News

Se fossi fuoco…racconto di un secondo campetto speciale-

Ed eccoci ancora qua. Un’uscita normale, di un reparto normale. Abbiamo al collo gli stessi fazzolettoni. Ma… aspetta un po’: quello non è il fazzolettone del contingente italiano al Jamboree!??
Infattiii! Siamo al secondo campetto di preparazione per il Jamboree! Altro che uscita normale! Eppure a me sembrava! Sembrava ci conoscessimo da una vita, anche se quel moretto là in fondo non l’avevo mai notato…
I capi fischiano, ci mettiamo in cerchio per squadriglie: “Lui è Alessandro, il nuovo ragazzo che ci accompagnerà in Giappone”. E la squadriglia Falchi accoglie a braccia aperte un nuovo, gasatissimo esploratore del Pisa 5.

Il 28 febbraio, il Reparto della toscana Tiziano Terzani si è ritrovato vicino alla base scout di Coeli Aula, provincia di Empoli, per passare assieme un altro mitico campetto. Dopo esserci raggruppati in squadriglie, noi ragazzi ci siamo dovuti conquistare la base scout con un percorso a prove e gli zaini in spalla! –“superiperdifficilissime”…
Dopo un momento fede, ci siamo disposti nelle camere. Di nuovo insieme in cerchio sul prato ci siamo imbattuti in una nuova grande sfida: un gioco dell’oca con quesiti giapponesi!
Un po’ prima del solito orario di cena, eravamo tutti nel refettorio vicino alla cucina con le gavette in mano. A fare? La nostra pizza da portare al Jamboree, ma certo! Gli uomini –da bravi gentiluomini- sono andati a fare legna e le donne stendevano ciascuna una mini-pizza. Poi ci siamo dati il cambio. Ciascuno ha preparato la sua pizza ideale, con gli ingredienti che preferiva. Dopo averle dato un nome giapponese e cotte, sono state condivise e ognuno ne ha assaggiato un po’ da tutti. Mmmh, che buone! I cambusieri ne avevano preparate anche quattro alla nutella –una per sq.- e il compleanno di Matilde ha dato i suoi frutti: una torta grandissima e buonissima da mangiare tutti insieme!
Tutti travestiti dal nostro personaggio preferito dei cartoni giapponesi, abbiamo cominciato un fantastico bivacco. Secondo una tecnica giapponese, ci siamo dati all’arte disegnando con cannucce e tinta molto diluita con l’acqua. Da bravi amici non poteva mancare la partitina a Just Dance prima di imbrandarsi. E ballando a ritmo, sono venuti fuori nuovi grandi talenti –maschi compresi!
Don Simone ci ha dovuti salutare alla sera, un po’ prima del previsto.
Per una super colazione era stato preparato pane e marmellata e gli avanzi della torta della nostra ormai sedicenne Matilde (che si diceva sfortuna poiché nata il 29 febbraio…).

Con l’uniforme di nuovo a fare legna di squadriglia! Per… una gara di cucina a sorpresa! Con la loro specialità, una pasta alla carbonara, si sono conquistati il primo posto i Falchi. Per il dolce sono state ricordate le Piranha, che per il resto del pasto non si erano posizionate molto bene.
Fra la giuria campeggiavano degli sconosciuti, una famiglia che si spacciava per essere interessata al luogo della base scout da poter usare per festeggiare il battesimo del figlio. Dopo un’adeguata siesta il capofamiglia, un personaggio abbastanza eccentrico, si è presentato. Con grande sorpresa di tutti era Folco Terzani, il figlio di colui che ha dato il nome al nostro Reparto. Lui ci ha presentato la sua vita avventurosa, passata in giro per il mondo. Con la moglie e i due piccoli figli ci hanno comunicato l’importanza che la natura e il contatto con essa rappresenta per loro. Inoltre ha acceso il fuoco con due legni facendo la scintilla. Nonostante tutto, si sono dimostrati all’avanguardia, non scoraggiandosi quando è stato chiesto loro di fare un mega-selfie tutti insieme.
Con la presentazione del logo di Reparto ci siamo salutati attendendo maggio…
A presto!
Gente che ti salta addosso correndo, gente che ride, gente che è felice di stare insieme, gente che è felice perché sa dove andremo a finire… in Giappone!!!

