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I partecipanti della zona Aretusea vengono presentati al San Giorgio

san_giorgio_2015_0004Dopo aver incontrato l’Arcivescovo e prima ancora il Sindaco i ragazzi che andranno in Giappone questa estate sono stati protagonisti del San Giorgio della zona Aretusea il 25 e 26 Aprile 2015 presso case S. Bartolo a Buccheri. I due esploratori Nicola e Alessandro, le due guide Giulia ed Elena e il rover Mattia, sono stati invitati a salire sul palco dagli incaricati di branca E/G poco dopo la fine della messa. Gli incaricati hanno spiegato ai giovani ragazzi della zona l’importanza che ha questo ruolo di rappresentanza. Inoltre gli incaricati hanno consegnato ai partecipanti una particolare pergamena da portare a “Casa Italia” al Jamboree. In questa pergamena è raffigurato: il logo del San Giorgio 2015, il logo del 23°World Scout Jamboree, una cartina del Giappone, dei piedi che vanno dal logo del San Giorgio alla cartina che raffigurano la tanta strada che i 5 ragazzi stanno facendo per arrivare preparati al meglio al evento, gli incaricati hanno pure voluto inserire un estratto del discorso di Baden Powell al 1° Jamboree:
 
“Il Jamboree ci ha insegnato che se facciamo prova di mutua tolleranza e siamo aperti allo scambio reciproco, la simpatia e l’armonia sprizzano naturalmente. Se voi lo volete, partiamo di qui con la ferma decisione di voler sviluppare questa solidarietà in noi stessi e tra i nostri ragazzi, attraverso lo spirito mondiale della fraternità scout, cosi da poter contribuire allo sviluppo della pace e della felicità nel mondo e della buona volontà tra gli uomini.”

B.-P.

 
 
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Per i ragazzi è stato un momento emozionante, perché hanno ricevuto anche dalla loro zona un compito ufficiale molto importante, ora l’appuntamento è il prossimo 29 luglio a Kiarara-hama in Giappone per l’inizio del 23° World Scout Jamboree. WA!
 
Mattia Aliffi

 

Il viaggio continua per il reparto Alda Merini


1,2…3! Pronti via? No.
1,2,3 maggio 2015 Il reparto Alda Merini ha vissuto al massimo la sua uscita a Opera (Milano), un nuovo passo verso il Giappone.
Tutto è iniziato con un giro di nomi per rinfrescare la nostra memoria di esploratori e guide, stupendoci per memorie prodigiose. Poi, grazie a un gioco e a un pezzo di puzzle arrivato a casa di ogni membro del reparto, via posta ordinaria, abbiamo costituito le squadriglie.
Quattro squadriglie con urli da urlo!
Tigri e Procioni, le squadriglie femminili; Panda e Albatros per le squadriglie maschili.
Formate le squadriglie e provati gli urli, si è subito pensato ai guidoni, realizzati con rara maestria dai nostri maestri sarti… ed era già ora di cena.
Cena con sorpresa, naturalmente. È comparso un cuoco giapponese che, dopo averci fornito tutta una serie di informazioni sul Giappone e sulle sue usanze, ci ha preparato una cena tipica giapponese che ci ha incuriosito molto e che abbiamo gustato con molto appetito.
Stanchi del primo giorno, ma soddisfatti della conclusione della giornata grazie a un divertente bivacco, ci siamo coricati in tenda: prima notte di squadriglia!
Riflessione serale: già dal primo istante, questa uscita si è prospettata ricca di entusiasmo: un sentimento che ci accompagnerà per tutta la nostra avventura giapponese!!!
Al risveglio, sulle note di “Tanti auguri a te….” per il compleanno di Chiara, abbiamo iniziato la giornata con un momento di spiritualità e preghiera, grazie agli stimoli di padre Stefano.
Abbiamo poi trascorso la mattina con vari giochi, attività e racconti sempre sul tema Giappone. Il pranzo è stato cucinato di squadriglia, grazie agli spazi all’aperto della sede di Opera.
Visto il meraviglioso sole che ha aperto il pomeriggio, ci siamo concessi un’entusiasmante partita al gioco scout più conosciuto: roverino! Gioco chi ci ha permesso di unirci e conoscerci ancor di più. Prima di sera, attività di preparazione all’Home Hospitality che vivremo in Giappone. Attività durante la quale abbiamo preparato i doni che porteremo alle famiglie giapponesi.
Dopo cena, entusiasmo alle stelle per la sfilata con costumi tipici giapponesi, come il kimono. La serata è stata piena di entusiasmo e voglia di fare: canti, bans e giochi.
Il giorno dopo, incontro con i genitori a cui capi hanno presentato i dettagli del Jamboree. Abbiamo celebrato insieme la Messa al Santuario della Madonna dell’Aiuto durante la quale abbiamo avuto l’onore di conoscere gli incaricati regionali della branca E/G, che con un avvincente discorso, ci hanno spronato dandoci ancor più grinta di quanto non ne avessimo prima.
L’uscita è stata un’emozione fortissima, eppure a ben pensarci è stata solo un millesimo di quanto proveremo – penso – nel nostro magnifico viaggio in Giappone!!!
Il Jamboree ci attende … e noi arriviamo!
Maria Josè Falconi

