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Japanese Days

Era il 15 aprile 2015, quando dopo qualche mese risento Kiyoshi, capo scout giapponese con cui tempo prima avevo scambiato dei distintivi jamboree molto particolari. Era felicissimo di annunciarmi che sarebbe stato il responsabile dell’Home Hospitality di due reparti italiani, e tra questi rientrava il mio, il reparto siciliano Giovanni Falcone. Con l’occasione, inoltre, mi comunicava anche che nel mese di giugno sarebbe stato in Sicilia per un breve viaggio di lavoro con il figlio ventenne, manifestandomi il suo desiderio di  incontrare me, alcuni miei amici scout e la mia famiglia. Per me e la mia famiglia un’ entusiasmante, piacevole e bizzarra sfida: ospitare due giapponesi, per antonomasia i più ospitali al mondo. Non vedevamo l’ora! Dopo aver programmato con un buon tempo d’anticipo il tutto, non ci restava che attendere e aspettare i due amici.

Sono arrivati a Catania e giovedì 18 giugno, in un afoso pomeriggio siciliano, in compagnia di un mio fratello scout, appartenente al gruppo AGESCI Paternò 4, puntuale come un orologio svizzero, li ho raggiunti in albergo, dove, con un pò di anticipo, mi attendevano già. Notate bene che i giapponesi sono puntualissimi, tengono ad ogni singolo minuto e per loro il tempo è preziosissimo, sin dalle prime ore del mattino hanno un programma e tendono a rispettarlo fino alla fine, minuto per minuto, momento per momento.  La scintilla dell’armonia ha reso semplice, sin dalle prime ore dell’incontro, l’approccio tra noi , stimolando da subito la voglia di reciproca conoscenza.

 

Dopo aver trascorso un paio di ore a Catania, città barocca dalle infinite bellezze e che forse meglio di qualsiasi altra, con il suo mare ed il suo vulcano, invera i tratti essenziali della Sicilia (terra di fuoco, di sole e di mare), ci siamo diretti alla volta di Paternò insieme ad alcuni ragazzi del mio gruppo scout e del reparto Giovanni Falcone (SICILIA).

 

Raggiunta la mia abitazione, ubicata nella collina storica del paese, abbiamo visitato la rocca normanna, straordinariamente bella, godendo del panorama della città, con una splendida vista dell’Etna. In seguito, abbiamo iniziato la cena con il “Ramen”, ricetta giapponese molto particolare preparata da Kiyoshi e Kenta e da questi voluta come segno tangibile di condivisione e trasmissione di valori in una prospettiva dove è l’ospite a mettersi al servizio dei “padroni di casa”.

Il ramen, piatto molto sostanzioso di cui esistono innumerevoli varianti, è più di una ricetta, è una vera e propria istituzione. Con i due amici abbiamo quindi cenato degustando squisite ricette della cucina siciliana.

Dopo aver cenato, Kiyoshi, appassionato dell’Italia e del calcio, mi ha chiesto se ero in possesso e se potevamo vedere Italia- Germania del 2006. E così è stato!! Esultava ad ogni gol dell’Italia come se fosse un vero e proprio italiano seduto in poltrona in quelle belle notti del 2006. Molto stanchi, entusiasti e soddisfatti della serata, dopo aver guardato la partita ci siamo salutati e dati appuntamento per l’indomani mattina, quando Io, Kenta e Kiyoshi siamo partiti alla volta di Roma.

In occasione dei tre giorni trascorsi insieme a loro   nella “caput mundi” ho potuto comprendere molte cose della cultura giapponese, fondata su dei valori non negoziabili. Con loro ho discusso principalmente di Giappone, di Jamboree, di Home Hospitality e di Osaka. Mi hanno fatto vedere delle belle foto di Osaka e dintorni, in particolare di Nishinomiya dove i reparti Giovanni Falcone e Gioacchino Rossini vivranno questa bellissima esperienza nelle famiglie che si stanno preparando alla grande a riceverci per farci vivere dei giorni indimenticabili . I due sono stati molto ospitali con me tuttavia sempre discreti, costantemente presenti, ma senza particolare appariscenza. Credo che questo sia un tratto peculiare della cultura nipponica che ritroveremo costantemente in occasione della nostra prossima esperienza. Anche i silenzi non segnano distanza, ma comunanza e appartenenza: omotenashi è un essere, non un dover essere!

