I 100 passi verso il Giappone sono quasi tutti percorsi!!

Un altro grande passo verso il Giappone è stato fatto e il sogno ormai è vicinissimo. Il secondo campetto di preparazione prima del Jamboree per il reparto Peppino Impastato si è svolto nei giorni 30 aprile – 1 e 2 Maggio 2015 nella provincia di Reggio Calabria, in un posto che quasi richiama ciò che ci aspetta a Kirara-Hama: il Parco della Mondialità.

Una riserva con prati, laghetti e parco giochi la quale particolarità, da cui prende il nome, sta in un’area dove sorgono piccoli angoli che richiamano varie culture e religioni. Vi troviamo infatti alcune icone e templi di diversi culti. Tra le più suggestive c’è una Moschea (Islam), una Menorah (Ebraismo) e la nostra preferita: una Pagoda (Shintoismo).

Sembra essere tutto perfetto, dal luogo alla compagnia e l’aria di unità sparsa per il campo rende tutto ancora più emozionante. Bisogna subito cominciare a lavorare, ma non prima di un brevissimo ristoro, nel quale ci viene offerta una bevanda tipica calabrese: il succo di bergamotto. Dopo il montaggio delle tende si inizia ufficialmente il campo e arrivata la sera, dopo un’abbondante cena per rimetterci in forze, ci vengono a trovare degli ospiti speciali: dei ragazzi del C.N.G.E.I. del Reggio Calabria 1°, che trascorrono tutta la sera al fuoco insieme a noi, partecipando a giochi e scenette. La serata si conclude abbastanza presto data l’intensa giornata che ci aspetta e dopo il “Signor fra le tende”, ci ritiriamo tutti a dormire.

La sveglia suona, o meglio, i capi cantano e ci ritroviamo in cerchio per una ginnastica mattutina tutta giapponese: lo yoga. Dopo la colazione, veniamo divisi in gruppi per fare una bacheca che verrà posta nel portale di reparto, nella quale sarà incisa la storia di Peppino, di modo che ogni scout, prima di entrare nel nostro campo possa conoscere tutto ciò che egli ha compiuto nel corso della sua vita per combattere la Mafia. Successivamente ognuno indossa il proprio kimono, che terremo per l’intera giornata, nella quale si svolgeranno numerose attività legate alla cultura nipponica, come per esempio la tecnica dell’origami.

Dopo la pausa pranzo queste attività continuano e tutto il reparto si cimenta in lezioni di giapponese, che ci saranno utili durante la Ho-Ho, e in seguito i capi ci illuminano con qualche particolari usanze per evitare di risultare maleducati agli occhi delle famiglie che ci accoglieranno. Alcune curiosità, anche divertenti (per noi): lo sapevate che se ci si addormenta dopo i pasti si rischia di diventare una mucca? O che il numero 4 non si usa mai perchè si scrive allo stesso modo della parola “morte”?

Inoltre per ringraziare i generosi giapponesi che ci ospiteranno, abbiamo preparato dei regali da portare nelle loro case, e li abbiamo portati al campetto per mostrarceli a vicenda. Tanti meravigliosi oggetti caratteristici che mescolano la cultura del Sud-Italia con quella orientale. Prima di dividerci in squadriglie per organizzare il fuoco serale, ci vengono date delle informazioni tecniche sul campo, come la divisione in sottocampi, gli orari della nostra giornata tipo e le principali attività che ci verranno proposte. La serata è organizzata, e dopo esserci messi in cerchio intorno al fuoco al consueto richiamo “Kamaludu”, ogni squadriglia fa il proprio momento, facendo scenette e ban, ironizzando sulle “strane” abitudini del giapponesi. Arriva il momento di andare a dormire e con un po’ di malinconia pensando alla partenza dell’indomani, ci dirigiamo verso le tende.

L’ultimo giorno è arrivato e prima di smontare le tende ci vengono consegnate le personalissime magliette del Reparto “Peppino Impastato”, ma le sorprese non finiscono qui, poiché durante il pranzo ci consegnano il “kit” del contingente, formato da sei distintivi, due magliette, uno zainetto e una spilla per la cintura. Fatto ciò, zaino in spalla e si torna a casa. Arrivati alla stazione è arrivato davvero il momento di salutarci, contentissimi per i giorni trascorsi insieme ma un po’ tristi perchè dobbiamo separarci.
Ci si rivede in Giappone compagni di viaggio!
WA!

Il filo di Giovanni e Paolo verso il Giappone!

Sospinti dall’inesauribile forza dell’energia, dell’innovazione e dell’armonia il reparto Giovanni Falcone si è incontrato in quel di Palermo, nei giorni 1, 2 e 3 Maggio, per vivere insieme la seconda tappa di avvicinamento al Jamboree. I giorni vissuti insieme ai nostri compagni di avventura sono stati giorni di straordinaria intensità ed emozione, costellati da momenti di profonda e sincera commozione. Si, proprio così, e non potrebbe essere diversamente quando l’obiettivo è quello di ripercorrere il filo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.


Ci siamo radunati alla stazione ferroviaria Notabartolo di Palermo nel primo pomeriggio di Venerdi 1 Maggio. Ci eravamo lasciati nell’ormai lontano mese di Novembre con un’incredibile voglia di rivederci e di sognare e spero che questa ci accompagnerà fino all’ultimo giorno di Jamboree e anche oltre.
Dopo i saluti e le rispettive presentazioni di Squadriglia, il reparto ha iniziato ufficialmente il suo secondo campetto con un solenne impegno: l’apposizione della propria firma nella bellissima tavola di compensato che raffigurava Giovanni Falcone con un esploratore e che ricordava molto la frase del canto della promessa, “Se la tua man mi regge io manterrò”. Ogni E\G ha così assunto l’impegno di essere ambasciatore dello scautismo siciliano nel mondo e messaggero dei valori e delle aspirazioni del testimone del nostro reparto.