GRAZIA DELEDDA: GIAPPONE ARRIVIAMO!

Sapete che mi viene quasi da piangere, pensando al mio reparto del Jamboree e al fatto che tra pochi mesi saremo in Giappone? E no
n saprei neanche spiegare il perché… Sarà perché ci sembra di aver già vissuto il Jamboree visto che veniamo da quattro regioni diverse.
L’ultimo campetto del Reparto Grazia Deledda si è svolto a Roma l’1 e il 2 Aprile, con attività che ci hanno veramente trasportato in Giappone.
Dopo l’arrivo, ci siamo riuniti per comporre i regali che porteremo alle famiglie giapponesi che ci ospiteranno durante la Home Hospitality prima del Jam.
Il pranzo è stato buonissimo ma ci ha stupito per l’orario stranamente anticipato: alle 13 dovevamo essere già pronti ad andare verso “un pezzo di Giappone”.
Prendendo il tram, abbiamo raggiunto Via Gramsci, dove abbiamo scoperto un posto fantastico: l’Istituto Giapponese di Cultura. Lì abbiamo visitato il giardino (quasi) tradizionale giapponese che ci stupito nella sua bellezza. Questi giardini sono creati in modo molto particolare: hanno infatti un aspetto casuale, anche se ogni elemento (alberi, fiori, sassi e altro) è piazzato in ogni angolo con grande cura.
Abbiamo poi visto dei magnifici aquiloni giapponesi, ognuno con un significato diverso.
Anche se questo momento è stato un po’ lungo, abbiamo tutti apprezzato l’arte e i significati che possono essere tratti da un semplice – e apparentemente insignificante – aquilone. Subito dopo abbiamo imparato a fare un origami che sanno fare tutti i bambini giapponesi l’elmo del guerriero.

 

Una volta lasciato l’Istituto, abbiamo preso la metro e siamo arrivati al Colosseo pronti per una nuova attività. Incontrati tre studenti di giapponese, i capi hanno affidato a ogni squadriglia il compito di trovare dei turisti giapponesi ai quali fare delle domande riguardanti la cultura giapponese.
Gli scout romani non erano minimamente preoccupati: i turisti giapponesi sono molto comuni a Roma… Ma questa attività ci ha smentito. I turisti sono prevalentemente coreani, il che ha reso il gioco quasi impossibile. Tuttavia, con il nostro spirito scout (e l’aiuto degli interpreti), siamo riusciti a scoprire la parte meno turistica e più “personale” del Giappone.
 

