KONICHIWA Campetto Regionale Jamboree – Agesci Veneto

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Hi, bonjour, hola… KONICHIWA!!!
Mancano ancora poco meno di 100 giorni, eppure già durante questa uscita si è respirata un’inconfondibile aria di Jamboree.
Chi per macchina, chi per treno, ci siamo trovati tutti sabato 18 aprile a Villa Buri a Verona, sede che avrebbe ospitato contemporaneamente non solo il nostro reparto ma anche quello del Reparto Veneto 1, l’Emilio Salgari.
80 ragazzi, 2 reparti e tanta voglia di conoscersi in preparazione del 23° Jamboree in Giappone. Sorrisi, gioie e schiamazzi ci hanno accompagnato durante l’ultima uscita prima della grande avventura che non solo noi, ma anche tutta Italia vivrà fra poco più di tre mesi.
Dopo i vari abbracci e saluti, verso le 16:30 di sabato, abbiamo cominciato l’uscita con un quadrato contornato da 8 squadriglie dagli urli variopinti e dai nomi originali.
Non c’è voluto molto prima che, durante il rito dell’alzabandiera, ci accorgessimo delle decine di usanze e abitudini differenti… figuriamoci al jamboree tra scout di diversi continenti!
Una volta aperta ufficialmente l’uscita abbiamo subito montato le tende e dopodiché i capi hanno chiesto a ciascuna squadriglia di creare uno scatch che descrivesse alcuni aspetti della cultura giapponese: gli usi e i costumi, la tecnologia ecc…
Una volta cenato ci siamo cimentati nel fuoco di bivacco, animato dagli scatch e da vari bans nuovi e originali presentati dalle squadriglie.
Dopo qualche minuto di adattamento si è entrati nel vivo del fuoco e alla fine ci siamo messi a cantare e a ballare tutti assieme a più non posso, come se ci conoscessimo da anni.
Il giorno sucessivo è stato il più intenso, ma ricco di esperienze fantastiche.
La mattina, ci siamo messi in gioco in una serie di prove nelle quali si poteva parlare o fare domande solo in inglese.
Abbiamo avuto anche il piacere di conoscere una donna originaria del Giappone, ma che ormai da 10 anni vive qui in Italia. Ha chiarito un sacco di nostri dubbi e domande e c’ha immerso in una cultura totalmente diversa, ma allo stesso tempo fantastica e affascinante.
Le sorprese però non erano finite qui perché siamo stati raggiunti da Nicolò, capo del Contingente italiano e ovviamente abbiamo sommerso di domande anche lui riguardo gli aspetti pratici del Jamboree.
Oltre a queste due bellissime esperienze, aiutati da una capo reparto del Reparto Veneto 1, abbiamo anche avuto la fortuna di poter trascriverci i principali vocaboli giapponesi, così da poter cercare di utilizzarli durante il periodo che trascorreremo in famiglia. Alla fine abbiamo anche fatto degli origami e dei disegni seguendo una particolare tecnica Giapponese.
Dopo pranzo abbiamo avuto anche il tempo per giocare un veloce derby tra reparti, e diciamo che fra scoutball e calcio siamo pari.
Così, dopo aver smontato le tende, aver chiuso l’uscita e esserci salutati tutti, ci siamo divisi nei reparti e i capi ci hanno dato alcune note tecniche per il viaggio (volo, vestiario…)
Il clima che si è creato è stato incredibile, siamo 80 ragazzi, frequentiamo scuole diverse, viviamo lontani fra noi, eppure in soli 2 giorni siamo arrivati a dirci: “Mi raccomando, dobbiamo vederci al jamboree!”
Siamo due reparti magnifici e, anche se non ci conoscevamo tutti, si è subito creato un forte legame, come siamo sicuri accadrà anche in Giappone, nonostante la differenza di lingue, culture e tradizioni.
Sono stati due giorni fantastici, un’immersione completa in una cultura che ci ha affascinato e ci ha caricato ancora di più.
Ci accomunano i so urrisi e i fazzolettoni, ci contraddistinguono le diverse personalità ma nulla ci divide.
Siamo legati da quell’avventura che si avvicina sempre di più, magari impercettibilmente, ma che sta per compiersi.
Non vediamo l’ora di vedere quel Giappone ricco di armonia, energia e innovazione che pian piano stiamo iniziando a conoscere.
NOI SIAMO PRONTI… GIAPPONE, JAMBOREE ARRIVIAMO!!!!
USCITA JAMBOREE 18-19 APRILE 2015

Un altro campo, un altro passo: e il Giappone è ormai dietro l'angolo!