-Le redattrici-

…alla seconda tappa…

Ogni giorno che passa il Giappone sembra farsi più vicino, l’emozione e l’attesa crescono, ma con loro anche tantissime domande, la voglia di mettersi in gioco e di vedere nuovamente il reparto degli ambasciatori.
E così, mentre le giornate si fanno più lunghe, ricordandoci l’estate la partenza imminenti, il reparto Anna Magnani si è ritrovato nel primo pomeriggio del 24 aprile nel parcheggio della sede regionale a Roma. Prima misteriosa meta: Via Antonio Gramsci 74. Nulla di più ci era dato sapere. Dopo indecisioni e lunghi avanti indietro sotto al sole a Villa Borghese, con gli zaini sulle spalle, siamo arrivati all’Istituto Giapponese di Cultura dove abbiamo scoperto qualcosa in più su quella terra lontana che ci ospiterà. Poi, divisi in pattuglie, ci siamo diretti alla base di Bracciano dove abbiamo montato le tende e ci siamo finalmente riposati sull’erba. A cena, senza neanche che fosse necessario specificarlo, la maggior parte ha impugnato le bacchette.
Quello che era iniziato, sembrava un fuoco di bivacco normale, almeno fino a quando lo spirito della festa è sceso su di noi, facendoci passare il resto della serata pieni di starlight colorate a ballare diverse canzoni della versione giapponese di Just Dance. Credo che sia stata la cosa più strana che un campetto o un’uscita mi abbiano mai riservato. Felicemente sconvolti e stanchi, abbiamo concluso la nostra prima giornata.
Quante cose da dire, quanti particolari!
Il secondo giorno abbiamo avuto la possibilità di scoprire sia qualcosa in più di tecnico sulla Ho.Ho. (Home Hospitality) e sul viaggio, sia nozioni importanti sulla cultura giapponese. Ci siamo cucinati il pranzo seguendo alcune ricette tipiche e nel pomeriggio abbiamo provato, in onore del luogo che ci stava ospitando, alcune attività nautiche con surf e canoe, incuranti dell’acqua, che calda non era. Dopo cena abbiamo liberato gli spiriti dei ninja con alcune prove che hanno richiesto tutta la nostra abilità e il nostro -a quanto pare è scarso- intelletto.
Ormai giunti quasi al termine anche di questo incontro, domenica mattina ci siamo preparati alla sfida più grande del campetto: un’amichevole chiamata su skype con alcuni ragazzi giapponesi; abbiamo potuto fare una domanda testa e dare la colpa allo scarso segnale se non capivamo la risposta. Gli istanti si sono susseguiti in fretta, senza neanche che ce ne accorgessimo e sono cominciati ad arrivare i genitori per il the con dorayaki e per riportarci a casa.
Anche questo campetto è sembrato brevissimo, ma non meno intenso, concretamente, ci ha aiutato ad avvicinarci alla nostra partenza e ad entrare nel ruolo che tutti speriamo di riuscire a portare al meglio, quello di ambasciatori.
Elena Naldoni

E ORMAI A TUTTO GIAPPONE…

Si è da poco concluso l’ ultimo campetto pre-Jamboree tenutosi a Molfetta, nel centro della “Lega del Filo d’oro”,dal 24 al 26 aprile 2015. Il centro che ha ospitato noi ragazzi pugliesi è un centro. Molto particolare, infatti ci vivono persone con diverse disabilità. A contatto con queste persone meno fortunate di noi siamo cresciuti perché abbiamo imparato a prendere esempio da loro che non si abbattono al primo ostacolo, ma con la forza di volontà riescono ad andare avanti nonostante tutte le difficoltà. La forza di volontà è al centro di tutto, anche al centro del viaggio che ci porterà in una Terra a noi sconosciuta e dall’ altra parte del Pianeta, il Giappone.