 

Per pura casualità ho avuto anche la fortuna di comprendere il senso e la portata di un momento centrale della storia giapponese. Al rientro in albergo trasmettevano su Rai 3 una puntata di Ulisse dedicata al settantesimo anniversario dello sgancio delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. Pur non capendo, perché tradotte in italiano, le parole dei sopravvissuti Kiyoshi e Kenta, avevano le lacrime agli occhi: quelle bombe sono per il popolo giapponese il momento più tragico, ma allo stesso tempo anche l’inizio di una nuova era.

I nostri amici non hanno vissuto in prima persona l’orrore della guerra, ma, comunque, è come se gli effetti fossero impressi nel DNA, forgiando tutti nel più autentico spirito dei samurai. Kiyoshi mi ha anche mostrato la foto di suo padre, che a quell’esperienza è sopravvissuto, rivendicando con grande orgoglio l’identità, la laboriosità e l’unione di un popolo che, pur provato oltre ogni limite, proprio da quella tragedia ha saputo tirar fuori tutta la forza, determinazione e tenacia per risorgere dal “sole nero”. Solo con il duro lavoro, l’unione, la costanza e la tenacia (valori sempre eterni che in ogni campo della vita debbono essere messi in campo per il perseguimento degli obiettivi) sono riusciti a risalire la scala del mondo, riconquistando quel ruolo di traino connaturale a chi di questi valori fa le sue insegne.

I giorni appena trascorsi sono stati grandiosi, entusiasmanti e davvero intensi. Sono felicissimo di aver creato una bella amicizia con Kenta e Kiyoshi e non vedo l’ora di rincontrarli in Japan. Sono davvero contento che i nostri amici si siano divertiti e rilassati in Italia e che possa in minima parte aver contribuito anch’io a tutto ciò, cercando nel mio piccolo di comunicare alcune delle meraviglie di cui è ricca anche la nostra cultura e la nostra storia. Kenta ha colto ciò con grande semplicità, così sintetizzando: << amazing moments in Italy, feeling the greatness of history>>. Ebbene si, in questi giorni abbiamo anche apprezzato e sentito la grandezza della storia, e voi, amici da tutta Italia cosa sentite a   poco meno di un mese per partire alla volta del Giappone? Come vi state preparando? Siete ansiosi di conoscere altre culture?

Manca davvero poco, colgo l’occasione per augurarvi un buon Jamboree. Vi aspetto belli carichi in Japan sospinti dall’inesauribile forza dell’Energia, dell’Innovazione e dell’Armonia

 

 

Vincenzo Finocchiaro

Capo redattore

Reparto Giovanni Falcone (SICILIA)

Sulla Via del Tè, verso il Futuro

9-10 maggio, Villa Buri, Verona

“Eccoci qua, finalmente capi, rover e scolte ci troviamo tutti assieme per la prima ed ultima volta in vista del Jamboree. E ormai mancano 74 giorni alla partenza!”

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Questo è stato il mio primo pensiero vedendo più di un centinaio di scout AGESCI e CNGEI (in più c’erano anche i capi dei reparti del contingente) all’alzabandiera inaugurale; insieme abbiamo poi cantato l’inno dimostrando voglia di mettersi in gioco e di essere ambasciatori nel mondo del nostro paese.

Così iniziava ufficialmente il campetto di preparazione in vista del Jamboree.

L’avevamo già in parte iniziato, i nostri capi clan ci avevano assegnato come compiti a casa di inviargli materiale riguardante la Via del Tè e i suoi punti fondamentali, che poi loro si sarebbero occupati di raccogliere nel nostro quaderno di strada.