31 gennaio 2015: un altro incontro, un altro passo verso quello che sarà il viaggio più straordinario della nostra vita.
Innanzitutto, partiamo dall’inizio: noi, ragazzi e ragazze del Reparto Gianni Rodari Piemonte e Val D’Aosta, ci siamo trovati a Vercelli, accolti da uno strampalatissimo gioco a stand, che ci ha introdotti un poco alle tradizioni che ci attendono nella terra dei fiori di ciliegio.
Tra impronunciabili frasi giapponesi “wa? sa? ta-o?” (probabilmente persino il ‘buon appetito’ suonerà più come un colpo di tosse) e origami di pessima riuscita, con qualche scatenato e stonatissimo karaoke in lingua nipponica e una vera e propria sessione di pittura floreale (sapevate che bastano quindici esploratori, dieci cannucce e un poco di tempera per rovinare indelebilmente un tavolo? No? Nemmeno io. Ora lo so.), è giunto il momento della cena..
E cosa abbiamo trovato, se non una squisita cenetta tipica giapponese da gustare con bacchette e ciotola?! In mezzo ai “MA C’É SOLO QUESTO PER CENAAAA?” (l’istinto italiano per pizza e polenta è difficile da frenare), i capi hanno assegnato a ogni  pattuglia un pezzo della serata, dividendo tra Rispetto, Verità, Viaggio e Strada varie tecniche teatrali tipiche giapponesi, con le quali inscenare alcuni racconti tradizionali. Dopo una serata a base di mascheroni di cerone bianco e ombre giapponesi, abbiamo passato una  notte tranquilla e riposante (mah…).
La mattina successiva, dopo un difficoltoso risveglio per i postumi del “sakè di prugne” della sera prima e la messa, siamo rimasti sorpresi da una gara di cucina giapponese di ultimo livello tra pattuglie, con frittate dolci e riso alle verdure, tempura e polpette; abbiamo imparato che la chiave di un piatto immangiabile è “ma siì, metti ancora salsa di soia“.
Una volta finito il pranzo e pulito, il tempo per quattro calci al pallone ed è subito arrivato il momento di salutarci, ancora una volta, e ripartire, ognuno per la propria città.
Un altro campo, un altro passo: e il Giappone è ormai dietro l’angolo!

Diaro di Bordo… il secondo giorno al campetto di preprazione verso il Jam… i Rover raccontano