Via Emanuele Notabartolo, il luogo del nostro raduno, è uno dei luoghi simbolo della lotta alla mafia. E’ in questa via che si trova appunto “l’albero di Falcone”, un albero della legalità e dell’impegno civile, sotto la cui ombra rassicurante ci siamo raccolti in un toccante momento di preghiera e riflessione culminato nella posa della tavoletta di compensato, quale metafora della piena adesione ai valori primari espressi dal magistrato palermitano.


Il nostro viaggio della legalità proseguiva, quindi, alla volta di Capaci. Il Gruppo Scout Capaci 1 ha messo a nostra disposizione il suo “Verde Rifugio”, bene confiscato alla mafia trasformato in una base bella e accogliente.


Subito dopo la cena, cucinata insieme alla squadriglia in pieno stile scout, ci siamo incamminati per raggiungere la “stele di Capaci”, in prossimità della quale, Falcone, in quell’afoso pomeriggio del 23 maggio 1992 perse la vita.


Abbiamo pregato grazie a p. George ai piedi del monumento, riflettuto sul binomio bene e male e compreso come quest’ultimo non possa che essere destinato alla sconfitta. Il terrore, che con quel gesto clamoroso la mafia voleva affermare, non può mai fondare nient’altro che momenti effimeri di apparente supremazia militare, insopportabile per definizione, tant’è che proprio da lì lo Stato e la collettività maturarono la consapevolezza forte e decisa della necessità di una risposta adeguata.


La mattina del 2 maggio ci siamo messi in marcia verso la base scout Volpe Astuta di Fondo Micciulla a Palermo. Trattasi del primo fondo agricolo sequestrato alla mafia nel 1981 da Giovanni Falcone. Il luogo, bellissimo, particolarmente suggestivo e dall’enorme carica simbolica, è una metafora della metamorfosi e di come l’impegno ed il sacrificio hanno permesso quella necessaria bonifica che si materializza nella confisca dei beni ai mafiosi e nella conseguente restituzione alle parti sane della collettività. Tale straordinario obiettivo non può che raggiungersi con il sacrificio, il sudore, il lavoro e il costante impegno.


Ebbene, i nostri Capi hanno deciso che il suddetto luogo andava raggiunto non a bordo di confortevoli autovetture, ma in pieno spirito scout, a piedi e con zaino in spalla. Preso il treno da Capaci fino alla Stazione Notarbartolo di Palermo, abbiamo percorso diversi chilometri fino alla Volpe Astuta “tagliando in due” l’intero capoluogo siciliano. Anche questo sta a rappresentare come i traguardi (comunque tutti parziali) vadano raggiunti appunto con il lavoro, il sudore e l’impegno, così da assumere alla fine un meraviglioso sapore di pace, serenità e appagamento.


Arrivati alla base abbiamo piantato le tende e preparato i pasti. Nel primo pomeriggio siamo stati invitati dai nostri capi a presentarci presso la Camera dello Scirocco in vestito di ambientazione, per la Cerimonia del tè, che quasi sicuramente ci verrà riproposta al Jamboree in occasione della home hospitality, dalle famiglie giapponesi. Un momento molto gradevole perché interessante e simpatico.


Subito dopo abbiamo giocato giapponese con gara di origami, nodi e disegni giapponesi.


In questa cornice di paradiso il momento certamente più toccante, commovente e significativo è stato l’incontro con la dott.ssa Rita Borsellino, sorella dell’amico fraterno di Giovanni, del collega e dell’altro non dimenticato campione di legalità: Paolo Borsellino.


Falcone e Borsellino costituiscono per un siciliano un binomio pressoché inscindibile. Non si può parlare dell’uno senza evocare l’altro. I due non sono due facce di una medesima medaglia ma un tutt’uno: sono la sintesi e l’incarnazione dei principi e dei valori di sacrificio, lealtà, correttezza, senso del dovere e assoluto rispetto della legalità, abnegazione e coerenza fino al martirio. La dott.ssa Borsellino, con dolcezza e gentilezza ha risposto in maniera efficace ed esauriente alle domande poste lei dalle varie squadriglie, facendo emergere in maniera chiara non solo la statura professionale e carismatica del fratello ma anche i momenti più intimi vissuti con la sua famiglia, della quale non poteva e non voleva prescindere nell’ordinario del suo vissuto.


Paolo Borsellino, ci raccontava, non rinunciava mai, nonostante le contrarie indicazioni dettate dalla scorta per primarie esigenze di sicurezza, alla visita settimanale della madre. Molta gente, per la complessità e pericolosità del suo impegno professionale, avrebbe trovato un facile alibi per giustificare una relativa assenza rispetto ai valori familiari. Paolo NO, anche a costo di mettere a rischio la sua vita e quella di chi gli stava accanto, trovava il tempo per raggiungere sempre l’appartamento di Via D’Amelio, dove abitava la madre, in una strada scomoda, senza via di uscita, troppo pericolosa.


Il reparto Giovanni Falcone è riuscito a tessere le fila del suo percorso invitando all’incontro con la dott.ssa Borsellino anche Davide Carella, responsabile della base di Fondo Micciulla e autore di una bellissima canzone diventata ormai l’inno di legalità del nostro reparto in Giappone.