Lo scopo di questo secondo campetto è stato proprio il conoscere meglio il Giappone, Terra ricca di tradizione, innovazione, con i suoi metodi di insegnamento e di buona educazione, ed è su questo che si sono basate tutte le attività. E così, abbiamo cucinato prodotti tipici giapponesi per una gara cucina, che sicuramente avrà rovinato le papille gustative dei nostri capi che hanno dovuto assaporare il preparato. E poi, ogni squadriglia ha preparato un gioco per tutto il Reparto su uno di questi argomenti, ovviamente inerenti il Giappone: geografia, lingua, usi e costumi, teatro “no”. E infine, abbiamo fatto un grande gioco presentato da degli strani amici giapponesi, sfidandoci in balli, origami e disegni, che si è concluso con il volo di tante lanterne colorate su per il cielo. Oltre ad esserci cimentati nel conoscere meglio il Giappone, abbiamo ripreso a parlare del personaggio di cui porta il nome il nostro reparto ossia “Don Tonino Bello”.

Il pomeriggio del 25 aprile, è venuto a trovarci Ferri, il capo scout dell’AGESCI, che in passato era venuto a contatto col vescovo. Ci ha descritto il suo meraviglioso carattere, il rapporto che aveva coi giovani, ma soprattutto l’ attenzione che rivolgeva nei confronti degli scout, a cui aveva spesso dedicato del tempo. Per questo tutti noi siamo orgogliosi di poter portare il nome di Don Tonino in tutto i Mondo per farlo conoscere e per farlo apprezzare. Invece, la domenica mattina ci sono venuti a trovare i nostri compagni di viaggio del CNGEI,giustamente per motivi logistici non è venuto tutto il reparto ,ma solo alcuni componenti pugliesi,accompagnati da un capo. Abbiamo avuto la possibilità di poter condividere dei momenti insieme a loro,sfruttando l’occasione per poterli conoscere meglio,facendo a loro alcune domande sulla loro associazione e su quali fossero le differenze dalla nostra. Per alcuni di noi non è stata una novità, perché a gennaio durante il loro secondo campetto siamo stati ospitati da loro a vivere insieme delle attività. Queste esperienze sono molto belle, perchè ci fanno sentire realmente,tutti fratelli.Infine, anche a nome degli altri compagni d’ avventura desidero ringraziare i nostri capi che mettono cuore e anima in quello che fanno. Ci stanno preparando con amore e dedizione per affrontare questo viaggio che ci vede già col cuore in Giappone.

… E L’ EMOZIONE CONTINUA…!


Il motto del Jamboree 2015 in Giappone sarà WA!, spirito di
unità… unità che ci ha portato ad incontrarci tutti insieme ad
Altamura (BA) il 19 aprile, dove Noi Ambasciatori Pugliesi
siamo stati presentati ai capi di tutta la regione, in occasione
dell’Assemblea regionale primaverile. Abbiamo ricevuto il
“Buona Caccia” e un “imbocca al lupo”, insieme alla bandiera
dell’AGESCI e a quella della pace da portare con noi in
Giappone, pace per cui si è battuto don Tonino Bello e che
dovremmo avere sempre nei nostri cuori nel farci
“costruttori di pace”.
Ogni gruppo, poi, ci ha affidato una cartolina caratteristica
del proprio paese/città di provenienza, con il mandato di
scambiarla una volta in Giappone con uno straniero che
incontreremo e conosceremo e che, a sua volta, ci firmerà
una cartolina del Giappone che riporteremo a tutti i gruppi
della nostra Regione.
Ma non c’era solo il nostro Reparto presente, bensì anche gli
ambasciatori pugliesi che partiranno con il Reparto
2
interregionale “Umberto Nobile” e i Rover e le Scolte che
partiranno come IST…è stata anche una bella occasione di
incontro e conoscenza tra noi pugliesi uniti dallo stesso
sogno!
I momenti vissuti sono stati tutti molto suggestivi ma quello
che mi ha colpito di più è stato mentre cantavamo…Eravamo
tantissimi, tutti con timbri di voce differenti ma è stato come
se quelle decine di voci fossero unite in una sola proprio collo
spirito di unità che lega tutti noi scout e che sogniamo di
trasmettere al Mondo intero. E’ stato bello inoltre vedere
tutti quegli scout con fazzolettoni diversi essere uniti in un
solo cuore, in una sola anima, in una sola Famiglia.