Durante il secondo giorno del secondo campetto del cammino verso il Jamboree, i capi ci hanno detto che il giorno seguente il Capo-Contingente FIS sarebbe venuto a trovarci, perciò ci hanno chiesto di rendere perfette le nostre uniformi, togliendo i vecchi distintivi, ottenuti nelle precedenti esperienze scout.
E’ bello vedere come certe persone, noi compresi, siano attaccati ai propri distintivi, essendo questi ultimi ricordi di fantastiche esperienze di crescita personale e di momenti che si vive una sola volta.
Abbiamo svolto anche un’attività di servizio ambientale che consisteva nel migliorare la sede in cui siamo stati ospitati e il sentiero per raggiungerla attraverso il bosco, ammirando un paesaggio mozzafiato. 44 rover, impegnandosi al massimo delle loro forze, sono riusciti a creare un sentiero, aggiungendoci dei magnifici scalini nei punti più scoscesi, facendosi strada man mano che andavano più a valle con la scoppiettante motosega di Ciccio, il proprietario del terreno. Alla fine di questo servizio c’è sto un breve momento in cui, tramite dei fogli con parti di storia, abbiamo riflettuto, ognuno per conto proprio, sull’evoluzione del nostro pianeta.
L’attività serale è stata invece più rilassante, perché incentrata sulle sensazioni provate durante il servizio. L’atmosfera creata dalle candele accese che emanavano una luce soffusa, e dall’incenso ha allietato i nostri corpi, ma soprattutto le nostre menti, dopo una giornata abbastanza faticosa.
La stanchezza accumulata, infine, ha fatto si che al termine dell’attività ognuno si ritirasse nel proprio sacco a pelo per ricaricare le batterie da utilizzare il giorno seguente.
During the second day of the second camp on the road to the Jamboree, our leaders told us that the Head of the  FIS Contingent  would be meeting us the next day,  and they therefore asked us to make our uniforms perfect by removing the old badges commemorating past scout experiences. It is beautiful to see how some people, including us, are so attached to their badges, these last mementos of fantastic experiences of personal growth and moments that only come once in a lifetime.
We also carried out an environmental service activity that consisted of improving both the site where we were staying and the path through the woods leading to it, admiring the breathtaking scenery as we did so. By giving their all, adding magnificent steps at the steepest points, and steadily making their way down towards the valley with Ciccio’s chainsaw chugging away, forty-four rovers managed to create a real path. When we had finished, we  briefly took the time to individually reflect on the evolution of our planet.
That evening’s activity was more relaxing, focussing on the feelings we had experienced during the day’s work. The atmosphere created by the soft candlelight and incense soothed our bodies, and above all our minds, after a fairly arduous day. Finally, after the activity, the tiredness that had built up during the day led each of us to our sleeping bags to recharge our batteries for the next day…
Alessandro e Lara

Laura Bassi: l’avventura prosegue

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Ed ecco il reparto Laura Bassi che si incontra per la seconda volta.
Dopo esserci ritrovati tutti davanti alla stazione di Forlì  ed aver salutato con abbracci festosi gli altri componenti del Reparto, con quattro pulmini siamo giunti in un prato nel quale si è svolto il momento che tutti aspettavamo: l’assegnazione delle squadriglie.
I capi ci hanno bendato e posto sulla testa dei nastri di carta sui quali vi era incollata un ideogramma giapponese, quest’ultimo rappresentava l’iniziale di  quattro tipici animali giappon   esi : Delfini, Scoiattoli, Usignoli e Gru, ovvero le nostre squadriglie.
La location di questa uscita è stata Rocca della Caminate, che abbiamo raggiunto dopo un discreto tragitto a piedi tra le colline.
Durante il tragitto abbiamo parlato di tutto quello che ci è passato per la mente, fino a che la nostra attenzione è stata catturata da due ragazze le quali, dopo essersi presentate, si sono unite a noi.  Solo poco prima dell’arrivo ci hanno rivelato il motivo della loro presenza, infatti anche loro avevano avuto l’opportunità di partecipare ad un jamboree! E così piacevolmente incuriositi abbiamo ascoltato la loro esperienza.  Ci hanno poi salutato regalandoci due piccoli souvenir: un freesby ed un distintivo proveniente dell’America.
Arrivati, abbiamo svolto un’attività in tema giapponese ovvero la mitica cerimonia del thè, una piccola ma importante tradizione del luogo che ci ospiterà

Per cena, a lume di candela, abbiamo consumato un piatto tipico giapponese: il ramen.
Vestiti con gli immancabili kimono realizzati da noi,abbiamo mangiato con le “bacchette”: impresa non affatto semplice, ma ci siamo divertiti moltissimo.
 
Il giorno seguente, dopo la ginnastica mattutina, si è svolta una simpatica e competitiva gara di cucina. Ovviamente non si è trattato di tortelli e cappelletti ma di hosomaki e takoyaki, il tutto condito con salsa wasabi

Questa gara di cucina si è rivelata molto più difficile di quanto mi aspettassi… infatti essendo la prima volta, come squadriglia dovevamo ancora capire come dividerci al meglio i compiti. Ora siamo pronti, ben affiatati e soprattutto carichi!
Il pomeriggio è terminato con l’arrivo dei genitori e la celebrazione della S.Messa.
Quando tutto si è concluso, dopo i saluti ed aver ripreso i nostri zaini, ognuno di noi è ripartito per tornare alla propria casa pieno di entusiasmo, gioia e curiosità per affrontare questa ambita avventura.