La mia assoluta predilezione per questa bevanda ha fatto crescere in me un’impellente curiosità: di che cosa si tratta effettivamente? Chiamata Chadou o Sadou, la Via del Tè è una vera e propria filosofia di vita intrinseca alla cultura Nipponica ed è basata su quattro principi fondamentali: Wa (armonia con la realtà), Kei (rispetto), Sei (purezza interiore e della vita concreta) e Jaku (tranquillità e pace della mente, raggiungibile solo come seguito degli altri tre principi). La sua espressione compiuta e tangibile è ovviamente la cerimonia del tè: incarna la ricerca della bellezza, della precisione e dell’essenzialità tipica della cultura tradizionale giapponese; il risultato è un’esplosione di simbologia che espressa con una raffinatezza sconvolgente. Alcuni dei suoi valori, come l’essenzialità, sono presenti nelle nostre Carte di Clan e in generale nello scoutismo.

Un altro in particolare, ancor più fondamentale nella filosofia scout, è il servizio: esso dev’essere un aiuto concreto donato con gratuità e disponibilità. Durante il Jamboree, rover e scolte di tutto il mondo costituiranno insieme l’IST (International Service Team) ed estote parati! Ma di preciso, noi IST che andiamo a fare?? Da rover vivremo un’esperienza di servizio, daremo quindi una mano dove e quando servirà: saremo addetti alle pulizie, cuochi, stewards, assistenti nelle numerose e variegate cerimonie, addetti alla sicurezza, giornalisti; e svolgeremo mille altri compiti di cui magari non conosciamo ancora l’esistenza…

Ovviamente, in mezzo ad un contesto così ampio e variegato capiteranno inconvenienti purtroppo comuni; e noi IST dovremo esser pronti a risolverle: soccorrere un ragazzo in arresto cardiaco!?

NO!

Lo possono fare solo i medici abilitati in Giappone, noi IST dobbiamo chiamarlo e nell’attesa tenere lontane chiunque. Con la burocrazia non si scherza, soprattutto in Giappone! Affrontare episodi di violenza o bullismo? Possibile (anche se spero sia poco probabile). Proprio a riguardo dobbiamo seguire un corso online chiamato Safe from Harm. E, a maggior previdenza, in un’attività a gruppetti abbiamo ricreato alcune situazioni tipo facendo in modo che poi gli spettatori (gli altri IST) potessero risolverle, come poi si dovrà agire al campo…

In realtà con solo due giorni di campetto a disposizione avevamo poco tempo, perciò l’abbiamo sfruttato al massimo! Per iniziare abbiamo fatto conoscenza, del resto era la prima volta tutti assieme, ed è necessario essere affiatati all’interno di un Team come il nostro! Ognuno s’è fatto una propria carta d’identità con nome, disegno di riconoscimento e caratterISTica. Ne son venute fuori di tutti i colori: giornalISTa, turISTa, ISTrionico, fisioterapISTa, fritto mISTo, rugbISTa e moltissimi altri. Così, attraverso le nostre caratteristiche in comune o di quelle a noi meno congeniali abbiamo fatto conoscenza dei nostri compagni rover!

Non dimentichiamoci però che al Jamboree i gruppetti di lavoro saranno composti da ragazzi di diverse nazionalità. Proprio per questo durante le attività divisi per clan, il Leonardo ha fatto un’attività sui falsi amici in inglese e sulle difficoltà di comunicazione; e mi son reso conto di quanto sarà complicata e rischiosa. Tra l’altro le differenze tra le culture porteranno a numerosissimi fraintendimenti, incomprensioni e anche ad insulti o scortesie non volute.

