non conoscevo, ho ascoltato storie passate di campi indimenticabili ed ho potuto capire che non sono l’unica in ansia per questa grande attesa. Sono felice di aver conosciuto queste persone meravigliose e spero che durante l’avventura fantastica che ci attende, possa legarmi ancora di più a loro, cosicché in futuro ci sentiremo tutti parte di una grande famiglia.
Beatrice Ascanio
Incontro con il Reparto Fabrizio de Andrè (Centro Italia) CNGEI
Il 4 di Gennaio, in un piccolo gruppo di undici ragazzi del Reparto Federico Fellini, accompagnati dai capi, ci siamo ritrovati a Fornovo per incontrare il Reparto Centro Italia del CNGEI, che parteciperà con noi al Jamboree. Al nostro arrivo eravamo un po’ timidi perché gli scout e le guide dell’altro reparto erano molti di più (circa 50) ed erano pieni di energia; ma dopo esserci presentati, siamo stati trascinati da questa loro caratteristica e quindi anche noi ci siamo uniti alla festa!
Subito dopo si è svolta un’attività riguardante la lingua e la cultura del Paese che ci ospiterà, gestita dalla Comunità Giapponese di Parma: grazie a loro abbiamo imparato le basi della lingua e le frasi più utili per esprimerci (eh sì, in Giappone non parlano l’Inglese) quando staremo per tre giorni in famiglia. Ci hanno anche insegnato a usare le bacchette per mangiare (e non come disse qualcuno, per acchiappare le mosche), alcuni origami e soprattutto il comportamento da tenere e i piccoli ma fondamentali, gesti tradizionali da compiere ogni volta che si entra o si esce dalla casa, quando si mangia, eccetera eccetera. La parte più divertente è stata quella in cui ci hanno spiegato come funziona il bagno (ipertecnologico e con mille bottoni) con la ripetuta avvertenza di chiedere ai padroni di casa quali sono i giusti comandi da attivare per non fare danni!
Come noi al nostro primo campetto, anche loro hanno incontrato il capo del loro contingente, Filippo, e lo abbiamo accolto tutti con gioia, ma con particolare vigore (sempre per via della loro grande energia) i ragazzi del CNGEI. Ha salutato i rappresentanti Giapponesi e noi del reparto Federico Fellini, con l’augurio di ritrovarci al Jamboree.
Come ultima cosa noi dell’AGESCI, divisi in tre gruppetti, abbiamo proposto loro delle attività inerenti al Giappone e allo scoutismo e mentre le svolgevamo, abbiamo avuto il tempo di conoscere la loro associazione e viceversa.
Questo incontro è stato molto utile perché siamo entrati in contatto con una realtà diversa dalla nostra con il loro modo molto vivace di essere scout, ma anche perché abbiamo potuto rincontrare i nostri compagni di reparto!
Reparto Federico Fellini
Emilia Romagna 1
Reparto Emilio Salgari: emozione, energia e carica!
Tutto inzia con l’incontro di due delegati del contingente Italia che ci raccontano cosa ci aspetta…e ci fanno già viaggiare con la mente!
E poi il nostro viaggio inizia ufficialmente con la consegna del Fazzolettone del contingente Italia: uno uguale per tutti. Con i colori della bandiera italiana! Siamo ufficilamente ambasciatori dello scautismo italiano!
Abbiamo inziato a giocare per imparare i nostri nomi, quante risate per ricordarsi chi ho davanti e chi ho affianco! E l’emozione è tanta!
E poi la foto..abbiamo deciso di farla con una candela a testa rappresentando il WA e tutti UNITI e vicini per sentire meno il freddo e la stanchezza!
La mattina manca ancora qualcosa! Siamo 36 e finalmente si creano le tanto agognate squadriglie: Il reporto Emilio Salgari Veneto 1 è pronto per questo viaggio!
Reparto Gianni Rodari: l’inizio del grande viaggio tra colori e sorrisi…
Una moltitudine di colori: questa è l’immagine che ci portiamo dietro dal primo campo del Reparto “Gianni Rodari” di Piemonte e Val d’Aosta.