Enrico Felice (Predappio 1)
WA !

Incontro con l'Arcivescovo di Siracusa

Incontro _Vescovo_0018Lo scorso 31 Marzo i partecipanti al Jamboree delle zone Aretusea e Megarese, accompagnati dai responsabili di zona e dall’incaricato alla branca e/g della zona Aretusea, hanno incontrato S. E. Rev.ma Mons. Salvatore Pappalardo Arcivescovo della Arcidiocesi di Siracusa. I ragazzi insieme ai capi hanno avuto modo durante una breve udienza privata di spiegare a Sua Eccellenza, cos’è il Jamboree, cosa andranno a fare in Giappone e di spiegargli perché la scelta di iscriversi a tale evento. Sua Eccellenza ha raccontato ai ragazzi alcuni suoi viaggi in altri continenti, già sacerdote e a questo proposito ha consigliato di fare tante esperienze di questo tipo da giovani; ha anche detto loro che al Jamboree non dovranno solo rappresentare lo scautismo italiano e la cultura italiana, ma anche la Chiesa.

I ragazzi e i capi hanno anche avuto modo di augurare a Mons. Pappalardo una Buona Pasqua il quale li ha rinvitati a luglio, qualche giorno prima della partenza verso il Giappone per fare insieme un momento di preghiera.

L’incontro con Sua Eccellenza è stato sia per i ragazzi che per i capi una bella occasione di riflessione e confronto.

Mattia Aliffi

Zaino in spalla, si parte!

Sembra quasi l’ennesima volta in cui questa frase ricorrente, risuona nella testa di chi è pronto a partire, a dirigersi verso una nuova meta. La strada è lunga, tanto lunga…ma sembra quasi che qualcuno sia già arrivato lì, in Giappone. E’ semplice riconoscerla, è la nostra mente che ha portato con sè tutti i suoi pensieri, i suoi programmi, le sue aspettative! Non è facile, invece, esprimere tutto ciò che si prova quando si è consapevoli di prender parte ad un viaggio simile. Indossare quel fazzolettone che porta i colori della tua nazione significa essere testimoni di un’avventura emozionante. Il verde rappresenta la speranza di poter vivere al massimo un’esperienza simile, il bianco la purezza che contraddistingue le sensazioni di questo viaggio, il rosso è la passione che ci accomuna per un qualcosa, come lo scoutismo, senza la quale riusciamo ad immaginare i nostri giorni. Dopo l’esperienza già vissuta in Svezia, sono pronto a scrivere le pagine del secondo capitolo di questa storia, a scriverlo con voi, il mio nuovo clan. Giuseppe Ramuglia

Latcho Drom Corto Maltese!!!

