Da Venezia al Giappone sulle tracce di Marco Polo

 
1-2 novembre 2014
-3  -2  -1… WA!!!!!!!!!!!!!
Finalmente, dopo un bel po’ di mesi di attesa, ci siamo trovati tutti assieme, il reparto “Marco Polo” del Veneto si era formato!
Il luogo di ritrovo era il parco delle energie rinnovabili “Fenice” di Padova, dove ci siamo trovati ognuno con il proprio zaino, capo reparto, e fazzolettone; è stato bellissimo vedere ragazzi di diversa età e provenienza, ma uniti da uno stesso sogno, il sogno di vivere il Jamboree in Giappone.
20141102_141041Ma variopinti fazzolettoni non ci hanno diviso per molto, perché dopo poco tempo ci hanno consegnato il fazzolettone del contingente italiano.
Ci sembrava di stare assieme da anni.
Durante il pomeriggio, abbiamo deciso i nomi e gli urli delle squadriglia, abbiamo conosciuto meglio il mondo del CNGEI, e una ragazza ci ha raccontato la sua esperienza vissuta al Jamboree in Inghilterra nel 2007, per finire abbiamo fatto delle torce che ci sarebbero servite nella serata.
Dopo cena, il cerchio serale è stato animato da canti, bans e giochi, nuovi ed entusiasmanti (abbiamo dei chitarristi davvero favolosi!!).
Al termine della serata ci siamo riuniti in cerchio sotto le stelle, con le torce che facevano da fuoco; abbiamo ringraziato il Signore per la splendida giornata passata assieme.
Nessuno è riuscito a dormire molto la notte, tra le emozioni della giornata, le chiacchiere per conoscerci meglio e l’eccitazione per ciò che ci stavamo preparando a vivere.
La mattina dopo, verso le 8:00 ci siamo diretti verso il quadrato… più o meno svegli.10689877_10204393165542928_5740524641332752629_n
Nella mattinata siamo entrati nel vivo del Jamboree: i nostri capi, infatti, ci hanno mostrato un grande sacco di iuta, dove (di reparto) dovremo mettere tutti nostri sogni e speranze. successivamente ce ne hanno dato uno più piccolo a testa, dove metteremo tutte le cose che accompagneranno ognuno di noi nel suo cammino verso il Jamboree.
E, dopo aver risolto alcune curiosità sul Jamboree e dopo la messa, abbiamo pranzato e sistemato il luogo dell’uscita.
Purtroppo, alla fine, dopo lunghi e interminabili saluti, siamo dovuti tornare tutti a casa.
Le risate e i sorrisi non sono mancati, siamo un reparto bellissimo… e adesso chi ci ferma più!?
Buona caccia… ci si vede ad aprile… WA!!!
 

Sarà un lungo viaggio…

“Sarà un lungo viaggio” ci disse al nostro primo incontro il caporeparto. Adesso mi ritrovo a sperare che il nostro cammino duri il più possibile, perché il campetto del reparto Anna Magnani è sembrato volare e nessuno di noi voleva che finisse.
Sì era la seconda volta che ci vedevamo (il nostro primo incontro è stato a settembre) ma ci siamo subito sentiti vicini, uniti da un insaziabile curiosità.
Il campetto, che si è svolto sfruttando il giorno di festa dell’8 dicembre, è trascorso alternando pochi momenti seri, qualche gioco, tantissimi canti e le presentazioni. Ci era stato chiesto, infatti, di preparare qualcosa che parlasse di noi e ognuno si è sbizzarrito con ciò che sa fare meglio: chi ha portato una canzone, chi una poesia, un disegno, un cartellone, un dolce, una ricetta, un gioco, delle foto.
Alcuni ospiti ci hanno parlato del nostro ruolo di ambasciatori, della comunicazione al Jamboree, della propria esperienza nella grande “marmellata di ragazzi”; siamo stati chiamati a disegnare come vediamo un nostro compagno di viaggio scelto a caso e a scoprire quali sono le qualità necessarie ad un ambasciatore. Tra queste vi è la conoscenza della nostra cultura, delle nostre radici: da qui le attività su Anna Magnani e l’ascolto dei racconti dell’ultimo carbonaio italiano che vive nella zona di Acquapendente.
La cosa che, forse, mi è piaciuta di più è stato il calore dei momenti liberi dove su sette suonatori una chitarra saltava sempre fuori e si cantava tutti insieme, qualunque cosa. E sì, c’è decisamente qualcosa che funziona in un reparto, quando ci si ritrova stretti attorno ad una chitarra, fuori dalle stanze, fino ad una ad un orario improbabile della notte, dopo il gioco notturno e due estenuanti giorni di campetto, a cantare a squarciagola tutto il repertorio musicale a nostra disposizione.
Personalmente, non vedo l’ora di rincontrare tutti i ragazzi e i folli capi del reparto che porta il nome della grande attrice romana Anna Magnani, per fare un altro piccolo passo nel nostro percorso che ci porterà a diecimila chilometri da qui, ambasciatori della nostra terra agli occhi degli scout di tutto il mondo.
Elena Naldoni (Roma 66) – Reparto Jamboree “Anna Magnani”