I colori di decine di fazzolettoni diversi, degli zaini, degli sguardi eccitati e un poco imbarazzati.
E ancora i colori dei sacchi a pelo, dei cibi tipici, a volte squisiti, a volte meno, e a volte… come il brus. I colori delle specialità, dei brevetti, degli oggetti usati per presentarci in gruppi di sei (peluches, cubi di Rubik e matite mostrati per dire quanto siamo dolci, complicati, creativi), il colore dei sorrisi. Si, perché anche i sorrisi hanno un colore.
Ci sono i sorrisi bagnati dell’arrivo sotto la pioggia, i sorrisi timidi e impacciati e quelli più spavaldi mentre ci si conosce per la prima volta, quelli imbarazzati di chi è arrivato in ritardo perché ha perso il treno, e anche quelli divertiti delle presentazioni. I sorrisi sorpresi e curiosi, mentre si creano le pattuglie: Verità, Rispetto, Strada e Viaggio, quattro nomi che mostrano subito le nostre intenzioni. I sorrisi affaticati e entusiasti dei giochi e dei bans condivisi, mentre si cerca di portare qualcosa del nostro reparto di origine e di imparare qualcosa di nuovo da riportare indietro.
I sorrisi sporchi di salsa tonnata e briciole di focaccia dei pasti. I sorrisi coraggiosi di chi tenta di conciliare due specialità mangerecce che sembrano incompatibili, ma che, un po’ come noi, si ritrovano sorprendentemente bene assortite.
I sorrisi e le risate durante il gioco notturno, quelli assonnati mentre chiacchieravamo nel sacco a pelo. I sorrisi speranzosi durante la messa e l’incontro con il delegato del contingente.
I sorrisi assorti mentre raccontavamo i nostri sogni, per il Jamboree e per la vita, tutti accomunati dal desiderio di voler partire, viaggiare, conoscere cose nuove.
I sorrisi da flash mentre si fanno le foto di rito, e quelli più sinceri e stupiti per tutte le cose straordinarie che sono accadute: scoprire che fra noi era “nascosto” qualche valdostano, incontrare qualcuno che ci conosce in modo sorprendente e qualcuno che abbiamo già incontrato, apprendere a proprie spese che non si può suonare la “cup song” con dei bicchieri di vetro, ritrovarsi a indossare il fazzolettone del contingente e capire lentamente di far parte di un nuovo reparto.
E ancora i sorrisi meravigliati, di chi ha compreso che la grande avventura è appena iniziata e che a questi faranno seguito molti altri sorrisi.
Clan IST Donatello: Giappone, arriviamo!
Diario del Primo Campetto
(Bologna-Vignola, 31/10/2014 – 2/11/2014)
L’appuntamento è a Bologna Centrale, tra le cinque e le sei del 31 ottobre: inizia il viaggio del Clan IST Donatello! I componenti sono per la maggior parte vèneti (dalle provincie di Verona, Vicenza, Venezia, Treviso e Padova) ed emiliano-romagnoli (dalle province di Bologna, Reggio, Piacenza, Forlì Cesena, Ravenna, Rimini), ma c’è anche una componente laziale (come vedremo in seguito, una vera “romana de Roma”).
Nel marasma della stazione mi sforzo di trovare un gruppo di una ventina di scout: sono fuori, in cerchio, ad ammirare infreddoliti il grande orologio analogico, fermo ancora sulle 10,25 dalla Strage di Sabato 2 Agosto 1980. Riconosco qualche faccia, ci siamo già visti -più abbronzati- a San Rossore. Mentre attendiamo i ritardatari ci presentiamo con un gioco, suscitando l’interesse di un simpatico senzatetto di nome Michail.
La nostra guida è la nostra scolta Marta, bolognese DOC, che ci mostra le bellezze del suo centro storico. Non può mancare la foto di gruppo di fronte alla chiesa di San Petronio, il patrono della “Dotta”!