”Come la bianca ala dell’albatros sul monotono respiro del Pacifico, così, vagabonda per vagare, va la vela del vero marinaio…”
-Corto Maltese, Una ballata del mare salato, Hugo Pratt
3/01/2015
Diario di bordo, Compagnia Corto Maltese
Proprio come Corto Maltese, ognuno di noi è capitano della propria nave e salpa in un viaggio che ci farà incontrare tutti per la prima volta. Sessantaquattro giovani rover di diverse compagnie d’Italia oggi lasciano la propria terra per unirsi tutti a Capranica nel Lazio,presso il Casale Della Nocerqua. Zaino in spalla, biglietto in mano e tante preoccupazioni nella testa,così tante che il cuore è a mille, ma poco importa: il primo campetto di formazione per il Jamboree è arrivato!
Così ognuno con le proprie paure e la propria grinta ci siamo buttati a picco in quest’avventura che lascerà sicuramente in noi una traccia importante di crescita e spirito scout,un campetto che non dimenticheremo di certo. Tutti accomunati da un foulard e dal grande sogno del Jamboree siamo riusciti in soli tre giorni a stringere tra di noi legami non indifferenti, lasciandoci sorprendere ancora una volta dalla magia dello scautismo e dimenticando di colpo l’ansia  della selezione. Ci siamo divertiti,  confrontati e avvicinati per la prima volta ad un mondo così lontano da noi ma così affascinante come quello della cultura giapponese .
Appena arrivati,dopo aver conosciuto i nostri CC di formazione Giovanna,Camilla,Riccardo e Vito ci siamo cimentati nel cucire un nostro personale zaino di juta  che sarà il simbolo della strada verso il Jam. Con i nostri kanji (漢字)sul petto, ci siamo divisi in 4 compagnie di formazione i cui componenti cambiavano ad ogni attività per darci la possibilità di fare conoscenza con tutti i partecipanti. Le prime attività sono state di socializzazione e conoscenza:ognuno di noi ha riflettuto su cosa aveva da offrire e da condividere con gli altri nel corso del campetto e abbiamo attaccato il tutto per iscritto su una grande bandiera del Giappone.
Dopo cena,abbiamo fatto un fuoco durante il quale abbiamo unito gli interventi preparati a casa. Si è parlato di Jamboree,ovviamente,e di Giappone. Ci siamo improvvisati lottatori di sumo, abbiamo giocato al gioco dell’oca versione giappo, abbiamo bevuto insieme il the e riproposto giochi tradizionali scout, come il nippon che cadevano a puntino per l’occasione. E’ stato un festival di gioco,risate e colori,ognuno di noi ci ha messo del proprio . Nonostante la confusione (64 persone cariche di energia sono difficili da contenere!), credo che insieme abbiamo reso il nostro primo fuoco speciale e degno di essere ricordato con nostalgia,come sto facendo io ora a distanza di due mesi da quel fantastico campetto di dicembre.
La notte è servita a conoscerci ancora di più e realizzare quello che stavamo facendo,pronti a svegliarci il giorno dopo ancora più carichi del precedente.
04/01/2014
Diario di bordo, Compagnia Corto Maltese