-Road to Japan…abbbbestiaa- Reparto Toscana Tiziano Terzani


Un fazzolettone unico, che fico!
Arrivo, sbalzato in quella magica realtà parallela da cui mai smetterò di essere dipendente e non conosco nessuno. Tanti colori al collo di chi è attorno a me che non mi dicono quasi niente. Trentanove persone nuove. Trentanove gruppi diversi. Tutti di fronte a me, come all’improvviso. Non so nulla di loro, se non che questa estate passeranno due settimane in Giappone, con me. Sono lì ma la testa non è collegata: non so se devo pensare a come saranno quei quindici giorni, al mio reparto o a me ora come ora. In ogni caso parto, comincio a camminare insieme a tutti gli altri dietro quei quattro sconosciuti che si nascondono dietro la parola “capo”. Sono loro! Quelli della foto! Niccolò, Christian, Eleonora e don Simone… E piano piano tutto è più chiaro: noi siamo il Reparto Tiziano Terzani! E poi le squadriglie: i Falchi, le Piranha, i Cobra e le Zebre! E quei mitici fazzolettoni tutti blu con il bordo tricolore! Noi stiamo andando al Jamboree! E non c’è più tempo né spazio per nient’altro!!!
Così, il 22 novembre, nella base Scout di Sereto, si è materializzato il Reparto Tiziano Terzani e per la prima volta i ragazzi toscani hanno avuto modo di verificare realmente il buon esito delle loro richieste e di toccare con mano quello che per ora rimaneva il sogno chiuso nella realtà virtuale delle e-mail, ossia essere i fortunati che a fine luglio 2015 s’imbarcheranno per il Giappone.
Una nostra prima conoscenza è avvenuta attraverso i cinque sensi. Dopo danzine e giochi per scaldare l’atmosfera ci siamo suddivisi in squadriglie in base al nostro alito, un metodo forse insolito, ma devo ammettere molto efficace per riconoscersi (rileggendo bene la lettera di convocazione eravamo stati avvertiti…)! E nel tardo pomeriggio abbiamo avuto il tempo di completare le presentazioni con il materiale che ognuno aveva preparato a casa.
Dopo gusto e olfatto, l’udito: capi e organizzatori a livello internazionale ci hanno parlato della loro esperienza al Jamboree, permettendoci di mettere ancora più a fuoco l’evento che ci ha riuniti assieme in questi giorni; ma sono state soprattutto le travolgenti testimonianze di tre gasatissime ragazze, reduci dal precedente Jamboree, a trasmetterci quel testimone di entusiasmo che abbiamo volentieri raccolto e che porteremo con noi fino all’estate -e forse per tutta la vita. A proposito delle ragazze, non s’è capito se le abbiano mandate a parlarci della loro esperienza per spiegare a noi di cosa si trattava o nella speranza di uno sfogo definitivo che le potesse portare a chiudere per sempre le loro bocche sull’argomento “Jamboree 2011” -che evidentemente fa ancora fatica a sopirsi.
Alla sera, e poi ancora domenica, abbiamo sperimentato tutti -e quando dico “tutti” vuol dire veramente tutti- gli aspetti della cucina toscana nelle sue peculiarità e assaggiato da veri esperti i piatti tipici delle città di provenienza; da questa iniziativa è emersa in particolare la smaccata simpatia della cucina toscana per i “Fagioli all’uccelletto” che sono stati riproposti in tutte -ma proprio tutte- le salse possibili.
L’indigestione di cibo e di emozioni non ci ha impedito la domenica mattina di dare l’avvio alla stagione sportiva: anche in questo campo abbiamo scoperto che la nostra squadra può contare su campioni di talento non comune -soprattutto nel comparto femminile- che ci hanno convinto che, anche nel settore sportivo, saremo degni ambasciatori della nostra regione in Giappone.
Sì, perché con il passare delle ore è piano piano cresciuta in noi questa consapevolezza e convinzione di essere pronti a partire per rappresentare l’Italia e gli scout al Jamboree 2015. A celebrare il momento solenne della nostra “investitura” ci sono stati consegnati un taccuino e dei fantastici sacchettini in juta che ci accompagneranno nel nostro cammino fino al Grande Evento.
L’incontro si è concluso con la Messa e l’interminabile riunione dei genitori, durante la quale siamo riusciti a sintetizzare tutto d’un botto quello spirito che ci ha accompagnati per ventisei ore, contrassegnato nella realtà dalla fusione di tutti i fazzolettoni in uno unico: quello blu con il bordo tricolore che accompagnerà in Giappone il Contingente Italiano!
A presto gente, ci si vede a febbraio!
Le redattrici,
Elisa e Cecilia