Ricordi dalla Seconda Uscita del Federico Fellini

Dopo tanta trepida attesa, il reparto si è ritrovato a San Martino in Rio presso il Centro Missionario  il 14 e il 15 Marzo.
 
Siamo subito stati accolti da Frate Alessandro che ci ha parlato dell’armonia (uno dei 3 temi principali del Jamboree), dopodichè abbiamo fatto esperienza pratica, creando armonia nel giardino, ripulendolo. Grazie a questa attività abbiamo capito che per
raggiungere l’armonia bisogna collaborare tra noi.
 
Durante la serata ad ogni squadriglia è stato richiesto di proporre una canzone, un ban e un gioco, tratti dal quaderno che insieme avevamo preparato, sentendoci a distanza o, chi è riuscito, a trovarsi in una uscita di squadriglia; questo libretto verrà utilizzato al Jamboree.
E’ stato molto bello vedere come ogni sq si è messa d’impegno per proporre ban divertenti e che saranno poi comprensibili da scout di ogni nazione.
 
Il secondo giorno, sicuramente il più impegnativo dei due, si è aperto con una buona colazione, dopo la quale abbiamo partecipato a due fantastiche attività.
La prima era mirata a farci apprendere, attraverso vari giochi, parole e termini inglesi che ci saranno utili per comunicare e abbiamo composto la cartina della penisola artificiale sulla quale si svolgerà il campo. Per lo svolgimento dell’attività i capi sono stati affiancati da alcuni ragazzi che hanno partecipato al Jamboree svedese del 2011, che ci hanno dato la loro testimonianza, raccomandandoci di vivere appieno ogni occasione, anche se stanchi, perché è un’esperienza unica. Abbiamo anche incontrato il Giangio, il responsabile E/G della regione, che oltre a farci i migliori auguri, ci ha annunciato che qualche settimana dopo il Jam (a cui anche lui parteciperà), il reparto Federico Fellini si ritroverà al Campetto Guidoncini Verdi della nostra regione.
La seconda esperienza invece era dedicata alla conoscenza della casa giapponese e dei comportamenti da tenere nei vari ambienti, come ad esempio il togliersi le scarpe quando si entra o come utilizzare l’ipertecnologica toilet. Questa attività è stata preparata da una signora giapponese che vive in Italia ormai da qualche anno: ha ricreato alcune stanze e a chiesto ad alcuni di noi di provare a muoversi educatamente in esse. Abbiamo notato che la differenza tra come noi ci comportavamo e come lei poi ci ha spiegato era ampia. Questo ci ha fatto riflettere sull’importanza di conoscere ciò a cui non siamo abituati, per poter rispettare le diverse culture che incontreremo.
Dopo la celebraazione della Santa Messa ci siamo salutati sotto la pioggia, ma comunque contenti di esserci rivisti.
 
Adesso siamo in trepida attesa del prossimo campetto, il 12-13-14 giugno a Brisighella, al Parco del Carnè, pronti a vivere insieme al reparto romagnolo l’ultimo incontro che ci proietterà verso il 23° WSJ.
 
Davide
Reparto Federico Fellini
Emilia Romagna 1

Desideri e sogni in viaggio verso il Giappone!

Durante il secondo campetto del Reparto Anna Magnani le nostre menti ultra sviluppate hanno capito che, forse, portarsi una forchetta nel calzettone e dei tranci di pizza nascosti nello zaino non era la cosa migliore da fare per affrontare il Jamboree… pertanto ci siamo preparati e abbiamo conosciuto meglio il Giappone!!!