E’ una mattina calda e nuvolosa a Castel Nocerqua e anche se  barbagianni,falchi e chi più ne ha più ne metta hanno dormito ben poco, hanno comunque voglia di cinguettare. Entusiasti siamo scesi dalle nostre camerate e abbiamo fatto colazione preparati ad una nuova fantastica giornata. E subito la mattinata è partita con una carrellata di attività durante le quali abbiamo scoperto i temi del nuovo Jamboree (innovazione,energia e armonia) e ci siamo subito fatti prendere dallo spirito del WA和.Colorati quindi di unità,cooperazione ,amicizia e pace abbiamo compreso che il Jamboree sarà per noi molto di più che un viaggio fisico. Iniziamo così un percorso spirituale che ci porterà a conoscere noi stessi, a imparare a sfruttare al massimo quest’esperienza per assorbirne l’essenza più pura e profonda. Saremo portati verso la riflessione,la capacità di relazionarci al meglio con altre persone e avvicinarci a nuove culture per confrontarci e crescere. Dobbiamo portare la nostra  la  strada,tanto cara nella vita da rover, verso la terra dei ciliegi con il corpo ma soprattutto con la mente. Immergerci nel viaggio e collezionarne ogni dettaglio per farne tesoro una volta tornati a casa.
All’insegna delle tematiche Jam,abbiamo quindi inventato nuovi sistemi di energia rinnovabile,costruito delle adorabili paperelle con pochi pezzi di carta colorati e dialogato con i capi . Dopo pranzo le attività si dividevano in storia Jam,Comunicazione ,Armonia e Giornalismo.
Con Giovanna ci siamo addentrati nella lunga storia dei Jamboree passati ,conoscendone le tematiche e gli avvenimenti principali . Io personalmente in quel momento ho sentito di stare entrando a far parte di una grande famiglia,una famiglia che comprende tutto il mondo e che da tantissimi anni porta avanti la tradizione del Jamboree ,sempre pronta ad abbracciare,unire e valorizzare ogni singola cultura di questo mondo,bello proprio perché vario,come dice il proverbio. Pensare a quante persone si sono trovate nella nostra situazione e hanno potuto sognare e godersi quello che si può dire il sogno nel cassetto di ogni scout,è stato davvero emozionante.
A ‘comunicazione’ invece, abbiamo compreso l’importanza di riuscire a comunicare ed esprimere emozioni e pareri con altre persone,dovendo incontrare 30000 scout che parlano una lingua diversa dalla nostra. Abbiamo quindi a turno parlato delle diverse sensazioni che ci provocano fotografie diverse.
Ad ‘armonia’ ci siamo rilassati e ci siamo divertiti con gli altri partecipanti ,colorando dei Mandala,facendo Origami o più semplicemente cantando e giocando a carte.
Nel pomeriggio,gli IST ci hanno fatto divertire facendoci giocare ai giochi tipici scout come palla scout,roverino,rugby scout,stella..il prato del Casale della Nocerqua era pieno di rover correvano da tutte le parti!
Le ultime attività della giornata si centravano sul far emergere le nostre paure e le nostre ansie riguardo al Jam e ci siamo divisi ,unendoci in 4 grandi categorie in:’problemi di logistica’, ‘problemi di comunicazione’ ,’voler fare tutto e paura di non riuscire a fare niente’, ‘paura di non dare il meglio di se’. E’ stato un ottimo modo per farci sentire meno soli,scoprire che avevamo tutti timori nascosti e sentirci appoggiati a vicenda. Dopo il fuoco,in cui a gruppi di due compagnie dovevamo fare un intervento che rappresentasse a piena il problema trattato,l’impressione collettiva è stata quella che si era stabilita tra noi una grande solidarietà e grande sostegno  che ci aiuterà sicuramente a superare le nostre preoccupazioni.
Ancora una volta,la notte ci è servita a caricare le batterie e riflettere sull’intensa giornata.
5/01/2015
Diario di bordo, Compagnia Corto Maltese