A proposito di rischio, la prima sera s’è tenuta un’attività molto interessante sulle leggende e storie di paura giapponesi: Okiku doll la bambola assassina, kuschisake onna la donna dalla bocca spaccata e teke teke la donna che taglia a metà le persone! Terrificanti davvero, se poi penso agli horror che girano i Giapponesi…

Guardate, preferisco non pensarci davvero! Preferisco fantasticare sulla cerimonia del tè, riflettere sull’armonia che essa rappresenta, al rispetto e alla pace che genera. In Giappone saremo all’incirca 30mila, ognuno ambasciatore del proprio paese e del proprio scoutismo e conviveremo assieme per dieci giorni secondo il tema WA! In Giapponese assume numerosi significati quali: spirito di unità, armonia, cooperazione, amicizia e pace. Questi valori saranno portati avanti al campo con attività e riflessioni, ma, a parere mio, dovrebbero essere prese come spunto dai governi nazionali per un impegno più concreto!

A testimonianza di questo il 6 agosto (ricorrenza dell’atomica su Hiroshima) faremo un’attività, in contemporanea con tutti gli scout del mondo, per non dimenticare quanto l’uomo può distruggere, ma soprattutto per sottolineare cosa può creare di buono, di meraviglioso e di proficuo, per sé e per la natura che ci ospita. Quel giorno gli scout saranno un esempio di pace per tutta l’umanità, un microcosmo che cammina unito verso un futuro radioso e pieno di WA.

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Edoardo von Morgen

CLAN LEONARDO

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Seconda tappa verso il Giappone del Reparto Alda Merini

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OPERA, 1-3 MAGGIO –  La seconda puntata del percorso in preparazione al Jamboree del reparto lombardo Alda Merini ha avuto ufficialmente inizio venerdì 1° maggio alle 11, sotto un cielo nuvoloso ma che non minacciava pioggia. I trentasei ragazzi con i tre capi e l’AE hanno incominciato la giornata con la cerimonia dell’alzabandiera il loro ultimo incontro prima della meravigliosa destinazione che sarà raggiunta a fine luglio.
Quindi i capi hanno chiesto ai ragazzi di prendere il pezzo di puzzle che avevano ricevuto nelle settimane precedenti il campetto per posta e di portarlo in cerchio; lo scopo era formare le squadriglie. Infatti ogni membro aveva un pezzo di un’immagine che insieme a quello degli altri componenti della squadriglia avrebbe formato un quadro giapponese. Divise quindi le squadriglie con questa simpatica idea, sono stati scelti i nomi: Albatros e Panda per quelle maschili, Tigri e Pantere per quelle femminili. In seguito sono stati progettati i guidoni con relative bandierine e creati gli urli di squadriglia. Il pomeriggio è poi trascorso velocemente tra castellone, roverino e un momento di preghiera guidato da padre Stefano.
Cena particolare grazie a un incontro con un cuoco giapponese e con la consorte italiana, che ci hanno raccontato gli aspetti più vari della vita in Giappone e hanno risposto alle nostre curiosità più nascoste sulla cultura giapponese. La cena è stata un sorprendente pasto alla giapponese, con zuppe, alghe, riso, pesce, sushi. Il primo giorno del campetto si è concluso con un bivacco ricco di canti e giochi estremamente divertenti.
Il secondo giorno è iniziato con la colazione e preghiera, al seguito della quale si sono svolte prove da affrontare di squadriglia, quali la costruzione di un ponte autoreggente, il disegnare bendati ecc. intervallati da approfondimenti su aspetti della cultura e della storia del Paese nel quale ci recheremo. Abbiamo anche dedicato spazio alla progettazione del portale e della bacheca per lo spazio che al Jamboree ci verrà assegnato. Il pranzo è stato realizzato dalle squadriglie su appositi bracieri presenti nella base, sotto un sole splendente che ha certamente compensato il grigiore del primo maggio. Una volta concluso, si è parlato della Home Hospitality, sono state date alcune indicazioni e si sono preparati i doni per le famiglie che ci ospiteranno (sono stati realizzati dei disegni, a coppie o singolarmente, su alcune piccole piastrelle calamitate) e, dopo la cena, vi è stata la sfilata dei costumi tipici giapponesi che era stato chiesto di portare; costumi magnifici!
Il terzo giorno c’è stato un incontro tra i capi e i genitori per conoscersi, chiarire gli ultimi dubbi e scambiarsi informazioni. Poi si è celebrata la messa con i responsabili regionali della Branca E/G regionale, che con un breve discorso ci hanno incoraggiato ad affrontare senza remore l’avventura straordinaria che ci attende. A seguito del pranzo in condivisione, quindi l’ammaina bandiera e i saluti. L’appuntamento sarà, questa volta, direttamente in aeroporto la mattina del 24 luglio, lanciati verso la mirabolante esperienza che vivremo in Giappone.
Francesco
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Emilia e Romagna insieme verso il Giappone