La trepidante attesa…

Ci sono casi in cui le parole non bastano per descrivere le emozioni che si provano, e come descrivere il bellissimo incontro del nostro Reparto Maria Montessori che è avvenuto nei giorni del 24-25-26 aprile presso Porto Sant’Elpidio nelle Marche?
L’uscita ha riunito noi ragazzi e ragazze provenienti da ben tre regioni diverse: per arrivare qualcuno ha impiegato sei ore, altri venti minuti, ma alla fine l’importante è stato ritrovarsi insieme più uniti di prima dopo tre mesi in cui non abbiamo potuto vederci.
Come inaugurare al meglio l’uscita se non con una fantastica gara di karaoke? (Che tra l’altro è una delle attività preferite dai teenagers giapponesi). Cantare rende tutti più uniti e aumenta l’entusiasmo: insieme abbiamo rispolverato tutti i grandi classici, ma con un’importante novità che non può assolutamente mancare nel nostro canzoniere: l’inno ufficiale del Jamboree 2015!
Con questa partenza ruggente siamo entrati nel cuore dell’uscita: infatti quella di sabato è stata una giornata super intensa, durante la quale abbiamo finalmente formato attraverso un piccolo gioco le quattro squadriglie: Tigri, Colibrì, Panda e Suricati.
Per conoscere meglio la squadriglia abbiamo passato il tempo in una specie di caccia al tesoro nella quale dovevamo trovare degli oggetti, così tra gamberi seccati e ombrelli distrutti è arrivata l’ora di pranzo.
Nel pomeriggio invece abbiamo incontrato Kazumi, una dolce signora giapponese che vive in Italia da trent’anni: con la gentilezza e la pazienza tipica dei giapponesi ci ha insegnato qualche vocabolo base in giapponese, come scrivere il nostro nome in katakana e a realizzare origami a forma di gru, ci ha anche regalato delle riviste in giapponese che potrebbero essere molto interessanti se sapessimo come leggerle!
La sera abbiamo preparato gli onigiri con riso e tonno, che nel paese del Sol Levante sono l’equivalente di un panino pane e salame per noi, quindi abbiamo indossato i nostri costumi da veri orientali e abbiamo dato il via alla festa!
La cena è stata a base di ramen (che in pratica sono spaghetti in brodo con dentro ogni sorta di ingredienti, come funghi, gamberetti, salsa di soia…) onigiri e dorayaki (simili a pancakes ma farciti con marmellata di fagioli azuki).
Dopo una serata di giochi e risate la domenica ci siamo preparati alla messa, smontato le tende e finalmente ci sono state svelate le tappe del lunghissimo viaggio che dovremo affrontare per arrivare in Giappone (ma anche per tornare in Italia) per intenderci passeremo circa cinquanta ore tra aereo e pullman! Mica poco eh?
E così dopo tre giorni davvero intesi è arrivato il momento che tutti sapevamo doveva arrivare: quello dell’addio. Per essere più corretti è un arrivederci, perché la nostra avventura è solo a metà e ci rivedremo prima di quanto possiamo immaginarci. In fondo questi mesi che paiono interminabili saranno un breve periodo in cui avremo l’occasione di prepararci veramente all’evento mondiale del Jamboree: insomma, potremo veramente comprendere cosa intendeva Gotthold Ephraim Lessing quando disse: “L’attesa del piacere è essa stessa il piacere.”

I 100 passi verso il Giappone sono quasi tutti percorsi!!

Un altro grande passo verso il Giappone è stato fatto e il sogno ormai è vicinissimo. Il secondo campetto di preparazione prima del Jamboree per il reparto Peppino Impastato si è svolto nei giorni 30 aprile – 1 e 2 Maggio 2015 nella provincia di Reggio Calabria, in un posto che quasi richiama ciò che ci aspetta a Kirara-Hama: il Parco della Mondialità.

Una riserva con prati, laghetti e parco giochi la quale particolarità, da cui prende il nome, sta in un’area dove sorgono piccoli angoli che richiamano varie culture e religioni. Vi troviamo infatti alcune icone e templi di diversi culti. Tra le più suggestive c’è una Moschea (Islam), una Menorah (Ebraismo) e la nostra preferita: una Pagoda (Shintoismo).