Dopo questa stancante attività e una lunga giornata, siamo ritornati a Via dei Ramni 40, la nostra casa per quei due giorni.
La cena, cucinata dai Rover in servizio, era a tema giapponese. Come primo, (veri) noodles, utilissimi per scaldarci; poi, una tipica frittata dolce (più o meno); infine, riso con pollo al curry, seguito dal dorayaki. Due pancake con un ripieno di marmellata di fagioli – anche se ai nostri palati semplici sembrava pane e nutella – un ottimo piatto per completare una perfetta cena giapponese!
Al seguito di una squisita cena e dell’organizzazione di un’attività per presentare le nostre scoperte è arrivato il momento che tutti aspettavamo: il fuoco! Anche se non c’era un vero e proprio fuoco, ci siamo messi in cerchio e abbiamo cantato e fatto attività – come se sette mesi dal nostro primo campetto non fossero passati.
 

È stato il giorno dopo, tuttavia, a traportarci quasi completamente nel Giappone: per prima cosa, i capi ci hanno chiesto di progettare il nostro angolo di Reparto al Jam. Le migliori disposizioni e costruzioni, ci hanno promesso i capi, saranno quelle utilizzate. E quindi ci siamo tutti cimentati nell’ideare, per squadriglia, quello che sarà il nostro angolo.

L’ultima attività del giorno è stato decidere cosa fare per rappresentare la propria regione al Culture Day durante il Jamboree. Dopo esserci divisi per regioni abbiamo dato forma al nostro progetto, che andrà completato prima di partire per il Giappone. Un’altra scusa per vederci – che bellezza!
Un pranzetto leggero ha seguito le nostre attività e dopo le fondamentali foto di squadriglia e reparto, molti sono partiti. I restanti hanno giocato a calcio e basket, oppure si sono riposati all’ombra, magari cantando…
Ci siamo visti tutti insieme per l’ultima volta – la prossima volta saremo in aeroporto pronti a viaggiare per il Giappone.
Dò un solo consiglio ai miei repartari e tutti quelli che partiranno per il Jamboree:
ESTOTE PARATI!

Pillole di Giappone /2

Il Jamboree si sta avvicinando e come prepararsi al Festa-delle-lanterne-Giapponemeglio se non cominciando a conoscere la cultura e le tradizioni del paese che lo ospiterà?

Con questa seconda “Pillola” proviamo a scoprire qualcosa sullo Scautismo giapponese, per vedere se ci assomigliano oppure no
 
ボーイスカウト
Vi siete mai chiesti quando lo Scautismo è iniziato in Giappone? Vi siete mai domandati che cosa fanno, come sono organizzati, se i punti della legge sono gli stessi e se addirittura la promessa è uguale?
Cercherò di rispondere brevemente a queste domande e a darvi una infarinatura di quello che sono i nostri fratelli del paese del Sol Levante!
Lo Scautismo in Giappone nasce quasi in contemporanea con quello Italiano, nel 1913, sei anni dopo la fondazione del movimento internazionale di Sir. Baden Powell, e fu solamente con la seconda guerra mondiale che s’interuppe, rinascendo però nel 1947 e rientrando sule scene internazionali nel 1950.
Ma adesso entriamo nel vivo della Scout Association of Japan, gli organizzatori di questo Jamboree, e delle loro branche: rimarrete stupiti di quante cose in comune abbiamo!!
Le Branchebeavers
Beaver Scouts (Giapponese: ビーバースカウト)
Età: Dai 6 agli 8 anni.
Divisa: Camicia Marrone, pantaloncini marroni con tasche e cappellino azzurri.
Obiettivo: iniziare a conoscersi come fratelli attraverso il gioco
Cub Scout’ (Giapponese: カブスカウト)cubs
Età: Dagli 8 agli 11 anni.
Divisa: Camicia Blu, pantaloncini e cappellino.
Obiettivo: riconoscere e accettare le proprie tradizioni cuturali e modelli sociali attraverso il gioco e l’avventura.
Scouts (Giapponese: ボーイスカウト)scouts
Età: Dagli 11 ai 14 anni.
Divisa: Camicia e pantaloncini color kaki con bordino verde, cappello verde.
Obiettivo: Partecipare attivamente all’interno delle loro comunità locali e comprendere a fondo il cventuresoncetto del volontariato attraverso la condivisione delle regole e e il rispetto del prossimo e del mondo che li ospita.
Venture Scouts (Giapponese: ベンチャースカウト)
Età: Dai 14 ai 20 anni.
Divisa: Camicia e pantaloncini color kaki, cappello verde.
Obiettivo: crescere come singoli individui di un’unica società/mondo.rovers
Rover Scouts (Giapponese: ローバースカウト)
Età: Dai 18 ai 24 anni.
Divisa: la stessa dei Venture Scouts rimane fino in età adulta.
Obiettivo: servire la società.
Il Motto scout Giapponese comune a tutte le branche è Sonaeyo Tsuneni (そなえよつねに), che tradotto dal giapponese significa “Essere pronti”.
Ma… la Promessa?