È a una quarantina di giorni dalla partenza per il Jamboree che si è svolta l’ultima uscita di preparazione a questo grande evento che tutti noi aspettiamo da tempo con gioia.
La maggior parte dei componenti del nostro reparto si è ritrovato il 12 sul treno che da Piacenza arriva a Bologna, pieni di energia, pronti per il campetto e contenti di riabbracciare compagni di viaggio. Arrivati al capoluogo emiliano abbiamo incontrato i capi che ci hanno accompagnati a Brisighella in pullman.
Al paesello abbiamo incontrato il reparto romagnolo Laura Bassi, con il quale abbiamo raggiunto il posto con una faticosa, ma soddisfacente, salita di un’ora.
Dopo esserci sistemati, abbiamo ricevuto il kit del partecipante, composto da uno zainetto, che come i capi ci hanno spiegato, sarà utile durante le attività del Jamboree, due magliette e diversi distintivi del contingente. Inutile dire che siamo andati in visibilio e abbiamo indossato subito le magliette.
La sera abbiamo potuto mettere alla prova le nostre tecniche espressive partecipando a stand che hanno proposto attività sull’improvvisazione, sulle ombre cinesi, sulla pittura delle mani e sui bans, seguendo il grande regista e premio Oscar Miyazaki.
Il giorno dopo abbiamo vissuto una mattinata simile a quelle previste al Jamboree: sveglia, colazione, e via che si parte per nuove avventure, pronti ad esplorare la natura, a scoprire nuove ricette o ad affrontare importanti tematiche come ad esempio i diritti umani; con la mia sq e una del reparto Bassi, ho avuto modo di riflettere su personaggi come Gandhi, Malala, Mandela e Bhatti, sulla loro vita e sulle loro lotte per i diritti, rispettivamente, degli indiani, delle donne e dei bambini, dei neri in Sudafrica e della libertà di culto in Pakistan. Dai loro ideali abbiamo preso spunto per creare a gruppi una lista di diritti che riteniamo fondamentali; è emerso che oltre ai bisogni fisici (nutrimento, riparo, acqua, …) sono importantissimi anche quelli psicologici (espressione di sé, istruzione, rispetto, …). Attraverso una riflessione sulla dichiarazione universale dei diritti umani, abbiamo realizzato che alcuni dei ragazzi che incontreremo durante il Jam non hanno nei loro rispettivi paesi garantiti tutti i diritti.
Il pomeriggio invece è stato dedicato a un momento personale in cui ci siamo posti delle mete che possano farci progredire nel nostro sentiero scout anche là in Giappone; successivamente a un momento di sq, dove i componenti si sono spartiti i posti d’azione (cuoco, traduttore, maestro dei giochi, eccetera); e poi finalmente i capi ci hanno rivelato le coppie della Home Hospitality: è stato bello vedere nel volto di tutti la contentezza per gli abbinamenti.