Dopo aver ricevuto la dott.ssa Borsellino e dopo aver trascorso un pomeriggio indimenticabile, ci siamo nuovamente dedicati alle attività da campo tra cui anche ad un bizzarro fuoco di bivacco in lingua giapponese ricco di effetti speciali.


La mattina del 3 Maggio, dopo aver fatto colazione e smontato le tende, abbiamo realizzato un ricordino personale da regalare alle famiglie che ci ospiteranno in Giappone nella Ho.Ho. e abbiamo imparato qualcosa sulla lingua giapponese e sui luoghi del campo.


Quella stessa mattina, ogni squadriglia si è poi dedicata alla gara di cucina a tema giapponese, presentando a tutto lo staff e ai logisti di campo, un piatto ideato per l’occasione. A trionfare in questa gara è stata la sq. femminile dei Leoni che ha saputo coniugare il gusto del piatto ad una attenta presentazione.


Durante la mattinata il nostro amico Kiyoshi ci ha raggiunti su Skype per condividere alcune parole e alcuni sguardi. A breve saremo felici di incontrarlo a Catania.
Intorno alle ore 15.00 si concludeva il secondo campetto del reparto Giovanni Falcone. Ognuno di noi era felice di aver vissuto un campetto davvero intenso e ricco di emozioni e di aver toccato con mano i luoghi che hanno visto nascere, crescere e morire il nostro testimone. Nel ricordo che le idee di Giovanni e Paolo continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini, il reparto ha consapevolmente assunto il solenne impegno di farsi portatore di valori importanti e di condividerli in occasione del prossimo Jamboree.
Adesso siamo pronti a partire per riempire i nostri zaini di nuove esperienze!


Dedichiamo un GRAZIE sincero alle nostre famiglie e ai nostri gruppi scout che ci hanno sempre supportato, ai nostri sogni e al nostro meraviglioso staff di reparto che ha fatto di tutto per farci vivere un percorso pre-Jam davvero indimenticabile!

Vincenzo Finocchiaro

Capo redattore del Rep. G. Falcone (SICILIA)

Young Spokesperson Contingente Italiano

Gruppo Scout Agesci Paternò 4

I partecipanti della zona Aretusea vengono presentati al San Giorgio

san_giorgio_2015_0004Dopo aver incontrato l’Arcivescovo e prima ancora il Sindaco i ragazzi che andranno in Giappone questa estate sono stati protagonisti del San Giorgio della zona Aretusea il 25 e 26 Aprile 2015 presso case S. Bartolo a Buccheri. I due esploratori Nicola e Alessandro, le due guide Giulia ed Elena e il rover Mattia, sono stati invitati a salire sul palco dagli incaricati di branca E/G poco dopo la fine della messa. Gli incaricati hanno spiegato ai giovani ragazzi della zona l’importanza che ha questo ruolo di rappresentanza. Inoltre gli incaricati hanno consegnato ai partecipanti una particolare pergamena da portare a “Casa Italia” al Jamboree. In questa pergamena è raffigurato: il logo del San Giorgio 2015, il logo del 23°World Scout Jamboree, una cartina del Giappone, dei piedi che vanno dal logo del San Giorgio alla cartina che raffigurano la tanta strada che i 5 ragazzi stanno facendo per arrivare preparati al meglio al evento, gli incaricati hanno pure voluto inserire un estratto del discorso di Baden Powell al 1° Jamboree:
 
“Il Jamboree ci ha insegnato che se facciamo prova di mutua tolleranza e siamo aperti allo scambio reciproco, la simpatia e l’armonia sprizzano naturalmente. Se voi lo volete, partiamo di qui con la ferma decisione di voler sviluppare questa solidarietà in noi stessi e tra i nostri ragazzi, attraverso lo spirito mondiale della fraternità scout, cosi da poter contribuire allo sviluppo della pace e della felicità nel mondo e della buona volontà tra gli uomini.”

B.-P.

 
 
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Per i ragazzi è stato un momento emozionante, perché hanno ricevuto anche dalla loro zona un compito ufficiale molto importante, ora l’appuntamento è il prossimo 29 luglio a Kiarara-hama in Giappone per l’inizio del 23° World Scout Jamboree. WA!
 
Mattia Aliffi

 