Raggiungiamo la chiesa di San Giovanni in Monte, sede del gruppo scout Bologna 3, il luogo dove trascorreremo la notte. Ci facciamo un tè, e poi da bravi scout, ceniamo. Tutti i pasti del campetto hanno provenienza regionale: infatti ciascuno di noi si è presentato con una specialità tipica della propria cucina locale. Sotto con bigoli al ragù, cotechino e fagioli, gnocchi alla zucca, gramigna con salsiccia, montasio e polenta, erbazzone, sbrazaledon, pandoro… Complimenti ai cuochi!
E’ Halloween! La sera riportiamo in vita orribili creature. Esemplari i nostri capiclan: qui vediamo Cristina, una malvagia strega, e Sergio, una sorta di “bimbo-hulk” assassino.
Il giorno seguente ci avviamo verso la Stazione: rotta Vignola! Sulla via troviamo un Hotel con il nome del nostro clan. Meglio immortalare questo magico e irripetibile momento.
Dopo un breve tratto di treno si riparte con le proprie gambe. “Ma quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi”. Ed entriamo nella provincia di Modena. (Nella seconda foto, a sinistra, potete ammirare Nausicaa, la “romana de roma” di cui vi parlavo).
Ora la nostra guida è la vignolese Alice, che ci mostra l’azione di coraggio (in vista della passata Route Nazionale 2014) svolta dal suo clan Vignola 1 l’anno scorso. Con l’aiuto dell’amministrazione comunale e Libera (Gruppo Niscemi di Savignano), hanno risistemato (e organizzato attività di informazione) in un area verde di Savignano sul Panaro, intitolandola a Lea Garofalo, testimone di giustizia vittima della ‘Ndrangheta. Il parco ora si chiama “Parco del Coraggio” e contiene un percorso di pensieri pirografati di personalità famose -e non- sui temi della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Ci fermiamo per visitarlo.
Proseguiamo, e raggiungiamo Vignola, dove ci sistemiamo nella sede del gruppo di Alice. A pranzo svuotiamo il rifornimento di “tigelle” (con salumi vari) fornitoci dalla fantastica famiglia di Alice, e dopo una improbabile partita a calcio riusciamo a immortalare il nostro fotografo e capoclan, super-Giangio, durante la pennichella pomeridiana.
Dopo le attività di presentazione delle nostre comunità, tradizioni, usanze, è tempo di cibarsi. E via con piadine e affettati, soppresse con e senza aglio, per chiudere con la combo tutta piacentina di Busslanein e Malvasia. (Siamo sempre a mangiare! ndr)
Il mattino seguente ci sorprendono due individui che danno l’idea di essere importanti. Sono Nicolò, il Capo-contingente FIS e Paolo, il responsabile dell’Area Comunicazione. Con loro poi anche Letizia e Alessio, i responsabili dell’Area IST. Hanno con sé i fazzolettoni di contingente. Ha inizio la cerimonia! Sulle parole de “La spiritualità della strada” di Don Giorgio Basadonna il clan Donatello entra ufficialmente a far parte del contingente italiano.
Giappone, arriviamo! WA!
articolo di Francesco Brianzi (Maestrale Effervescente)
Pian piano arriviamo anche noi…
Dopo mesi di sogni, speranze e desideri finalmente è giunta l’ora del primo campetto anche per il reparto Maria Montessori: questo è forse il momento più importante, il primo impatto con i nuovi compagni e i capi è davvero fondamentale!
Anche se ci vuole un po’ per mettere in moto il motore imparando a conoscersi, le differenze di età e provenienza non sono state un ostacolo, ma un modo per imparare qualcosa in più perché, nel nostro piccolo, abbiamo vissuto un piccolo Jamboree inter-regionale (quasi microscopico, di fronte all’immensità dall’evento che ci attende in Giappone!). Dall’emozionante consegna dei fazzolettoni che portano il simbolo dell’Italia per formare un nuovo reparto che sarà ambasciatore dello scautismo italiano nel Sol Levante, fino al bellissimo momento di conversazione con il mitico capo contingente Nicolò che ha chiarito dubbi, ha raccontato di quello che significa il Jamboree e perché sarà un’esperienza assolutamente unica: è stato davvero un weekend denso di emozioni e ricco di novità.