 
La giornata si è conclusa con una via crucis preparata dai capi, in cui abbiamo avuto l’occasione di riflettere sulla Passione e in particolare su passi di cui poco si discute, come ad esempio Simone di Cirene che aiuta Cristo a portare la croce nonostante non lo conosca. Mettersi al servizio degli altri è un elemento della Legge Scout (“Si rendono utili e aiutano gli altri”). Al Jam, nella zona “Faith & Belive” avremmo l’opportunità di spiegare aspetti della nostra religione a ragazzi di altre culture mediante attività simili.

L’indomani, smontate le tende e fatti gli zaini, sono venuti a salutarci Elena e Giangio (gli incaricati regionali della nostra branca, già citati nei articoli precedenti) che hanno portato in dono ai due reparti le bandiere che sventoleranno al vento del Giappone sul nostro alzabandiera. Dopo il pranzo siamo dovuti ripartire, salutando gli amici dell’altro reparto e ripercorrendo ciò che prima era una faticosa e silenziosa salita, divenuta in quel momento una discesa dove cantare tutti insieme.
L’uscita si è conclusa come era iniziata; con il viaggio in treno, dove man mano abbiamo salutato i compagni che scendevano alle stazioni delle loro città, ma con la consapevolezza che tra poco più di un mese ci saremmo ritrovati su una corriera verso Milano Malpensa, per poi volare fino al Giappone.
A presto amici! -39!!!
Davide
Emilia Romagna 1
Federico Fellini

Il sindaco di udine riceve gli scout

“Pâs a dučh, pace a tutti, peace for all”. Questo il messaggio -in friulano, italiano e inglese- che il sindaco di Udine, Furio Honsell, ha voluto affidare agli scout e alle guide che il prossimo luglio prenderanno parte al Jamboree in Giappone perché lo consegnino alle famiglie delle quali saranno ospiti. Insieme all’invito a visitare Udine, la Città del Tiepolo. Ma prima ha voluto farsi spiegare dai ragazzi stessi il significato del Jamboree, la sua storia, notizie del luogo dove si svolgerà. Quasi un’interrogazione, da vecchio docente universitario, alla quale i ragazzi, un po’ emozionati e un po’ intimiditi, hanno risposto con qualche “aiutino” da parte dei capi.
Ha portato il suo saluto alla delegazione udinese anche l’assessore all’Educazione, Raffaella Basana, proprio di recente coinvolta in attività con gli scout.
All’incontro, tenutosi lunedi 15 giugno a Palazzo D’Aronco sede del Comune di Udine, per l’Agesci è intervenuto il responsabile di Zona di Udine, Federico Tonino mentre per il Cngei erano presenti il Commissario di Sezione di Udine, Paolo Chiaruttini, e Filippo Andrighetti che in Giappone rivestirà il ruolo di capo delegazione del Cngei. Con loro tutti i capigruppo dei ragazzi che andranno al Jamboree.
Alla fine scambio di omaggi, con il sindaco Honsell che ha consegnato agli scout il gagliardetto con lo stemma del Comune di Udine, mentre l’Agesci, nel ricordare come lo scopo dello scoutismo sia quello di formare buoni cittadini, ha donato al sindaco il libro di Baden-Powell “Cittadini del Mondo” e il Cngei la Carta d’Identità Associativa.
Ha voluto essere presente alla breve cerimonia e portare il suo “in bocca al lupo” anche Paolo Coppola, ex assessore comunale nella Giunta Honsell e oggi parlamentare alla Camera dei Deputati, in gioventù scout presso l’Udine 7, che ha invitato i ragazzi a proseguire con determinazione sulla strada del servizio.