 私は、名誉にかけて、次の3条の実行をちかいます.  神(仏)と国とに誠を尽くしおきてを守ります.  いつも、他の人々をたすけます.  からだを強くし、心をすこやかに、徳を養います.

Sul mio Onore, prometto di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio/Buddha e il paese, e di obbedire alla legge scout, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per mantenermi forte, mentalmente sveglio e moralmente retto.
e la Legge Scout?
Uno Scout è fedele. (スカウトは誠実である。)
Uno Scout è amichevole. (スカウトは友情にあつい。)
Uno Scout è cortese. (スカウトは礼儀正しい。)
Uno Scout è gentile. (スカウトは親切である。)
Uno Scout è gioioso. (スカウトは快活である。)
Uno Scout è parsimonioso. (スカウトは質素である。)
Uno Scout è coraggioso. (スカウトは勇敢である。)
Uno Scout è grato. (スカウトは感謝の心をもつ。)
Come avete visto le cose che abbiamo in comune sono tantissime!! Vi consiglio di dare un ‘occhiata a quello che è il sito ufficiale dell’associazione scout giapponese http://www.scout.or.jp/
PRONTI A PARTIRE??

Jamboree a volo radente

 

L’area contenuti ci porta alla scoperta del sito, area per area e attività per attività!

Insomma, tra poche settimane partiremo per il Jamboree e ancora non sappiamo cosa ci troveremo davanti! Ma come, con tutta la tecnologia che abbiamo a disposizione? E allora armiamoci di mappa e fantasia, droni immaginari, bulletin ufficiali e foto di google e partiamo ad “esplorare” il territorio.


 
Entrando dall’ingresso principale ci troviamo sulla Central Street che divide il campo in direzione ovest-est. Alla nostra sinistra avremo quindi la parte nord che è la più grande e ospiterà tutti i partecipanti in tre dei quattro grandi villaggi che compongono il Jamboree, chiamati Hub. Sono l’Hub del Sud, Hub dell’Est e Hub dell’Ovest, ciascuno diviso in quattro sottocampi, per un totale di 12. Ogni sottocampo ha il nome di una famosa montagna giapponese.
L’Hub e i sottocampi saranno i luoghi dove cucinare e riposare, ma soprattutto luoghi di incontro, conoscenza e di condivisione (in fondo basta un invito a cena per raggiungere questo obiettivo). In ogni Hub, inoltre, sono presenti palchi su cui mostrare la propria cultura attraverso danze, musica e spettacoli.
Alla destra della Central Street, all’estremità sud, si trova il quarto Hub che ospiterà i capi che non accompagnano i partecipanti e le persone che si occuperanno dei servizi della città delle tende.
 