Nel brevissimo lasso di tempo tra sabato 22 e domenica 23 abbiamo compreso i tre concetto fondamentali del Jamboree:
- l’energia dimostrata da ogni singolo membro del reparto, che ha partecipato attivamente alle attività proposte;
- l’innovazione nel mettersi in gioco imparando a conoscersi e creare nuovi legami;
- l’armonia che aiuta a trasformare le differenze da ostacoli in opportunità di incontro per prepararci al meglio a vivere un’esperienza che cambierà tutti per sempre!
Il viaggio è appena iniziato…
E
ONE WAY → JAPAN 2015
“È giunta l’ ora, è giunto il momento di essere protagonisti del nostro tempo. La strada è la stessa ANCHE SE SIAMO LONTANI …”
Queste sono state le parole sulla bocca di tutti i rover e le scolte che hanno partecipato alla route nazionale italiana, in quel momento ciascuno di loro ha portato a San Rossore un pezzo del proprio paese, che fosse metropoli o piccolo borgo, loro c’erano e si sono fatti sentire.
Con questo spirito vogliamo arrivare anche noi del reparto “Umberto Nobile” in Giappone, con la voglia di farci conoscere e di conoscere tutta la realtà scoutistica che ci circonda; ma essendo un reparto interregionale, come creare uno SPIRITO DI UNITA’ fuori dal nostro paese se non ci conosciamo tra di noi?
Beh, per questo nascono i campetti di preparazione, il nostro primo si è tenuto a Salerno!
Ci era stato chiesto di portare tanto entusiasmo,un simbolo che ci rappresentasse e un piatto tipico del nostro paese. Questi ultimi molto apprezzati da tutti specialmente grazie alle prelibatezze di nonna Giuditta e alla ‘Nduja calabrese, ma grazie anche a tutte le deliziose pietanze preparate con cura da tutte le nonne o mamme che fossero. Ed è stata proprio questa condivisione di tradizioni e sapori a spingerci ad aprirci di più!!!
Per mesi ci eravamo scambiati esperienze di vita scout e non su “whatsapp”, ma non possiamo omettere l’imbarazzo iniziale che tutti abbiamo provato quando le foto dei profili si sono trasformate in immagini in carne ed ossa, ora, i nomi delle chat (per la maggior parte tutti uguali : vedi “Francesco jam 1-2-3) letti così sulle chat prendono volto e diventano realtà, la realtà di un sogno!
ONE WAY → JAPAN 2015
Giappone! Già il sentire questa parola ci fa’ viaggiare con la mente, ci catapultiamo dall’ altra parte del globo dove ancora non riusciamo ad immaginare di andare.
Cosa ci separa da quella meta?
8 mesi!
Otto mesi che possono passare in fretta se trovi compagni di AVVENTURA meravigliosi! La prima sera infatti dopo aver ricevuto la maglia con il dirigibile simbolo del nostro reparto (competizione di disegno vinta dal nostro orgoglio ALTAMURANO Domenico) e il fazzolettone del contingente italiano, abbiamo avuto modo di socializzare anche attraverso una molto organizzata attività dove ognuno di noi ha mostrato il proprio video,foto,power point o collage craccato (?) di presentazione (N.B alcuni hanno scelto il formato orale) seguito dalla spiegazione del proprio simbolo identificativo, simboli molto vari tra di loro ma ciascuno, anche se piccolissimo, porta in sé una parte dello scout che l’ ha presentato e continuerà a portare da quel momento anche una parte relativa al Jamboree.
L’attività si è conclusa abbastanza pesto, le 2:00 circa… ma la notte è giovane e il nostro bel reparto , sfuggendo ai tattici scarponi appesi (date una medaglia al capo che ha avuto questa idea), è riuscito a rimanere sveglio per un altro paio di orette dove si è compattato sempre di più.