Il Giappone è dietro l’angolo

Il Jamboree si avvicina sempre più e i reparti di formazione si preparano al loro viaggio in Giappone. Tra questi il reparto Gioacchino Rossini si è incontrato un’ultima volta prima della partenza.
Il 24, 25 e 26 aprile 2015 dopo quasi sei mesi i 36 ragazzi, incontratisi per la prima volta a Sulmona, non  più imbarazzati come quella prima volta, si salutano calorosamente. Ad ospitarli questa volta è la grande e bellissima  città di Napoli, in Campania, che ,a detta dei capi, si avvicina di più ai ritmi caotici delle grandi città giapponesi. L’incontro per i campani è sul posto mentre, per i marchigiani e gli abruzzesi sarà un lungo viaggio di quasi sei ore.
Il campo si è aperto con l’arrivo al convento di Sant’ Eligio, vicino a piazza Mercato, in cui i ragazzi trascorso i tre giorni di campo.
La prima serata trascorre tra risate, ricordi, racconti e abbracci tutto con costumi di zona e cibo tipico di ogni regione.
W la PizzaLa giornata seguente è la più impegnativa, simile a quella di un Jamboree. Tutto si basa sul tempo e sulla puntualità ma soprattutto sul divertimento. I capi organizzano per ogni squadriglia un percorso che li porterà a girare per tutta Napoli e scoprire nuove cose.
Tutto inizia con una corsa verso piazza Plebiscito dove ad attenderli ci sono i due cambusieri campani. Questi propongono un gioco tipo giapponese: lo Shanghai. I ragazzi si divertono molto, ma nemmeno finito il gioco che tutti iniziano a correre verso la Galleria. Da lì si corre verso al Maschio Angioino, poi via Toledo, Chiesa di Santa Chiara, Castel dell’Ovo e molti altri posti.Sq Puma
Non si viene a conoscenza solo di nuovi luoghi e storie ma anche di sapori tradizionali come quello della pizza e delle sfogliatelle.
Ultimo punto di incontro è Piazza Vittoria dove li attende un’attività inaspettata.
Sq FalchiIl reparto Rossini sta per conoscere il reparto del Napoli 2, Poseidon, un reparto che non fa parte dell’associazione AGESCI bensì CNGEI. Con il reparto Poseidon i ragazzi hanno potuto vedere e scoprire diverse differenze in merito al concetto di scoutismo ed anche capire l’importanza del ruolo, ovvero, essere ambasciatori dell’Italia all’estero ma soprattutto dello scautismo italiano, dato che non tutti i gruppi scout vi possono partecipare.CNGEI & AGESCI
Il pomeriggio  passa molto velocemente in compagnia di nuove persone e nuove scoperte su quest’altra associazione.
Il ritorno “a casa” si mostra molto divertente avendo utilizzato un autobus pubblico dove spazio per oltre 40 persone non ce n’era.
Ad attenderli al convento ci sono dei ragazzi laureati in lingue orientali e specializzati sul giapponese, insieme a Kaory una ragazza giapponese, che mettono alla prova i ragazzi del reparto Gioacchino Rossini con un classico gioco dell’oca ma con domande prettamente riferite al Giappone. La serata poi apre, di nuovo, il palato ai ragazzi che si prestano a provare il sushi ed ad usare le bacchette. Non finisce qui, i ragazzi preparano la presentazione dei miti giapponesi all’intero del fuoco di reparto. Prima della buona notte c’è un regalo per la squadriglia vincitrice del gioco della giornata: i Canguri! Il loro premio è un ricordo di Napoli, ovvero una piccola maschera di Pulcinella.
Il sonno però si avvicina e dopo una buonanotte tutti vanno a dormire.
KiyoshiLa mattina seguente, preparatisi e fatta colazione, i ragazzi ricevono un’altra sorpresa : una videochiamata con Kiyoshi capo scout della Home Hospitality e hanno la possibilità di fargli delle domande.
Le sorprese non finiscono ed ai ragazzi vengono distribuite le magliette ufficiali del contingente italiano, così come i distintivi, lo zainetto e la spilla da fissare sulla cintura.
Verso mezzogiorno Don Paolo celebra la messa e in seguito i ragazzi pranzano. Le ultime ore passano nel pulire e riordinare il posto che li ha ospitati. Ben presto però abruzzesi e marchigiani devono salutare Napoli e i loro compagni di viaggio campani con la consapevolezza che la prossima volta che si vedranno sarà all’aeroporto di Roma.