Nel Tuo Volto la Mia Strada! Il Reparto Giovanni Falcone inizia il suo Viaggio.

Il 22 e 23 Novembre 2014 è iniziato finalmente il nostro viaggio, il viaggio di 36 ragazzi siciliani, tre capi e un simpatico assistente ecclesiastico, il viaggio del reparto siciliano Giovanni Falcone al Jamboree 2015 in Giappone.


Viaggiare sotto le insegne di un uomo straordinario qual è Giovanni Falcone, per un siciliano, è un importante onere ed onore, avendo Giovanni Falcone, come forse solo pochissimi altri, incarnato i più alti valori della moralità, dell’umanità, del coraggio, della legalità, della competenza, dell’autoironia.
Non so se Giovanni Falcone sia stato mai uno scout, ma so di certo che Baden Powell sarebbe stato fiero di lui, di un uomo che, con coscienza e volontà, ha sacrificato la propria vita per lasciare la propria terra migliore di come l’aveva trovata.


Noi tutti nelle giornate del 22 e 23 novembre 2014 abbiamo assunto l’impegno di essere ambasciatori dello Scautismo italiano al Jamboree, ma anche messaggeri dei valori e delle aspirazioni del testimone del nostro reparto.
Con leggerezza e semplicità il nostro ospite del Contingente Italiano, il palermitano Davide Carella ha condiviso, al riguardo, la splendida metafora del Bruco Giovanni.
Il primo campo di avvicinamento al Jamboree si è tenuto a Caltanissetta, in località Sabucina, presso il Santuario della Madonna del Rosario. Nonostante quasi nessuno di noi si conoscesse, la scintilla dell’armonia ha reso semplice, sin dalle prime ore dell’incontro, l’approccio tra i ragazzi, stimolando da subito la voglia di reciproca conoscenza.
Non c’è viaggio che non si inizi partendo da un luogo e proprio il momento della partenza è stata ben simulato dallo staff attraverso un simpatico check-in gestito dai ragazzi del Clan del Caltanissetta 4 con suoni da aerostazione, carte di imbarco e zona controlli, e poi, non appena tutti abbiamo completato l’imbarco e ricevuto il “kit del buon viaggiatore”, è arrivata la chiamata del primo quadrato da parte dei nostri capi: Alessio, Ivan, Laura e Padre George.


In questo contesto, il “magic moment” lo abbiamo vissuto quando, su invito dei capi, ognuno di noi ha annodato il proprio fazzolettone con quello del compagno vicino e formato un unico, grande e variopinto fazzolettone, che, riposto nella valigia (simbolo, per definizione, di ogni partenza) si è come per magia trasformato nel nuovo fazzolettone del Contingente, che siamo felici di condividere con i reparti di tutta Italia in partenza per il Jamboree.
Abbiamo quindi formato quattro squadriglie: Trichechi, Rinoceronti, Pinguini e Leoni.


Funzionale alla reciproca conoscenza è stata la presentazione personale realizzata da ciascuno di noi con lo strumento ritenuto più appropriato: dal video al cartellone, dalle fotografie alle cartoline, etc…, ognuno a suo modo, con grande spontaneità, ha raccontato il sogno che lo ha spinto ad intraprendere questo grande viaggio.