Il viaggio continua per il reparto Alda Merini


1,2…3! Pronti via? No.
1,2,3 maggio 2015 Il reparto Alda Merini ha vissuto al massimo la sua uscita a Opera (Milano), un nuovo passo verso il Giappone.
Tutto è iniziato con un giro di nomi per rinfrescare la nostra memoria di esploratori e guide, stupendoci per memorie prodigiose. Poi, grazie a un gioco e a un pezzo di puzzle arrivato a casa di ogni membro del reparto, via posta ordinaria, abbiamo costituito le squadriglie.
Quattro squadriglie con urli da urlo!
Tigri e Procioni, le squadriglie femminili; Panda e Albatros per le squadriglie maschili.
Formate le squadriglie e provati gli urli, si è subito pensato ai guidoni, realizzati con rara maestria dai nostri maestri sarti… ed era già ora di cena.
Cena con sorpresa, naturalmente. È comparso un cuoco giapponese che, dopo averci fornito tutta una serie di informazioni sul Giappone e sulle sue usanze, ci ha preparato una cena tipica giapponese che ci ha incuriosito molto e che abbiamo gustato con molto appetito.
Stanchi del primo giorno, ma soddisfatti della conclusione della giornata grazie a un divertente bivacco, ci siamo coricati in tenda: prima notte di squadriglia!
Riflessione serale: già dal primo istante, questa uscita si è prospettata ricca di entusiasmo: un sentimento che ci accompagnerà per tutta la nostra avventura giapponese!!!
Al risveglio, sulle note di “Tanti auguri a te….” per il compleanno di Chiara, abbiamo iniziato la giornata con un momento di spiritualità e preghiera, grazie agli stimoli di padre Stefano.
Abbiamo poi trascorso la mattina con vari giochi, attività e racconti sempre sul tema Giappone. Il pranzo è stato cucinato di squadriglia, grazie agli spazi all’aperto della sede di Opera.
Visto il meraviglioso sole che ha aperto il pomeriggio, ci siamo concessi un’entusiasmante partita al gioco scout più conosciuto: roverino! Gioco chi ci ha permesso di unirci e conoscerci ancor di più. Prima di sera, attività di preparazione all’Home Hospitality che vivremo in Giappone. Attività durante la quale abbiamo preparato i doni che porteremo alle famiglie giapponesi.
Dopo cena, entusiasmo alle stelle per la sfilata con costumi tipici giapponesi, come il kimono. La serata è stata piena di entusiasmo e voglia di fare: canti, bans e giochi.
Il giorno dopo, incontro con i genitori a cui capi hanno presentato i dettagli del Jamboree. Abbiamo celebrato insieme la Messa al Santuario della Madonna dell’Aiuto durante la quale abbiamo avuto l’onore di conoscere gli incaricati regionali della branca E/G, che con un avvincente discorso, ci hanno spronato dandoci ancor più grinta di quanto non ne avessimo prima.
L’uscita è stata un’emozione fortissima, eppure a ben pensarci è stata solo un millesimo di quanto proveremo – penso – nel nostro magnifico viaggio in Giappone!!!
Il Jamboree ci attende … e noi arriviamo!
Maria Josè Falconi

GRAZIA DELEDDA: GIAPPONE ARRIVIAMO!

Sapete che mi viene quasi da piangere, pensando al mio reparto del Jamboree e al fatto che tra pochi mesi saremo in Giappone? E no
n saprei neanche spiegare il perché… Sarà perché ci sembra di aver già vissuto il Jamboree visto che veniamo da quattro regioni diverse.
L’ultimo campetto del Reparto Grazia Deledda si è svolto a Roma l’1 e il 2 Aprile, con attività che ci hanno veramente trasportato in Giappone.
Dopo l’arrivo, ci siamo riuniti per comporre i regali che porteremo alle famiglie giapponesi che ci ospiteranno durante la Home Hospitality prima del Jam.
Il pranzo è stato buonissimo ma ci ha stupito per l’orario stranamente anticipato: alle 13 dovevamo essere già pronti ad andare verso “un pezzo di Giappone”.
Prendendo il tram, abbiamo raggiunto Via Gramsci, dove abbiamo scoperto un posto fantastico: l’Istituto Giapponese di Cultura. Lì abbiamo visitato il giardino (quasi) tradizionale giapponese che ci stupito nella sua bellezza. Questi giardini sono creati in modo molto particolare: hanno infatti un aspetto casuale, anche se ogni elemento (alberi, fiori, sassi e altro) è piazzato in ogni angolo con grande cura.
Abbiamo poi visto dei magnifici aquiloni giapponesi, ognuno con un significato diverso.
Anche se questo momento è stato un po’ lungo, abbiamo tutti apprezzato l’arte e i significati che possono essere tratti da un semplice – e apparentemente insignificante – aquilone. Subito dopo abbiamo imparato a fare un origami che sanno fare tutti i bambini giapponesi l’elmo del guerriero.

 

Una volta lasciato l’Istituto, abbiamo preso la metro e siamo arrivati al Colosseo pronti per una nuova attività. Incontrati tre studenti di giapponese, i capi hanno affidato a ogni squadriglia il compito di trovare dei turisti giapponesi ai quali fare delle domande riguardanti la cultura giapponese.
Gli scout romani non erano minimamente preoccupati: i turisti giapponesi sono molto comuni a Roma… Ma questa attività ci ha smentito. I turisti sono prevalentemente coreani, il che ha reso il gioco quasi impossibile. Tuttavia, con il nostro spirito scout (e l’aiuto degli interpreti), siamo riusciti a scoprire la parte meno turistica e più “personale” del Giappone.
 

Dopo questa stancante attività e una lunga giornata, siamo ritornati a Via dei Ramni 40, la nostra casa per quei due giorni.
La cena, cucinata dai Rover in servizio, era a tema giapponese. Come primo, (veri) noodles, utilissimi per scaldarci; poi, una tipica frittata dolce (più o meno); infine, riso con pollo al curry, seguito dal dorayaki. Due pancake con un ripieno di marmellata di fagioli – anche se ai nostri palati semplici sembrava pane e nutella – un ottimo piatto per completare una perfetta cena giapponese!
Al seguito di una squisita cena e dell’organizzazione di un’attività per presentare le nostre scoperte è arrivato il momento che tutti aspettavamo: il fuoco! Anche se non c’era un vero e proprio fuoco, ci siamo messi in cerchio e abbiamo cantato e fatto attività – come se sette mesi dal nostro primo campetto non fossero passati.
 

È stato il giorno dopo, tuttavia, a traportarci quasi completamente nel Giappone: per prima cosa, i capi ci hanno chiesto di progettare il nostro angolo di Reparto al Jam. Le migliori disposizioni e costruzioni, ci hanno promesso i capi, saranno quelle utilizzate. E quindi ci siamo tutti cimentati nell’ideare, per squadriglia, quello che sarà il nostro angolo.