 
Svoltando a sinistra subito dopo il Main Gate passeremo tra Il villaggio dello sviluppo globale (Global Development Village detto anche GDV) che ha come scopo promuovere tra i partecipanti le tematiche della pace, dei diritti umani, dell’ambiente, dello sviluppo e della salute e l’incrocio delle culture (Cross Road of Culture detta anche CRC), il cui scopo è quello di favorire lo scambio e il rispetto tra culture diverse. Tra le attività che verranno fatte in quest’area ci saranno quelle che permetteranno di approfondire gli aspetti tradizionali e popolari della cultura Giapponese.
Proseguendo passeremo di fianco alla Città della scienza (City of Science detta anche COS) dove sarà possibile capire i vantaggi che ci porta la scienza e la tecnologia ma anche i rischi ad essa collegati – ad esempio verranno affrontate tematiche quali lo sviluppo delle fonti energetiche e la robotica – mentre alla nostra destra costeggeremo l’Hub dell’Ovest.
Poco più avanti ecco alla nostra sinistra l’Arena dove si svolgeranno le grandi cerimonie come quella di apertura e chiusura, mentre alla nostra destra ci saranno le prime tende dell’Hub del Nord.
Voltando a destra sulla Kirara Street passeremo proprio in mezzo ai due Hub che costeggeremo per 400 m circa fino all’incrocio con la Jamboree Avenue dove verrà installato l’ospedale del Jamboree e un grande Supermarket.
Proseguendo diritto attraverseremmo tutto l’Hub dell’Est e conosceremmo circa 10mila altri partecipanti. Invece giriamo a destra e ritorniamo verso sud alla Central Street. C’è quasi un chilometro da fare, per trovare un crocevia molto importante: alla nostra destra i padiglioni del World Scout Center, dove si trovano le tende rappresentative di ogni nazione, punto di riferimento ma anche luogo di partenza e scoperta di altre culture. Alla nostra sinistra il Quartier Generale (Headquarter o HQ) ovvero il centro organizzativo di tutto l’evento, e poco più avanti la Reception, che è il luogo in cui avverrà la nostra registrazione iniziale e il primo contatto con l’organizzazione.
Appena dopo l’incrocio ecco una grande costruzione sulla sinistra. È la piscina che ospiterà parte delle attività acquatiche (Water Activities) assieme a una zona posta proprio sul mare – che troveremo costeggiando il grande padiglione e proseguendo dietro di esso – e altre località fuori dal campo presso laghi, fiumi o lungo la costa. Queste attività comprenderanno la vela, il windsurf, il rafting, lo snorkeling, la pesca.
Guardandoci attorno lungo questo breve tratto di strada, noteremo sulla sinistra la zona di Faith and Belief dove i luoghi di culto di ogni credo e religione sono uno accanto all’altro in pace e armonia, dove è possibile pregare ma anche capire meglio ciò che caratterizza ogni credo e religione.
Poco oltre c’è anche il Jamtel, un Hotel destinato a ospitare le personalità invitate dai vari contingenti.
Ritornando verso ovest troveremo infine un’area che comprende la Plaza, il Welcome Center e le Food House, dove si potranno trovare i ristoranti di varie nazioni, la banca, l’ufficio postale, un secondo supermarket e altri negozi e servizi.
Un po’ ovunque sarà presente la rete wi-fi. In ogni Hub ci sarà una tenda con PC a disposizione dei partecipanti e punti di ricarica per i devices elettronici (ricordarsi il convertitore per l’alimentazione giapponese a 100 V) anche se l’organizzazione suggerisce di limitarne l’uso perché la richieste saranno veramente tante e perché per quei giorni sarà bene concentrarci sulle relazioni reali più che sui social network.
Ci sono altre importanti attività che riguarderanno i partecipanti, ma che si svolgeranno fuori dal sito del Jamboree:
L’esplorazione della Natura (Exploring Nature), per capire ed apprezzare la natura, che verrà fatta nei pressi della città di Yamaguchi.
 

Un piede nella tenda, uno nella HoHo!