Il nostro veterano del Jamboree, Padre George, ci ha affascinato con i suoi racconti: ci ha fatto toccare con mano come dietro ogni distintivo, fazzolettone, T-Shirt o altro scambiato durante i suoi precedenti Jamboree si nasconde un microcosmo, una storia, una vita, con la sua individualità ed irripetibilità. Occasione straordinaria, quindi, per cercare di soddisfare la sete di conoscenza dell’altro e la voglia di comprendere ed accettare le diversità, consapevoli che ognuna di queste è fonte di arricchimento.
Per la cena abbiamo condiviso i piatti provenienti da ogni parte della Sicilia.
Al campo non poteva mancare il fuoco di bivacco e a seguire il meritato riposo.


Sveglia alle 7 e via con le attività, tra queste abbiamo redatto la carta delle regole con una serie di comportamenti da tenere al Jamboree.
Nel primo pomeriggio, subito dopo pranzo, i capi hanno anche illustrato alcuni usi e costumi giapponesi per lanciare il secondo campetto che si terrà nella prossima primavera a Palermo. Ivan, in particolare, con le vestigia del samurai ci ha coinvolti in una accogliente cerimonia del tea e ha legato la nostra carta delle regole con la legge bushido dei samurai.


Un particolare saluto e ringraziamento da parte di tutto il reparto G. Falcone va a tutti i nostri ospiti: Carmelo Di Mauro, capo contingente Agesci al Jamboree; Davide Carella membro del direttivo Agesci al Jamboree; Tiziana Paternò e Daniele Di Dio, incaricati alla Branca EG Agesci Sicilia; Davide Porrovecchio membro di Pattuglia EG Agesci Sicilia; Massimo Sicilia Responsabile della Zona Castelli Nisseni, Simona Campanella membro dei comitato della Zona Castelli Nisseni, entrambi capi clan del CL4; Ivan Benza maestro dei novizi del CL4; tutto il clan del Cl4, Celina capo reparto del CL4, Antonella & Viviana del CL4, Giuseppe del Palma di Montechiaro 1 e Marco e Michele del Nicosia 4.
Infine, abbiamo concluso il nostro campo inviando una cartolina già affrancata ad un nostro amico per condividere le emozioni di uno dei momenti del nostro viaggio. Abbiamo imbucato la nostra cartolina in una simpatica cassetta della posta e non vediamo l’ora che arrivi a destinazione.


Questo campo è stato troppo breve, ma sappiamo tutti che presto ci rivedremo ancor più carichi di prima, sospinti dall’inesauribile forza dell’Energia, dell’Innovazione e dell’Armonia.

Vincenzo Finocchiaro

Capo redattore del Rep. G. Falcone (SICILIA)

Gruppo Scout Agesci Paternò 4

JAMBOREE 2015: PIÙ VICINO DI UN PASSO

Se qualcuno mi chiedesse quando inizia il Jamboree, gli risponderei è iniziato con il campetto dal 31 ottobre al 2 novembre.

Perché, come hanno detto anche i capi del nostro reparto di formazione, il Jamboree non è solo i giorni che passeremo in Giappone, ma anche il percorso che compiamo per arrivare lì uniti, a partire dai tre giorni di campetto a Ostia Antica in cui il reparto “Grazia Deledda” si è incontrato per la prima volta.
La cosa migliore di questo reparto di formazione? È un reparto interregionale. Infatti gli esploratori, le guide e i capi che lo formano vengono da quattro regioni: Lazio, Sardegna, Umbria e Molise. Questo ci ha dato subito un assaggio di cosa sarà il Jamboree, la “marmellata di popoli” (Jam in inglese vuol dire proprio marmellata): incontrare scout con usanze diverse dalle nostre eppure fratelli di tutti quanti.
Un piccolissimo esempio è che ciascuno di noi porta usanze diverse, anche all’interno della stessa città o regione. Al campetto ogni membro del reparto ha portato un piatto tipico del proprio paese per imparare a conoscere anche le regioni, non solo le persone che le abitano! Poi, ovviamente, c’è stata la cena composta da questi cibi, che è stata degustata molto allegramente. Dico solo che non è avanzato nulla.