L’ultima attività del giorno è stato decidere cosa fare per rappresentare la propria regione al Culture Day durante il Jamboree. Dopo esserci divisi per regioni abbiamo dato forma al nostro progetto, che andrà completato prima di partire per il Giappone. Un’altra scusa per vederci – che bellezza!
Un pranzetto leggero ha seguito le nostre attività e dopo le fondamentali foto di squadriglia e reparto, molti sono partiti. I restanti hanno giocato a calcio e basket, oppure si sono riposati all’ombra, magari cantando…
Ci siamo visti tutti insieme per l’ultima volta – la prossima volta saremo in aeroporto pronti a viaggiare per il Giappone.
Dò un solo consiglio ai miei repartari e tutti quelli che partiranno per il Jamboree:
ESTOTE PARATI!

Pillole di Giappone /2

Il Jamboree si sta avvicinando e come prepararsi al Festa-delle-lanterne-Giapponemeglio se non cominciando a conoscere la cultura e le tradizioni del paese che lo ospiterà?

Con questa seconda “Pillola” proviamo a scoprire qualcosa sullo Scautismo giapponese, per vedere se ci assomigliano oppure no
 
ボーイスカウト
Vi siete mai chiesti quando lo Scautismo è iniziato in Giappone? Vi siete mai domandati che cosa fanno, come sono organizzati, se i punti della legge sono gli stessi e se addirittura la promessa è uguale?
Cercherò di rispondere brevemente a queste domande e a darvi una infarinatura di quello che sono i nostri fratelli del paese del Sol Levante!
Lo Scautismo in Giappone nasce quasi in contemporanea con quello Italiano, nel 1913, sei anni dopo la fondazione del movimento internazionale di Sir. Baden Powell, e fu solamente con la seconda guerra mondiale che s’interuppe, rinascendo però nel 1947 e rientrando sule scene internazionali nel 1950.
Ma adesso entriamo nel vivo della Scout Association of Japan, gli organizzatori di questo Jamboree, e delle loro branche: rimarrete stupiti di quante cose in comune abbiamo!!
Le Branchebeavers
Beaver Scouts (Giapponese: ビーバースカウト)
Età: Dai 6 agli 8 anni.
Divisa: Camicia Marrone, pantaloncini marroni con tasche e cappellino azzurri.
Obiettivo: iniziare a conoscersi come fratelli attraverso il gioco
Cub Scout’ (Giapponese: カブスカウト)cubs
Età: Dagli 8 agli 11 anni.
Divisa: Camicia Blu, pantaloncini e cappellino.
Obiettivo: riconoscere e accettare le proprie tradizioni cuturali e modelli sociali attraverso il gioco e l’avventura.
Scouts (Giapponese: ボーイスカウト)scouts
Età: Dagli 11 ai 14 anni.
Divisa: Camicia e pantaloncini color kaki con bordino verde, cappello verde.
Obiettivo: Partecipare attivamente all’interno delle loro comunità locali e comprendere a fondo il cventuresoncetto del volontariato attraverso la condivisione delle regole e e il rispetto del prossimo e del mondo che li ospita.
Venture Scouts (Giapponese: ベンチャースカウト)
Età: Dai 14 ai 20 anni.
Divisa: Camicia e pantaloncini color kaki, cappello verde.
Obiettivo: crescere come singoli individui di un’unica società/mondo.rovers
Rover Scouts (Giapponese: ローバースカウト)
Età: Dai 18 ai 24 anni.
Divisa: la stessa dei Venture Scouts rimane fino in età adulta.
Obiettivo: servire la società.
Il Motto scout Giapponese comune a tutte le branche è Sonaeyo Tsuneni (そなえよつねに), che tradotto dal giapponese significa “Essere pronti”.
Ma… la Promessa?

 私は、名誉にかけて、次の3条の実行をちかいます.  神(仏)と国とに誠を尽くしおきてを守ります.  いつも、他の人々をたすけます.  からだを強くし、心をすこやかに、徳を養います.

Sul mio Onore, prometto di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio/Buddha e il paese, e di obbedire alla legge scout, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per mantenermi forte, mentalmente sveglio e moralmente retto.
e la Legge Scout?
Uno Scout è fedele. (スカウトは誠実である。)
Uno Scout è amichevole. (スカウトは友情にあつい。)
Uno Scout è cortese. (スカウトは礼儀正しい。)
Uno Scout è gentile. (スカウトは親切である。)
Uno Scout è gioioso. (スカウトは快活である。)
Uno Scout è parsimonioso. (スカウトは質素である。)
Uno Scout è coraggioso. (スカウトは勇敢である。)
Uno Scout è grato. (スカウトは感謝の心をもつ。)
Come avete visto le cose che abbiamo in comune sono tantissime!! Vi consiglio di dare un ‘occhiata a quello che è il sito ufficiale dell’associazione scout giapponese http://www.scout.or.jp/
PRONTI A PARTIRE??

Jamboree a volo radente

 

L’area contenuti ci porta alla scoperta del sito, area per area e attività per attività!

Insomma, tra poche settimane partiremo per il Jamboree e ancora non sappiamo cosa ci troveremo davanti! Ma come, con tutta la tecnologia che abbiamo a disposizione? E allora armiamoci di mappa e fantasia, droni immaginari, bulletin ufficiali e foto di google e partiamo ad “esplorare” il territorio.