Sembra essere tutto perfetto, dal luogo alla compagnia e l’aria di unità sparsa per il campo rende tutto ancora più emozionante. Bisogna subito cominciare a lavorare, ma non prima di un brevissimo ristoro, nel quale ci viene offerta una bevanda tipica calabrese: il succo di bergamotto. Dopo il montaggio delle tende si inizia ufficialmente il campo e arrivata la sera, dopo un’abbondante cena per rimetterci in forze, ci vengono a trovare degli ospiti speciali: dei ragazzi del C.N.G.E.I. del Reggio Calabria 1°, che trascorrono tutta la sera al fuoco insieme a noi, partecipando a giochi e scenette. La serata si conclude abbastanza presto data l’intensa giornata che ci aspetta e dopo il “Signor fra le tende”, ci ritiriamo tutti a dormire.

La sveglia suona, o meglio, i capi cantano e ci ritroviamo in cerchio per una ginnastica mattutina tutta giapponese: lo yoga. Dopo la colazione, veniamo divisi in gruppi per fare una bacheca che verrà posta nel portale di reparto, nella quale sarà incisa la storia di Peppino, di modo che ogni scout, prima di entrare nel nostro campo possa conoscere tutto ciò che egli ha compiuto nel corso della sua vita per combattere la Mafia. Successivamente ognuno indossa il proprio kimono, che terremo per l’intera giornata, nella quale si svolgeranno numerose attività legate alla cultura nipponica, come per esempio la tecnica dell’origami.

Dopo la pausa pranzo queste attività continuano e tutto il reparto si cimenta in lezioni di giapponese, che ci saranno utili durante la Ho-Ho, e in seguito i capi ci illuminano con qualche particolari usanze per evitare di risultare maleducati agli occhi delle famiglie che ci accoglieranno. Alcune curiosità, anche divertenti (per noi): lo sapevate che se ci si addormenta dopo i pasti si rischia di diventare una mucca? O che il numero 4 non si usa mai perchè si scrive allo stesso modo della parola “morte”?

Inoltre per ringraziare i generosi giapponesi che ci ospiteranno, abbiamo preparato dei regali da portare nelle loro case, e li abbiamo portati al campetto per mostrarceli a vicenda. Tanti meravigliosi oggetti caratteristici che mescolano la cultura del Sud-Italia con quella orientale. Prima di dividerci in squadriglie per organizzare il fuoco serale, ci vengono date delle informazioni tecniche sul campo, come la divisione in sottocampi, gli orari della nostra giornata tipo e le principali attività che ci verranno proposte. La serata è organizzata, e dopo esserci messi in cerchio intorno al fuoco al consueto richiamo “Kamaludu”, ogni squadriglia fa il proprio momento, facendo scenette e ban, ironizzando sulle “strane” abitudini del giapponesi. Arriva il momento di andare a dormire e con un po’ di malinconia pensando alla partenza dell’indomani, ci dirigiamo verso le tende.

L’ultimo giorno è arrivato e prima di smontare le tende ci vengono consegnate le personalissime magliette del Reparto “Peppino Impastato”, ma le sorprese non finiscono qui, poiché durante il pranzo ci consegnano il “kit” del contingente, formato da sei distintivi, due magliette, uno zainetto e una spilla per la cintura. Fatto ciò, zaino in spalla e si torna a casa. Arrivati alla stazione è arrivato davvero il momento di salutarci, contentissimi per i giorni trascorsi insieme ma un po’ tristi perchè dobbiamo separarci.
Ci si rivede in Giappone compagni di viaggio!
WA!

Il filo di Giovanni e Paolo verso il Giappone!

Sospinti dall’inesauribile forza dell’energia, dell’innovazione e dell’armonia il reparto Giovanni Falcone si è incontrato in quel di Palermo, nei giorni 1, 2 e 3 Maggio, per vivere insieme la seconda tappa di avvicinamento al Jamboree. I giorni vissuti insieme ai nostri compagni di avventura sono stati giorni di straordinaria intensità ed emozione, costellati da momenti di profonda e sincera commozione. Si, proprio così, e non potrebbe essere diversamente quando l’obiettivo è quello di ripercorrere il filo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.