HoHo
Valeria ci racconta cos’è, come funziona e dove si svolge la Home Hospitality: 3 giorni di vera vita quotidiana giapponese, tra riso, té e Sol Levante! 
Ninja, Samurai, riso e Geisha. Queste sono le prime cose che vengono subito in mente alle persone quando si parla di Giappone. Ciliegi in fiore, il paese del Sol Levante, la cerimonia del té… Ma quante di queste cose sono vere e quante invece sono luoghi comuni ripetuti a pappagallo e amplificati dal passaparola?
Il Giappone è davvero molto lontano dalla nostra cultura mediterranea, oltre ad essere situato a circa 10mila chilometri dall’Italia; pur essendo un paese estremamente moderno e avanzato, è quanto di più lontano si possa immaginare dalla nostra realtà. A questo proposito, l’organizzazione giapponese del Jamboree ha dato la disponibilità ad ampliare il soggiorno prima dell’evento, in modo da vivere appieno la loro quotidianità e di conoscere al meglio le loro tradizioni.
È così che è nata l’Home Hospitality, o HoHo, occasione che abbiamo deciso di non farci scappare per poter conoscere meglio i nostri fratelli giapponesi.
Ma come funziona l’HoHo?
Tutti noi partecipanti del Jamboree del Contingente Italiano arriveremo in Giappone 3 giorni prima dell’inizio del Jamboree; appena atterrati ad Ōsaka, all’interno di ciascun Reparto/Compagnia verranno formate delle coppie che saranno suddivise in varie famiglie sparse per la zona del Kansai.
L’organizzazione giapponese ci ha messo a disposizione 5 prefetture (o province) all’interno delle quali saremo suddivisi: Kyoto, Kobe, Nara, Shiga e Wakayama.kyoto
Sono tutte città molto vicine all’aeroporto Internazionale di Ōsaka, con una media di un’ora e mezzo al massimo di distanza una dall’altra.
Fino al 1868, Kyoto fu la capitale imperiale del Giappone, e lo fu per più di 500 anni. Questo è importante non solo dal punto di vista storico, ma soprattutto per l’eredità culturale della zona: Kyoto e dintorni, infatti, e quindi tutta la zona del Kansai, sono ricchissime di monumenti, templi e zone sacre molto importanti per la cultura del Giappone. Tutto ciò che noi conosciamo, dalle Geisha ai Samurai, ha avuto luogo in questa zona. Ne consegue che sia una delle zone più belle da visitare!
Una volta suddivise in famiglia, le coppie parteciperanno al 100% alla vita della famiglia ospitante. È molto probabile che non ci si riuscirà ad incontrare durante questi 3 giorni di soggiorno. L’organizzazione giapponese non ha richiesto un programma specifico per gli ospiti, proprio per favorire il contatto con la vita di tutti i giorni delle famiglie ospitanti. Va da sé che noi ospiti dovremo essere aperti e disposti a tutto, soprattutto ad accettare con curiosità ed entusiasmo ciò che ci viene offerto; ricordiamo infatti che loro lo fanno col cuore e che per il popolo giapponese è un onore avere degli ospiti stranieri.
Faranno di tutto per metterci a nostro agio, cercando di parlare italiano (google translate va alla grande!!!) e magari anche tentando di offrirci la pizza o qualche surrogato che loro credono essere italiano. Accettatelo ma non trattenetevi dal dire che in Italia le cose sono un po’ diverse! …sempre con la dovuta educazione, questo è certo.
Per tutto ciò che riguarda come comportarsi, rimandiamo al Vademecum, all’interno del quale troverete un sacco di altre curiosità su questo popolo così buffo e allo stesso tempo solenne e rispettoso delle regole. Perché invece non andiamo a curiosare un po’ assieme in queste zone che ci ospiteranno???
Oggi iniziamo con Wakayama e con la prefettura di Shiga!
WAKAYAMAwakayama
La prefettura di Wakayama confina a nord con la prefettura di Ōsaka, e ad est con le prefetture di Mie e Nara. Si affaccia ad ovest sul mare interno ed a sud sull’Oceano Pacifico.
Sede di alcuni tra i centri religiosi più importanti del Paese, la storia di questa regione si perde nel tempo da quando monaci iniziarono a frequentare queste montagne e la penisola divenne un luogo sacro, simbolo dell’unione tra la forza divina e la potenza naturale. I giapponesi, per cultura sensibili al fascino della natura, da secoli continuano a rendere omaggio a questa regione visitandola in migliaia ogni anno.