 
Entrando dall’ingresso principale ci troviamo sulla Central Street che divide il campo in direzione ovest-est. Alla nostra sinistra avremo quindi la parte nord che è la più grande e ospiterà tutti i partecipanti in tre dei quattro grandi villaggi che compongono il Jamboree, chiamati Hub. Sono l’Hub del Sud, Hub dell’Est e Hub dell’Ovest, ciascuno diviso in quattro sottocampi, per un totale di 12. Ogni sottocampo ha il nome di una famosa montagna giapponese.
L’Hub e i sottocampi saranno i luoghi dove cucinare e riposare, ma soprattutto luoghi di incontro, conoscenza e di condivisione (in fondo basta un invito a cena per raggiungere questo obiettivo). In ogni Hub, inoltre, sono presenti palchi su cui mostrare la propria cultura attraverso danze, musica e spettacoli.
Alla destra della Central Street, all’estremità sud, si trova il quarto Hub che ospiterà i capi che non accompagnano i partecipanti e le persone che si occuperanno dei servizi della città delle tende.
 

 
Svoltando a sinistra subito dopo il Main Gate passeremo tra Il villaggio dello sviluppo globale (Global Development Village detto anche GDV) che ha come scopo promuovere tra i partecipanti le tematiche della pace, dei diritti umani, dell’ambiente, dello sviluppo e della salute e l’incrocio delle culture (Cross Road of Culture detta anche CRC), il cui scopo è quello di favorire lo scambio e il rispetto tra culture diverse. Tra le attività che verranno fatte in quest’area ci saranno quelle che permetteranno di approfondire gli aspetti tradizionali e popolari della cultura Giapponese.
Proseguendo passeremo di fianco alla Città della scienza (City of Science detta anche COS) dove sarà possibile capire i vantaggi che ci porta la scienza e la tecnologia ma anche i rischi ad essa collegati – ad esempio verranno affrontate tematiche quali lo sviluppo delle fonti energetiche e la robotica – mentre alla nostra destra costeggeremo l’Hub dell’Ovest.
Poco più avanti ecco alla nostra sinistra l’Arena dove si svolgeranno le grandi cerimonie come quella di apertura e chiusura, mentre alla nostra destra ci saranno le prime tende dell’Hub del Nord.
Voltando a destra sulla Kirara Street passeremo proprio in mezzo ai due Hub che costeggeremo per 400 m circa fino all’incrocio con la Jamboree Avenue dove verrà installato l’ospedale del Jamboree e un grande Supermarket.
Proseguendo diritto attraverseremmo tutto l’Hub dell’Est e conosceremmo circa 10mila altri partecipanti. Invece giriamo a destra e ritorniamo verso sud alla Central Street. C’è quasi un chilometro da fare, per trovare un crocevia molto importante: alla nostra destra i padiglioni del World Scout Center, dove si trovano le tende rappresentative di ogni nazione, punto di riferimento ma anche luogo di partenza e scoperta di altre culture. Alla nostra sinistra il Quartier Generale (Headquarter o HQ) ovvero il centro organizzativo di tutto l’evento, e poco più avanti la Reception, che è il luogo in cui avverrà la nostra registrazione iniziale e il primo contatto con l’organizzazione.
Appena dopo l’incrocio ecco una grande costruzione sulla sinistra. È la piscina che ospiterà parte delle attività acquatiche (Water Activities) assieme a una zona posta proprio sul mare – che troveremo costeggiando il grande padiglione e proseguendo dietro di esso – e altre località fuori dal campo presso laghi, fiumi o lungo la costa. Queste attività comprenderanno la vela, il windsurf, il rafting, lo snorkeling, la pesca.
Guardandoci attorno lungo questo breve tratto di strada, noteremo sulla sinistra la zona di Faith and Belief dove i luoghi di culto di ogni credo e religione sono uno accanto all’altro in pace e armonia, dove è possibile pregare ma anche capire meglio ciò che caratterizza ogni credo e religione.
Poco oltre c’è anche il Jamtel, un Hotel destinato a ospitare le personalità invitate dai vari contingenti.
Ritornando verso ovest troveremo infine un’area che comprende la Plaza, il Welcome Center e le Food House, dove si potranno trovare i ristoranti di varie nazioni, la banca, l’ufficio postale, un secondo supermarket e altri negozi e servizi.
Un po’ ovunque sarà presente la rete wi-fi. In ogni Hub ci sarà una tenda con PC a disposizione dei partecipanti e punti di ricarica per i devices elettronici (ricordarsi il convertitore per l’alimentazione giapponese a 100 V) anche se l’organizzazione suggerisce di limitarne l’uso perché la richieste saranno veramente tante e perché per quei giorni sarà bene concentrarci sulle relazioni reali più che sui social network.
Ci sono altre importanti attività che riguarderanno i partecipanti, ma che si svolgeranno fuori dal sito del Jamboree:
L’esplorazione della Natura (Exploring Nature), per capire ed apprezzare la natura, che verrà fatta nei pressi della città di Yamaguchi.
 

Un piede nella tenda, uno nella HoHo!