La mattina del 1° novembre, abbiamo avuto il piacere di una visita guidata all’area archeologica di Ostia Antica, vicino al luogo del nostro campetto. Le rovine erano conosciute solo da alcuni ragazzi del Lazio (la maggioranza, venendo da altre regioni, non le aveva mai viste). Per tutti è stata educativa senza essere pesante, grazie alla caccia al tesoro di squadriglia che ci ha dato modo di abituarci agli spostamenti insieme.
 

 
 
Un cambusiere che ci ha assistito era stato al Jamboree 2010 ci ha mostrato delle foto del suo Jamboree ma anche il fazzolettone e le piantine. Insomma, ci ha dato un’idea più concreta di quello che ci aspetta.
E poi ci siamo conosciuti meglio attraverso il montare e smontare le tende; scappavano domande da ogni parte, per non parlare della coordinazione necessaria per entrambe le attività. E collaborando siamo diventati squadriglia: Linci, Puma, Orsi e Leoni.
Cosa posso dire di questa prima esperienza se non che è stata perfetta? Un reparto di ragazzi motivati, pronti a partire per affrontare un’esperienza unica e uniti dalla passione per lo scautismo. Siamo veramente parati!
 
Livia Alegi

Yin Yang: l’armonia di un reparto interregionale

L’avventura del reparto interregionale Grazia Deledda comincia col primo campetto tenutosi a Ostia antica dal 31 ottobre al 2 novembre.

 

46 ragazzi tra romani sardi umbri e molisani, tre capi e un simpatico assistente liturgico mischiati a un’esplosione di energia, giochi e tante risate senza escludere accese discussioni in colorite espressioni di dialetto sardo vs romano costituiscono la nostra piccola e bellissima marmellata di volti e di culture.

I compagni di viaggio si presentano, facendo emergere affinità negli interessi e creando da subito forti legami. Il tempo scorre alla rovescia tra le rovine del sito archeologico di ostia antica portandoci dritti alle radici della nostra storia: la Roma imperiale; un ulteriore salto nello spazio e ci ritroviamo nella terra di immense dinastie e grandi tradizioni.

 

Con mille attività ci prepariamo al grande e caotico evento a cui parteciperemo, sviluppiamo tattiche e strategie organizzative per non perderci niente e nessuno… i fuochi serali si consumano scaldandoci col tepore che avvolge ciascuno dei nostri avventurieri al pensiero di quest’ enorme avventura e alla fortuna di essere stati scelti, chiamati a parteciparvi come ambasciatori del nostro Paese.

Tra momenti spirituali e riflessioni si consolida il rapporto che unisce il reparto dalle molteplici lingue, provenienze, sfumature e sfaccettature, unito da un unico obiettivo e legato dalla voglia di mettersi in gioco in quest’occasione per imparare a guardare il mondo con occhi diversi.

Come la poeta Grazia Deledda scrive nel poema “Noi siamo sardi”, nel quale si evidenzia che proprio come ciò che costituisce l’identità dei sardi, non è un unico popolo, bensì più culture e tradizioni, così si compone questo reparto. Quest’ultimo si può riassumere quindi in una parola, che si lega anche a uno dei principi della civiltà giapponese, la quale semplice pronuncia lascia percepire il suo potente significato: armonia.