Ci siamo radunati alla stazione ferroviaria Notabartolo di Palermo nel primo pomeriggio di Venerdi 1 Maggio. Ci eravamo lasciati nell’ormai lontano mese di Novembre con un’incredibile voglia di rivederci e di sognare e spero che questa ci accompagnerà fino all’ultimo giorno di Jamboree e anche oltre.
Dopo i saluti e le rispettive presentazioni di Squadriglia, il reparto ha iniziato ufficialmente il suo secondo campetto con un solenne impegno: l’apposizione della propria firma nella bellissima tavola di compensato che raffigurava Giovanni Falcone con un esploratore e che ricordava molto la frase del canto della promessa, “Se la tua man mi regge io manterrò”. Ogni E\G ha così assunto l’impegno di essere ambasciatore dello scautismo siciliano nel mondo e messaggero dei valori e delle aspirazioni del testimone del nostro reparto.


Via Emanuele Notabartolo, il luogo del nostro raduno, è uno dei luoghi simbolo della lotta alla mafia. E’ in questa via che si trova appunto “l’albero di Falcone”, un albero della legalità e dell’impegno civile, sotto la cui ombra rassicurante ci siamo raccolti in un toccante momento di preghiera e riflessione culminato nella posa della tavoletta di compensato, quale metafora della piena adesione ai valori primari espressi dal magistrato palermitano.


Il nostro viaggio della legalità proseguiva, quindi, alla volta di Capaci. Il Gruppo Scout Capaci 1 ha messo a nostra disposizione il suo “Verde Rifugio”, bene confiscato alla mafia trasformato in una base bella e accogliente.


Subito dopo la cena, cucinata insieme alla squadriglia in pieno stile scout, ci siamo incamminati per raggiungere la “stele di Capaci”, in prossimità della quale, Falcone, in quell’afoso pomeriggio del 23 maggio 1992 perse la vita.


Abbiamo pregato grazie a p. George ai piedi del monumento, riflettuto sul binomio bene e male e compreso come quest’ultimo non possa che essere destinato alla sconfitta. Il terrore, che con quel gesto clamoroso la mafia voleva affermare, non può mai fondare nient’altro che momenti effimeri di apparente supremazia militare, insopportabile per definizione, tant’è che proprio da lì lo Stato e la collettività maturarono la consapevolezza forte e decisa della necessità di una risposta adeguata.


La mattina del 2 maggio ci siamo messi in marcia verso la base scout Volpe Astuta di Fondo Micciulla a Palermo. Trattasi del primo fondo agricolo sequestrato alla mafia nel 1981 da Giovanni Falcone. Il luogo, bellissimo, particolarmente suggestivo e dall’enorme carica simbolica, è una metafora della metamorfosi e di come l’impegno ed il sacrificio hanno permesso quella necessaria bonifica che si materializza nella confisca dei beni ai mafiosi e nella conseguente restituzione alle parti sane della collettività. Tale straordinario obiettivo non può che raggiungersi con il sacrificio, il sudore, il lavoro e il costante impegno.


Ebbene, i nostri Capi hanno deciso che il suddetto luogo andava raggiunto non a bordo di confortevoli autovetture, ma in pieno spirito scout, a piedi e con zaino in spalla. Preso il treno da Capaci fino alla Stazione Notarbartolo di Palermo, abbiamo percorso diversi chilometri fino alla Volpe Astuta “tagliando in due” l’intero capoluogo siciliano. Anche questo sta a rappresentare come i traguardi (comunque tutti parziali) vadano raggiunti appunto con il lavoro, il sudore e l’impegno, così da assumere alla fine un meraviglioso sapore di pace, serenità e appagamento.


Arrivati alla base abbiamo piantato le tende e preparato i pasti. Nel primo pomeriggio siamo stati invitati dai nostri capi a presentarci presso la Camera dello Scirocco in vestito di ambientazione, per la Cerimonia del tè, che quasi sicuramente ci verrà riproposta al Jamboree in occasione della home hospitality, dalle famiglie giapponesi. Un momento molto gradevole perché interessante e simpatico.


Subito dopo abbiamo giocato giapponese con gara di origami, nodi e disegni giapponesi.