HoHo
Valeria ci racconta cos’è, come funziona e dove si svolge la Home Hospitality: 3 giorni di vera vita quotidiana giapponese, tra riso, té e Sol Levante! 
Ninja, Samurai, riso e Geisha. Queste sono le prime cose che vengono subito in mente alle persone quando si parla di Giappone. Ciliegi in fiore, il paese del Sol Levante, la cerimonia del té… Ma quante di queste cose sono vere e quante invece sono luoghi comuni ripetuti a pappagallo e amplificati dal passaparola?
Il Giappone è davvero molto lontano dalla nostra cultura mediterranea, oltre ad essere situato a circa 10mila chilometri dall’Italia; pur essendo un paese estremamente moderno e avanzato, è quanto di più lontano si possa immaginare dalla nostra realtà. A questo proposito, l’organizzazione giapponese del Jamboree ha dato la disponibilità ad ampliare il soggiorno prima dell’evento, in modo da vivere appieno la loro quotidianità e di conoscere al meglio le loro tradizioni.
È così che è nata l’Home Hospitality, o HoHo, occasione che abbiamo deciso di non farci scappare per poter conoscere meglio i nostri fratelli giapponesi.
Ma come funziona l’HoHo?
Tutti noi partecipanti del Jamboree del Contingente Italiano arriveremo in Giappone 3 giorni prima dell’inizio del Jamboree; appena atterrati ad Ōsaka, all’interno di ciascun Reparto/Compagnia verranno formate delle coppie che saranno suddivise in varie famiglie sparse per la zona del Kansai.
L’organizzazione giapponese ci ha messo a disposizione 5 prefetture (o province) all’interno delle quali saremo suddivisi: Kyoto, Kobe, Nara, Shiga e Wakayama.kyoto
Sono tutte città molto vicine all’aeroporto Internazionale di Ōsaka, con una media di un’ora e mezzo al massimo di distanza una dall’altra.
Fino al 1868, Kyoto fu la capitale imperiale del Giappone, e lo fu per più di 500 anni. Questo è importante non solo dal punto di vista storico, ma soprattutto per l’eredità culturale della zona: Kyoto e dintorni, infatti, e quindi tutta la zona del Kansai, sono ricchissime di monumenti, templi e zone sacre molto importanti per la cultura del Giappone. Tutto ciò che noi conosciamo, dalle Geisha ai Samurai, ha avuto luogo in questa zona. Ne consegue che sia una delle zone più belle da visitare!
Una volta suddivise in famiglia, le coppie parteciperanno al 100% alla vita della famiglia ospitante. È molto probabile che non ci si riuscirà ad incontrare durante questi 3 giorni di soggiorno. L’organizzazione giapponese non ha richiesto un programma specifico per gli ospiti, proprio per favorire il contatto con la vita di tutti i giorni delle famiglie ospitanti. Va da sé che noi ospiti dovremo essere aperti e disposti a tutto, soprattutto ad accettare con curiosità ed entusiasmo ciò che ci viene offerto; ricordiamo infatti che loro lo fanno col cuore e che per il popolo giapponese è un onore avere degli ospiti stranieri.
Faranno di tutto per metterci a nostro agio, cercando di parlare italiano (google translate va alla grande!!!) e magari anche tentando di offrirci la pizza o qualche surrogato che loro credono essere italiano. Accettatelo ma non trattenetevi dal dire che in Italia le cose sono un po’ diverse! …sempre con la dovuta educazione, questo è certo.
Per tutto ciò che riguarda come comportarsi, rimandiamo al Vademecum, all’interno del quale troverete un sacco di altre curiosità su questo popolo così buffo e allo stesso tempo solenne e rispettoso delle regole. Perché invece non andiamo a curiosare un po’ assieme in queste zone che ci ospiteranno???
Oggi iniziamo con Wakayama e con la prefettura di Shiga!
WAKAYAMAwakayama
La prefettura di Wakayama confina a nord con la prefettura di Ōsaka, e ad est con le prefetture di Mie e Nara. Si affaccia ad ovest sul mare interno ed a sud sull’Oceano Pacifico.
Sede di alcuni tra i centri religiosi più importanti del Paese, la storia di questa regione si perde nel tempo da quando monaci iniziarono a frequentare queste montagne e la penisola divenne un luogo sacro, simbolo dell’unione tra la forza divina e la potenza naturale. I giapponesi, per cultura sensibili al fascino della natura, da secoli continuano a rendere omaggio a questa regione visitandola in migliaia ogni anno.
I paesaggi di queste terre sono, infatti, rimasti immutati e ogni stagione è ottima per godere delle bellezze di questo paradiso. Se d’inverno la neve porta sulla montagna un irreale silenzio, in primavera le rosse lacche dei templi si confondono con il rosa dei fiori di ciliegio i quali, una volta sfioriti, lasciano spazio alla vegetazione estiva. In tempi remoti fu proprio la bellezza selvaggia di queste montagne a stimolare lo sviluppo di un culto di adorazione della natura che esiste ancora oggi.
Le montagne di questa penisola sono uno dei rari luoghi dove è possibile incontrare gli Yamabushi, sciamani e asceti delle montagne che da secoli praticano lo shugendo, un’antica religione sincretista che unisce elementi buddisti, scintoisti, taoisti e prove di resistenza fisica.
Culla di spiritualità, la provincia di Wakayama ospita uno dei centri mistici più importanti di tutto il Giappone, il Koya-san (il Monte Koya), il complesso monastico eretto nell’816 dal monaco buddista Kobodaishi fondatore della scuola esoterica Shingon che qui vi viene ancora praticata. Immerso in un ambiente sereno e circondato da una natura rigogliosa e pura, Koya-san è una delle mete di pellegrinaggio più antiche e frequentate del Giappone.
Wakayama è rinomata in tutto il Giappone per i suoi tradizionali dessert alla frutta, in particolare per quello denominato “umeboshi” composto da prugne sottaceto e mandarini oltre, naturalmente, al “banana split” diffuso un po’ ovunque.
Il clima ha un carattere subtropicale umido con estati calde e inverni freddi e consistenti precipitazioni piovose durante tutto l’anno, ma maggiormente in estate.
SHIGA
Shiga è una prefettura giapponese di 1 milione e 500mila abitanti, con capoluogo Ōtsu. Si trova nella regione di Kinki, sull’isola di Honshu. È dominata dal Biwa-ko, il lago più grande del Giappone.
Pur essendo di ridotte dimensioni, questa prefettura vanta numerose attrattive, che si possono facilmente visitare in giornata.
Biwa-koI principali motivi di richiamo sono le cittadine di Nagahama, nota per il quartiere degli artigiani vetrai di Kurokabe Square e Hikone, che conserva un bel castello originale. Meritano una visita anche i templi, come il Mii-dera e l’Ishiyama-dera, e il Miho Museum.
La prefettura di Shiga è situata sull’isola di Honshu. Al suo interno si trova il maggior lago del Giappone, il Lago Biwa.
Ōtsu è il suo capoluogo della prefettura di Shiga, in Giappone.
Al centro della prefettura si trova il lago Biwa, il più grande del Giappone, molto significativo per l’industria del turismo. Alcuni degli angoli più suggestivi cittadini sono compresi negli otto panorami di Omi, immortalati in diverse opere artistiche. La zona di Otsu è famosa anche per le sue industrie tessili
Nel 667, alla morte della madre, l’imperatrice Saimei, il reggente e futuro imperatore Tenji fece spostare la capitale del paese da Naniwa, l’odierna Ōsaka, a Ōtsu, dove face costruire il palazzo imperiale Ōmi. Ōtsu si trovava infatti nell’antica provincia di Ōmi. L’imperatore istituì un governo centralizzato e promosse un censimento. Alla sua morte, si scatenò una guerra civile tra i suoi eredi che fu vinta dal principe Oama. Questi divenne imperatore nel 672, prese il nome Temmu e fece spostare la capitale ad Asuka kyō, la capitale classica di quel periodo della storia giapponese.
Nel 1184, Ōtsu fu teatro della battaglia di Awazu, una delle ultime della quinquennale guerra Genpei, che segnò la distruzione del clan Taira e permise la presa del potere da parte di Minamoto no Yoritomo, che istituì e divenne il capo dello Shogunato Kamakura.
Il castello di Ōtsu fu posto sotto assedio nel 1600 dalle forze di Ishida Mitsunari, nel tentativo di forzare le difese degli alleati di Tokugawa Ieyasu. La guerra civile avrebbe avuto fine in quegli stessi giorni con la battaglia di Sekigahara, vinta dalle forze di Ieyasu, che divenne così l’indiscusso capo del Giappone, divenendone nel 1603 lo shogun, con la fondazione dello shogunato Tokugawa, che avrebbe retto le sorti del paese fino al 1868. Il castello di Otsu venne in quegli anni raso al suolo e con i materiali di risulta fu costruito il castello Hikone tra il 1603 ed il 1622, che sorge nelle vicinanze a nord, lungo le rive del lago Biwa.
La città venne ufficialmente istituita il 1º ottobre 1898. Alla fine del XIX secolo venne anche costruito un canale artificiale, espanso più tardi durante il regno dell’imperatore Taisho, che tuttora collega la città di Ōtsu con Kyōto; facilitò il trasporto di beni e persone fra le due città ma permise anche di fornire l’energia elettrica per il primo servizio di tram del Giappone.
Nel 1930, è stato costruito il santuario shinto Omi-jingu, per onorare la memoria dell’imperatore Tenji e per ospitarne lo spirito. In tale santuario, viene ospitato ogni anno in gennaio il campionato nazionale di karuta, il tradizionale gioco di carte giapponese. Dal 1963, la prima domenica di marzo, sulle strade cittadine si corre la maratona del lago Biwa, manifestazione che richiama atleti di fama internazionale
Nel 1994 i monumenti storici dell’antica Kyoto (città di Kyoto, Uji ed Ōtsu) sono stati inseriti nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
 