Fuori,sembra come se avessimo portato noi il sole nel casale. La voglia di godersi a pieno gli ultimi momenti insieme e divertirsi è tantissima,come anche si inizia a sentire  il clima di dispiacere per l’imminente fine del campetto. Quasi per sollevarci il morale,i capi hanno preparato per noi attività sul carattere WA,sui ciliegi,sulla bandiera giapponese e sulla meditazione zen. Ci siamo quindi sfidati diventando personaggi di leggende tradizionali giapponesi,abbiamo disegnato i nostri propri alberi di ciliegio e  siamo diventati parte integranti della bandiera del Giappone(si proprio così). Successivamente, abbiamo fatto assieme ai CC una verifica complessiva sulle impressioni del campetto,facendo riferimento a quello detto il primo giorno.
A tarda mattinata si sente che è quasi arrivato il momento di partire . Gli zaini sono già fuori chiusi,gli abbracci diventano più stretti e c’è nell’aria quella sensazione che ormai conosciamo bene,tipica della fine di un campo:un misto tra nostalgia prematura e dispiacere a cui questa volta aggiungiamo la consapevolezza che alcuni di noi lasceranno questo percorso prima del secondo campetto. Queste però sono minime rispetto alla solidità delle amicizie create,alla voglia di rivedersi,alla gioia estrema di aver condiviso con persone meravigliose un campetto così importante che porteremo nel cuore.
Dopo una danza rover tutti insieme e le foto,è ora di partire. A gruppi lasciamo il casale ma dai nostri volti si può chiaramente intuire la soddisfazione per l’esperienza vissuta e la speranza di poterla rivivere al secondo campetto. Latcho drom Corto Maltese e buon cammino ovunque tu vada,forse un giorno potremo incontrarci di nuovo lungo la strada.
04/03/2015  Dopo due mesi
Al ritorno a casa, dopo un’esperienza come questa, ci si ferma sempre a ripensare ad ogni singolo momento, come per paura di dimenticarsi il sapore di qualche istante.
E penso alla grinta,alla partecipazione, alla fratellanza che unisce due perfetti sconosciuti nel momento in cui si indossa un foulard, alle emozioni ancora una volta uniche che si aggiungeranno al tuo zaino di ricordi scout . Quest’esperienza mi ha fatto crescere come rover e come persona,mi ha fatto confrontare,ha aiutato a fare un piccolo passo verso il grande sogno del jamboree. Mi ha segnato al punto che, se magari tre giorni fa ci sono andata con la voglia dI riuscire ad essere presa,ora ci torno con la voglia di rivedere i visi conosciuti,e condividere con loro mille altre gioie come quelle durante questo campetto. Il mio campetto jamboree é stata una piccola marmellata italiana, una marmellata resa speciale da ognuna delle persone incontrate, da balli e canti diversi e uguali ai tuoi,dai mille colori dei foulard,dagli abbracci e dall’infinito spirito scout che ci contraddistingue .
Che io davvero non so come dirvi grazie,grazie grazie e ancora grazie dell’opportunità che mi avete dato, della vostra fiducia in me e del vostro aiuto e supporto. Quando sei in mezzo a così tante sezioni diverse, cresce il senso di appartenenza alla tua di sezione,l’orgoglio,ne cogli la nostalgia,e la senti un po’ come casa tua . Cresce anche la paura di non essere all’altezza. Ho fatto del mio meglio per portare il Lecce 1,inteso come insieme di persone,per portare la mia famiglia con me in questo viaggio verso il Giappone.
Vada come vada,sono felice di ciò che ho vissuto.
“Buon viaggio hermano querido, e buon cammino ovunque tu vada,forse un giorno potremo incontrarci di nuovo lungo la strada..”
Cristina Giocondo – Lecce