La sveglia è suonata alle 7.30 e tutti lavati e vestiti (con le nuove magliette del reparto) e profumati ( vabbè si fa per dire ai campi scout!) siamo scesi a fare colazione per poi cominciare il tanto atteso smistamento nelle squadriglie.
La parola smistamento ci fa venie in mente Harry Potter no?
Chiamano il tuo nome, ti mettono in testa un logoro e scorbutico cappello e poi annunciano la tua casa di appartenenza no?
Ma questa è roba troppo sofisticata per noi scout!
Bendati.
*suono di una bocca che si apre*
* rumore di uno sputo*
*lacrime a volontà*
Come avrete capito, per ogni squadriglia corrispondeva una spezia e ad alcuni sfortunati è capitata proprio la cipolla, l’aglio o il peperoncino, ai più fortunati l’origano.
Ma fino a questo momento non eravamo altro che piccoli gruppetti maschili o femminili… una vera squadriglia necessita di un nome, di un grido, di un guidone!
Così partendo dal nome le squadriglie hanno iniziato a prendere forma: Fenici, Ghiandaie, Iene e Rinoceronti ogni squadriglia con gridi e motti diversi e originali. Le prove però non finivano qui!
Bisognava dare una forma a questi animali! Così sono state messe alla prova le nostre abilità di disegnatori e sarti e bisogna dire che i capi si aspettavano di peggio!
Ormai le sq. erano formate e non ci restava che cominciare le attività da svolgere in squadriglia! Il tema? Giappone ovviamente! Infatti i nostri capi erano tutti vestiti a tema e divisi in varie postazioni, ci hanno fatto provare diverse tecniche giapponesi come gli origami o il disegno dei fiori di ciliegio e anche un complicato nodo che solo in pochi sono riusciti a realizzare.
A pranzo in seguito abbiamo potuto finalmente assaggiare la buonissima e famosissima ‘NDUJA, una pietanza alquanto piccante ma prelibata, tipica della Calabria.
La ‘nduja infatti ci ha messi in moto per le attività pomeridiane come la realizzazione di un sacchetto portaoggetti che porteremo con noi al Jam ,sono venuti fuori lavori davvero ben fatti e vari in forme e cuciture, abbiamo avuto tempo fino all’ora della messa seguita da una simpatica attività svoltasi lungo le strade illuminate di Salerno, dove ogni squadriglia doveva diffondere ciò che è il Jamboree !!!!
Ma il meglio della serata doveva ancora venire!
“nessun profumo vale l’odore di quel fuoco” diceva B.P, ed è proprio vero! Ma che fuoco è senza scenette e canti?! Infatti quella sera toccava a noi ragazzi animare! Ad ogni squadriglia era stata affidata una tecnica di animazione: Ghiandaie scenetta, Iene quadri fissi, Rinoceronti canto e Fenici mimo. Con le varie tecniche dovevamo spiegare il nome del nostro reparto attraverso alcuni indizi fornitici dai capi … ne sono venute fuori di tutti i colori! Dal cane di nome Norge a Poppea, la moglie di Umberto per finire ad iceberg e a flussi di coscienza in fin di vita. Insomma! Si sarà rivoltato nella tomba!
Il fuoco ci ha divertiti tutti ragazzi e capi che però dopo qualche danza, visto l’orario, ci hanno mandati a dormire dopo una bellissima giornata ricca di eventi ed emozioni!
Quella notte però non tutti sono riusciti a dormire notti tranquille… alcuni non sono riusciti ad evitare gli scarponi nei corridoi ma le “missioni segrete” (N.B mi fanno notare che non sono più troppo segrete) sono ugualmente andate in porto… beh… alcuni ci hanno rimesso la faccia! Infatti con i trucchi gentilmente offerti da Nadja (Nababauer), alcuni, (il trio “swag”) sono riusciti a “decorare” le carine e coccolose facce dormienti di povere vittime…
(non facciamo i nomi degli artefici per motivi di sicurezza) e così anche il secondo giorno era andato..