Tenda Italia, la nostra tenda!

tenda_italia

Flavio e Paola ci raccontano cosa sarà Tenda Italia al Jamboree 2015: arte, cultura, giochi e tanto divertimento!

Tra le tante tende piantate sul suolo di Kirara-hama, una avrà per noi un significato davvero speciale: Tenda Italia.
Questo è infatti il nome del nostro “Quartier Generale” dove potrete trovare lo Staff di Contingente, avere informazioni ed assistenza sanitaria (saranno presenti dei medici italiani) e dove “lavoreranno” i ragazzi e le ragazze delle Unità che racconteranno a casa l’avventura in corso.
Ma Tenda Italia sarà anche molto più di tutto questo. Sarà soprattutto uno spazio dedicato all’accoglienza dei partecipanti di tutto il Jam: una bellissima occasione per mostrare al mondo quante cose meravigliose ci siano nel nostro Paese!
Sia all’interno che all’esterno ci saranno attività per tutti: dalle foto davanti ai più bei panorami italiani, alla compilazione del “Dizionario Mondiale degli Oggetti Scout”, dalla distribuzione di gadget e timbri al classico punzone a caldo sulla cintura, dai manifesti che racconteranno la F.I.S. e le nostre Associazioni alle foto che racconteranno gli scout italiani (a proposito: tu partecipante al Jam, ti sei ricordato di mandare la foto allo Staff della tua Unità per l’invio a tendaitalia@jamboree.it, vero? Ricorda che, se anche tu vuoi essere parte di Tenda Italia, non devi perdere questa occasione!).
Nel nostro padiglione ci sarà anche, spettacolo tra gli spettacoli, un folle giro per la nostra penisola in sella a rombanti moto da corsa!!!
Se curioso, vero? Ed allora… ti aspettiamo a Tenda Italia! Ricordati però che non sarà il “ritrovo degli italiani quando non sanno dove andare”! Intorno a Tenda Italia ci sarà davvero tutto il mondo: passa a trovarci, ma poi lanciati per il resto del globo!