Cecilia Bevilacqua

1, 2, 3, 4, 5, 10, 100 passi separano il reparto Peppino Impastato dal Jamboree

Iniziare qualcosa è sempre complicato, che si tratti di un articolo giornalistico, di un tema di italiano, di uno spettacolo o di un viaggio. Ma si dice: “Chi ben comincia è a metà dell’opera”, e il viaggio del Reparto “Peppino Impastato”, Reparto Interregionale Sicilia-Calabria, non sarebbe potuto cominciare meglio. Nei giorni 15 e 16 Novembre 2014 nel Forte di Serro La Croce, a Messina, i nostri sguardi si sono potuti incrociare per la prima volta e le mani stringersi le une alle altre.
40 sconosciuti all’andata 40 fratelli al ritorno, sognando il Giappone ad occhi aperti.
Una volta raggiunto il luogo del Campetto e montate le tende sono cominciate le attività, inizialmente mirate alla conoscenza reciproca e all’espressione del sogno che ci guida verso il Jamboree 2015. Prima di cena è giunto uno dei momenti più emozionanti di tutto l’incontro: la consegna dei fazzolettoni del Contingente Italiano. In questo momento ci siamo sentiti veramente rappresentanti dello Scoutismo Italiano.
La divisione in Squadriglie è stata rapida e i primi gridi ufficiali hanno dato il via a giochi e bans che hanno accompagnato il Reparto fino a sera, quando è stato imbandito un banchetto ricco di specialità tipiche dei paesi di provenienza di ognuno. I giochi e le risate continuano fino a tarda notte quando, sfinite ma contente, le squadriglie si ritirano nelle tende.
La sveglia suona presto nel campo e un’altra giornata impegnativa e indimenticabile inizia. Dopo un’interessante liturgia mattutina proposta dal nostro Assistente Ecclesiastico Don Marco, hanno inizio le varie attività tra le quali la realizzazione di uno zaino di viaggio in iuta per contenere i ricordi che porteremo dal Giappone e nel viaggio che faremo per arrivarci, e la creazione di una grande fiamma composta dalla fiamma di ciascuno dei Reparti di provenienza.
A quel punto era purtroppo giunta la fine del primo dei Cento Passi che ci condurrà al Jamboree, sono bastate appena 25 ore insieme per creare uno stupendo clima di unità, in pieno spirito WA!
Ogni membro del reparto torna a casa con una nuova squadriglia, nuovi capi, nuove certezze, nuovi amici, un nuovo fazzolettone e una nuova, grande responsabilità: essere ambasciatori della Calabria, della Sicilia, ma soprattutto dell’Italia al Jamboree! Ci aspettano ancora tanti passi, ma noi siamo pronti a camminare!
Noemi e Martina

Sognando il Giappone

Ciao a tutti,
finalmente il 31 ottobre 1 e 2 novembre il nostro viaggio è cominciato!
Noi ragazzi del Reparto Sud ci siamo incontrati a Capranica (Viterbo) per vivere un’esperienza bellissima che sicuramente non dimenticheremo.
Questo primo campetto di selezione è iniziato con l’imbarco sul treno che ci porterà al Jamboree, dove i nostri super capi Ale e Bounty ci hanno consegnato il biglietto internazionale Italia-Giappone.
Dopo ci siamo sistemati nelle camere, abbiamo fatto amicizia tra di noi, abbiamo conosciuto le altre cape , Ale e Chiara, gli IST e abbiamo cenato tutti insieme.
Poi ci siamo riuniti in un bel fuoco di bivacco, animato dalla nostra capacità di improvvisazione.
Lì abbiamo scoperto il nome di questo reparto: Eduardo De Filippo, grande drammaturgo napoletano.
Il mattino seguente ci siamo svegliati belli carichi e abbiamo iniziato delle attività che ci hanno aiutato a scoprire il Giappone.
Ci siamo immedesimati in disegnatori di manga e di fiori di ciliegio, abbiamo costruito delle bambole kokeshi e decorato tutti insieme la nostra valigia del piccolo viaggiatore.
Quindi abbiamo guardato i nostri video di presentazione.
Alla sera , tra cartelloni, canzoni, costumi e scenette, abbiamo conosciuto le varie regioni di provenienza e abbiamo gustato i deliziosi piatti tipici.
Successivamente abbiamo avuto un momento di riflessione.
Ad alcuni di noi era stato chiesto di portare una nostra foto significativa, ad altri un oggetto a cui erano particolarmente legati, qualcuno ha portato la bandiera del paese che vorrebbero visitare.
Abbiamo letto delle poesie su temi delicati come la shoa, l’emigrazione e i bambini africani malati.
In questa attività ognuno ha scelto un’immagine o un oggetto per ogni tipologia e spiegare perché ne era stato colpito.
Prima di andare a dormire abbiamo fatto volare delle lanterne ed espresso un desiderio, per me è stato un momento molto toccante.
Domenica mattina abbiamo provato a fare le magliette di reparto e composto la scritta JAMBOREE 2015 con dei fogli su cui dovevamo scrivere cosa ci aspettiamo dal Jamboree e cosa vogliamo portare di nostro.
Abbiamo scattato tantissime foto di gruppo, tra cui quella dove, con i nostri corpi, abbiamo formato il simbolo del jamboree.
È stata un’impresa riuscirci, ma cooperando e unendo le nostre idee è venuta benissimo 🙂
Abbiamo concluso con il quadrato di chiusura e, dopo esserci salutati, ognuno è tornato a casa.
È stata un’esperienza splendida. Ho conosciuto tantissime persone nuove ed ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa.
È stato bello mettersi in gioco e sentirsi parte di un gruppo composto da elementi tanto diversi tra loro, ma allo stesso tempo simili.
È difficile credere come persone che non si erano mai viste prima, in soli tre giorni, siano riuscite a formare un legame così forte, eppure… è stato così.
Per me già questo è stato un piccolo jamboree, figuriamoci cosa sarà quello vero…!!
Comunque vadano le selezioni, sono contentissima di aver partecipato e ringrazio i miei capi reparto per avermi dato l’opportunità di andare, i capi del reparto di formazione che ci hanno fatto passare dei bellissimi momenti e soprattutto ringrazio gli altri esploratori, i miei compagni di viaggio, perché solo loro potranno davvero capire le mie parole.
Buon cammino!