In questa cornice di paradiso il momento certamente più toccante, commovente e significativo è stato l’incontro con la dott.ssa Rita Borsellino, sorella dell’amico fraterno di Giovanni, del collega e dell’altro non dimenticato campione di legalità: Paolo Borsellino.


Falcone e Borsellino costituiscono per un siciliano un binomio pressoché inscindibile. Non si può parlare dell’uno senza evocare l’altro. I due non sono due facce di una medesima medaglia ma un tutt’uno: sono la sintesi e l’incarnazione dei principi e dei valori di sacrificio, lealtà, correttezza, senso del dovere e assoluto rispetto della legalità, abnegazione e coerenza fino al martirio. La dott.ssa Borsellino, con dolcezza e gentilezza ha risposto in maniera efficace ed esauriente alle domande poste lei dalle varie squadriglie, facendo emergere in maniera chiara non solo la statura professionale e carismatica del fratello ma anche i momenti più intimi vissuti con la sua famiglia, della quale non poteva e non voleva prescindere nell’ordinario del suo vissuto.


Paolo Borsellino, ci raccontava, non rinunciava mai, nonostante le contrarie indicazioni dettate dalla scorta per primarie esigenze di sicurezza, alla visita settimanale della madre. Molta gente, per la complessità e pericolosità del suo impegno professionale, avrebbe trovato un facile alibi per giustificare una relativa assenza rispetto ai valori familiari. Paolo NO, anche a costo di mettere a rischio la sua vita e quella di chi gli stava accanto, trovava il tempo per raggiungere sempre l’appartamento di Via D’Amelio, dove abitava la madre, in una strada scomoda, senza via di uscita, troppo pericolosa.


Il reparto Giovanni Falcone è riuscito a tessere le fila del suo percorso invitando all’incontro con la dott.ssa Borsellino anche Davide Carella, responsabile della base di Fondo Micciulla e autore di una bellissima canzone diventata ormai l’inno di legalità del nostro reparto in Giappone.


Dopo aver ricevuto la dott.ssa Borsellino e dopo aver trascorso un pomeriggio indimenticabile, ci siamo nuovamente dedicati alle attività da campo tra cui anche ad un bizzarro fuoco di bivacco in lingua giapponese ricco di effetti speciali.


La mattina del 3 Maggio, dopo aver fatto colazione e smontato le tende, abbiamo realizzato un ricordino personale da regalare alle famiglie che ci ospiteranno in Giappone nella Ho.Ho. e abbiamo imparato qualcosa sulla lingua giapponese e sui luoghi del campo.


Quella stessa mattina, ogni squadriglia si è poi dedicata alla gara di cucina a tema giapponese, presentando a tutto lo staff e ai logisti di campo, un piatto ideato per l’occasione. A trionfare in questa gara è stata la sq. femminile dei Leoni che ha saputo coniugare il gusto del piatto ad una attenta presentazione.


Durante la mattinata il nostro amico Kiyoshi ci ha raggiunti su Skype per condividere alcune parole e alcuni sguardi. A breve saremo felici di incontrarlo a Catania.
Intorno alle ore 15.00 si concludeva il secondo campetto del reparto Giovanni Falcone. Ognuno di noi era felice di aver vissuto un campetto davvero intenso e ricco di emozioni e di aver toccato con mano i luoghi che hanno visto nascere, crescere e morire il nostro testimone. Nel ricordo che le idee di Giovanni e Paolo continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini, il reparto ha consapevolmente assunto il solenne impegno di farsi portatore di valori importanti e di condividerli in occasione del prossimo Jamboree.
Adesso siamo pronti a partire per riempire i nostri zaini di nuove esperienze!


Dedichiamo un GRAZIE sincero alle nostre famiglie e ai nostri gruppi scout che ci hanno sempre supportato, ai nostri sogni e al nostro meraviglioso staff di reparto che ha fatto di tutto per farci vivere un percorso pre-Jam davvero indimenticabile!

Vincenzo Finocchiaro

Capo redattore del Rep. G. Falcone (SICILIA)

Young Spokesperson Contingente Italiano

Gruppo Scout Agesci Paternò 4