UNA TAPPA DELLA NOSTRA VITA: JAMBOREE 2015 – JAPAN Reparto Tonino Bello

Jamboree, un raduno mondiale di più di 30.000 scout provenienti da tutti i continenti con lingua, storia, tradizioni, aspirazioni, cultura e cibi differenti… Sarà un arcobaleno di colori e di profumi!
Secondo voi cosa avrà provato un semplice ragazzo tra i 13 e i 15 anni dopo aver saputo di essere stato scelto come ambasciatore della nostra bellissima Terra? Il primo sentimento naturalmente è stato l’incredulità: Sono in un sogno…? Non avranno sbagliato indirizzo mail? Invece no, sono stato scelto veramente. Come me centinaia, migliaia di ragazzi avranno provato le stesse sensazioni, sicuramente difficili da spiegare. Ma la domanda che sicuramente ognuno di noi si sarà posto è: Sarò all’ altezza di rappresentare il mio Paese e il mio reparto? In ogni ragazzo saranno sorti dubbi, incertezze, paure ma anche tanto entusiasmo, tanta grinta e tanta voglia di fare del proprio meglio per riuscire a portare avanti e a condividere questo sogno.
Nonostante tutti questi pensieri, ecco tutta la Puglia, rappresentata da 36 ragazzi e 4 capi radunati a Copertino (LE) al Santuario della Grottella dove si è tenuto il primo campetto pre-Jamboree il 6-7-8 Dicembre 2014 in preparazione a questo grande evento che si tiene ogni 4 anni e che nel 2015 avrà luogo in Giappone.
Tutti i ragazzi si sono incontrati con tanta voglia di fare ma soprattutto con tanto spirito di fratellanza e di unità (quest’ultimo sarà il tema del Jamboree).
Immaginare tantissimi reparti di tutta Puglia riuniti in uno solo è un qualcosa di fantastico, di cui noi dobbiamo essere orgogliosi ma rispettosi versi i nostri fratelli che non hanno avuto la stessa opportunità; dobbiamo condividere l’esperienza affinché tutto ciò che verrà fatto e verrà detto non resti nelle nostre menti e nei nostri cuori, ma diffuso agli altri. Noi dovremmo essere gli occhi e le orecchie del nostro reparto di provenienza, che va reso partecipe.
Il reparto rappresentato da esploratori e guide tutti pugliesi si chiama ‘Tonino Bello’, grande personaggio religioso che si è battuto per la pace in tutto il mondo. E’ su di lui che si è parlato durante il campetto.
Ma partendo dall’inizio, i ragazzi si sono trovati a Copertino, con i capi dei loro reparti di provenienza e hanno cominciato a fare subito amicizia. Il campetto si è aperto con un cerchio, in cui tutti insieme si è cantato. Le attività sono incominciate con l’arrivo di un “anonimo cantante” che ha chiesto a noi di imparare a cantare una canzone. Le attività del primo giorno sono state le più svariate, a partire dal metterci in ordine per età, numero di scarpa, data di nascita,… e proseguendo con l’arrivo di quattro giapponesi a cui dovevamo presentarci con i costumi tradizionali del nostro paese di provenienza. I quattro giapponesi naturalmente erano simulati dai nostri capi presentatisi prima: i capi reparto sono Fausta, molto dolce e brava nell’esprimersi, Enzo, simpaticissimo, tanto simpatico da fare una battuta ad ogni parola; l’aiuto capi è Antonio, molto attivo e presente; ultimo ma non per ultimo l’assistente spirituale, Don Andrea, giovanissimo da non sembrare neanche un prete ma uno di noi. Date le proporzioni ridotte dei capi maschi in altezza, si sono autodefiniti ‘Cenerentola e i tre nani’.
Il secondo giorno è stato quello più intenso: sveglia presto, colazione e partenza per Alessano, luogo di nascita e luogo dove Don Tonino ha vissuto la maggior parte della sua vita. Una volta radunati ad Alessano, ci siamo messi in cerchio attorno alla tomba di Don Tonino Bello. Lì abbiamo cantato e pregato. Per continuare l’attività, i capi ci hanno diviso in quattro gruppi che sono andati in giro per Alessano a incontrare i cari di don Tonino Bello per raccogliere quante più informazioni possibili. Al ritrovo, abbiamo visitato la sua casa, dove abbiamo riflettuto molto sulla sua vita e sul senso di ciò che ha fatto.Ci siamo incontrati nella sede della Fondazione “Tonino Bello” con i cari di Don Tonino e il presidente della fondazione stessa, il sig. Giancarlo Piccinni, che ci hanno gentilmente illustrato il senso di ciò che fece Don Tonino, le sue azioni di bene più importanti e la sua vocazione. Alla fine della visita abbiamo partecipato alla Santa Messa celebrata da Don Andrea. Dopo abbiamo tolto i fazzolettoni rappresentanti i nostri reparti e i capi ci hanno affidato il fazzolettone del contingente italiano: tutto blu rifinito con un bordo tricolore. Il nuovo fazzolettone ha incorniciato l’appartenenza reale al nuovo reparto. I sentimenti provati in quel momento sono stati forti e indescrivibili… lascio ad ogni lettore immaginare…
Tornati a Copertino i capi hanno formato le quattro squadriglie(sq.), due maschili(Cervi e Orsi) e due femminili(Puma e Leonesse).
Il terzo e ultimo giorno ci siamo preparati ad accogliere i nostri genitori. Con loro abbiamo partecipato alla Messa dell’Immacolata celebrata da Don Eugenio. L’omelia era rivolta a noi facendoci notare la differenza tra il turista e il pellegrino: il turista è colui che va in un luogo per goderselo, per fare una vacanza e per cui è importante solo la meta del viaggio, il pellegrino, invece, è colui che va in un luogo per un fine spirituale e che ha a cuore l’intero viaggio da compiere.
Un altro bel momento è stato il pranzo con tutti i genitori che hanno avuto modo di conoscersi e di esprimere la propria gioia per l’esperienza che affronteranno i loro figli, gioia ricca anche di timori in un certo senso fugati dalla meticolosa illustrazione e descrizione dei capi di come tutto è stato organizzato e pianificato.
Così si è concluso il campetto, una tappa questache ha tracciato il sentiero da seguire verso tutte le altre tappe sino a quella del Jamboree nel lontano ma già così vicino Giappone.Siamo solo all’inizio è già ci siamo lasciati con nel cuore un segno profondo e indimenticabile.
Arrivederci a Molfetta per il mese di Aprile dove saremo dinuovo tutti insiemeper il secondo campetto pre-Jamboree.
 
Samuele Nocera
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