Letizia, Reparto Elfi Reggio Emilia 3

Il reparto Eduardo de Filippo ed il resto del Mondo

31/10/2014-2/11/2014 Un totale di tre giorni dove la maggior parte delle persone festeggiò, come ogni anno, Halloween, il giorno dei Morti, Ognissanti… Una piccola parte della popolazione mondiale, formata da quasi settanta persone, si riunì in questi giorni, ma non per festeggiare; non parlo di attività triste o maligne, anzi! Queste settanta persone passarono dei grandi momenti insieme, momenti indimenticabili, felici. Ma comunque lo scopo di questa riunione non era festaiolo: bensì di scoperta.
Si dà il caso che queste settanta persone fossero scout; più precisamente CNGEI; più precisamente il reparto Eduardo de Filippo ed il suo staff, che puntava lo sguardo ad est, verso il 23° scout Jamboree in Giappone: il resto del Mondo. Il resto degli scout.
È davvero complicato spiegare l’atmosfera del tutto: nonostante i 58 ragazzi lì presenti provenissero dall’Emilia-Romagna verso il sud dell’Italia c’era totale armonia tra loro. Totale! E tutto (vi giuro che è davvero complicato buttar giù queste idee a parole: ho riscritto il testo almeno una decina di volte) tutto filava liscio, come un ingranaggio oliato di fresco, come se tutto fosse stato già deciso e predisposto per essere perfetto. Armonia. E come spiegare la gioiosa complicità dei giovani? Come? Decine di scout che si incontrano la prima volta, ed il risultato è un’enorme rimpatriata di grandi amici che non si sono mai visti tra loro.
Stavamo dicendo che lo scopo della rimpatriata era la scoperta; perché oltre le chiacchierate e lo spropositato numero di battute tra gli scout, l’obbiettivo ultimo, definitivo era il Jamboree (come ho già detto prima. Spero di non ripetermi più). Questi giovani erano ignoranti in materia! Le poche testimonianze racimolate in rete non supplivano certamente all’esperienza reale del raduno mondiale sopracitato. Dato che non si potevano chiamare a raccolta 30’000 scout, i capi chiamati in carica cercarono di simulare al meglio almeno il luogo dove si sarebbe tenuto il Jamboree: e lezioni sul Giappone furono! Creazione di manga, dipinti di alberi di pesco, domande sulla geografia e politica, origami. Scoprivano il paese del Sol levante.
Per ricordare ai viaggiatori che il campetto non era una verifica scolastica ma la preparazione ad un viaggio (appunto), quale oggetto iconico di quest’attività più adatto della valigia? Una valigia riempita dei pensieri di questi intrepidi viaggiatori, le loro immagini e scritte. Il contenitore del primo campetto del Jamboree, tenutosi a Capranica tra ottobre e novembre, con 58 ragazzi, 4 capi e vari membri dello staff, le paure, la leggerezza, l’ansia, il movimento, i colori, il sole ed il gelo e la notte, lo scoutismo.
Alla fine dei tre giorni i ragazzi tornarono ognuno a casa propria.
Tre giornate intensissime! Tutto ciò che quei giovani avevano passato! Sarebbe stato mai possibile eguagliare il tutto?
Sì. Perché i membri del contingente italiano CNGEI al 23° Jamboree internazionale dello scoutismo si sarebbero incontrati di nuovo a Bari, ancora una volta. Avrebbero passato altri giorni insieme, creando una grande energia. Come un motore umano.
Preparati ancora di più ad incontrare il resto del Mondo.
Mario Gherlanz