La seconda sveglia del campo è stata di gran lunga la più triste perché, ormai affezionati , vedevamo troppo vicino il momento dei saluti ma “LA STRADA È LA STESSA ANCHE SE SIAMO LONTANI” e la nostra strada è il Giappone, tutti insieme! Infatti l’ultima mattinata è stata dedicata alle domande varie ed eventuali sul viaggio, sulla home hospitality e soprattutto al lancio del secondo campetto e alle attività da preparare!!!
In seguito ci sono stati ridati i nostri fazzolettoni e i simboli che ci rappresentavano e dopo le ultime sistemazioni tutti in cammino verso la stazione, una cammino più triste rispetto all’andata con davanti treni o macchine ricche di genitori impazienti di rivedere i propri figli..
saluti, saluti, baci e abbracci ma una sola promessa: “WA,a spirit of unity, ci rivediamo presto compagni!”
Graziana
Buon natale e buone feste!
Destinazione Jamboree: aspettative e timori
Tutto ha avuto inizio con una splendida giornata di sole. Trentasei scout e quattro capi, quaranta persone con una meta comune: il Jamboree. Ragazzi che non si erano mai visti prima, accomunati solo dall’appartenenza allo scoutismo, si ritroveranno tra nemmeno trecento giorni in Giappone. E quindi occorre prepararsi.
Arrivati nella base scout di Cassano, su indicazione dei capi, vengono formate delle squadriglie provvisorie,e , in seguito, tramite giochi ed attività interessanti e divertenti (tra le quali il gioco della fiducia, la disposizione secondo il numero di scarpe e molto altro), si cerca di conoscersi l’un l’altro il meglio possibile.
Dopo la conoscenza reciproca, creato un buon clima, si cena condividendo il cibo che si è portato da casa. Un modo simpatico per gustare piatti diversi e per sperimentare lo spirito della condivisione e la bellezza dello scambio. Durante il bivacco, tra giochi e scenette, si parla naturalmente di Giappone e Jamboree, e si discute molto sulle aspettative e sui timori. Ne risulta che quasi nessuno ha un’aspettativa particolare, ognuno desidera vivere le esperienze al meglio. Tutti però si aspettano una miriade di amicizie, grazie all’incontro con scout di tutto il mondo e, soprattutto, un fittissimo scambio di opinioni, pareri, idee, tradizioni su qualsiasi cosa, dal cibo ai giochi, dalla scuola alle idee per il futuro, dallo stile di vita alle tradizioni, dalla pace alla religione e oltre, verso i confini della conoscenza umana!
Tra i timori è emersa soprattutto la preoccupazione di non riuscire a vivere tutto, la paura di non riuscire a sfruttare fino in fondo la straordinaria occasione offertaci.
Il timore di trovarsi spaesati e le difficoltà riguardo alle diverse lingue passano in secondo piano. Dopo le esperienze col reparto, durante le quali ci si innamora dello scoutismo, il desiderio di sognare e quindi candidarsi alla partecipazione al Jamboree, la gioia per la scelta e gli incontri con il reparto di formazione, come si potrebbe avere timore di fronte a questa sfida affascinante?
E, parlando, aumenta la voglia, il desiderio di essere presto in Giappone. Riflettendo su queste cose si va a dormire.
La mattina successiva, dopo colazione, celebriamo la messa e ci si lancia in un gioco che ci permette di scoprire chi era Alda Merini, la poetessa a cui è intitolato il nostro reparto di formazione. Ricomponendo alcune frasi scritte su biglietti si ricostruiscono le sue poesie e si scopre che era una poetessa milanese, con una vita travagliata, che ha lasciato un grande patrimonio di poesie e riflessioni.
Si pranza, e poi si cuce una piccola sacca di iuta che andrà riempita per il prossimo incontro.
Ci si incammina verso la stazione e si ritorna a casa, carichi e desiderosi di rincontrarsi presto, anzi prestissimo, coltivando magari il sogno di essere in Giappone già il giorno dopo.
Francesco Caprotti