I paesaggi di queste terre sono, infatti, rimasti immutati e ogni stagione è ottima per godere delle bellezze di questo paradiso. Se d’inverno la neve porta sulla montagna un irreale silenzio, in primavera le rosse lacche dei templi si confondono con il rosa dei fiori di ciliegio i quali, una volta sfioriti, lasciano spazio alla vegetazione estiva. In tempi remoti fu proprio la bellezza selvaggia di queste montagne a stimolare lo sviluppo di un culto di adorazione della natura che esiste ancora oggi.
Le montagne di questa penisola sono uno dei rari luoghi dove è possibile incontrare gli Yamabushi, sciamani e asceti delle montagne che da secoli praticano lo shugendo, un’antica religione sincretista che unisce elementi buddisti, scintoisti, taoisti e prove di resistenza fisica.
Culla di spiritualità, la provincia di Wakayama ospita uno dei centri mistici più importanti di tutto il Giappone, il Koya-san (il Monte Koya), il complesso monastico eretto nell’816 dal monaco buddista Kobodaishi fondatore della scuola esoterica Shingon che qui vi viene ancora praticata. Immerso in un ambiente sereno e circondato da una natura rigogliosa e pura, Koya-san è una delle mete di pellegrinaggio più antiche e frequentate del Giappone.
Wakayama è rinomata in tutto il Giappone per i suoi tradizionali dessert alla frutta, in particolare per quello denominato “umeboshi” composto da prugne sottaceto e mandarini oltre, naturalmente, al “banana split” diffuso un po’ ovunque.
Il clima ha un carattere subtropicale umido con estati calde e inverni freddi e consistenti precipitazioni piovose durante tutto l’anno, ma maggiormente in estate.
SHIGA
Shiga è una prefettura giapponese di 1 milione e 500mila abitanti, con capoluogo Ōtsu. Si trova nella regione di Kinki, sull’isola di Honshu. È dominata dal Biwa-ko, il lago più grande del Giappone.
Pur essendo di ridotte dimensioni, questa prefettura vanta numerose attrattive, che si possono facilmente visitare in giornata.
Biwa-koI principali motivi di richiamo sono le cittadine di Nagahama, nota per il quartiere degli artigiani vetrai di Kurokabe Square e Hikone, che conserva un bel castello originale. Meritano una visita anche i templi, come il Mii-dera e l’Ishiyama-dera, e il Miho Museum.
La prefettura di Shiga è situata sull’isola di Honshu. Al suo interno si trova il maggior lago del Giappone, il Lago Biwa.
Ōtsu è il suo capoluogo della prefettura di Shiga, in Giappone.
Al centro della prefettura si trova il lago Biwa, il più grande del Giappone, molto significativo per l’industria del turismo. Alcuni degli angoli più suggestivi cittadini sono compresi negli otto panorami di Omi, immortalati in diverse opere artistiche. La zona di Otsu è famosa anche per le sue industrie tessili
Nel 667, alla morte della madre, l’imperatrice Saimei, il reggente e futuro imperatore Tenji fece spostare la capitale del paese da Naniwa, l’odierna Ōsaka, a Ōtsu, dove face costruire il palazzo imperiale Ōmi. Ōtsu si trovava infatti nell’antica provincia di Ōmi. L’imperatore istituì un governo centralizzato e promosse un censimento. Alla sua morte, si scatenò una guerra civile tra i suoi eredi che fu vinta dal principe Oama. Questi divenne imperatore nel 672, prese il nome Temmu e fece spostare la capitale ad Asuka kyō, la capitale classica di quel periodo della storia giapponese.
Nel 1184, Ōtsu fu teatro della battaglia di Awazu, una delle ultime della quinquennale guerra Genpei, che segnò la distruzione del clan Taira e permise la presa del potere da parte di Minamoto no Yoritomo, che istituì e divenne il capo dello Shogunato Kamakura.
Il castello di Ōtsu fu posto sotto assedio nel 1600 dalle forze di Ishida Mitsunari, nel tentativo di forzare le difese degli alleati di Tokugawa Ieyasu. La guerra civile avrebbe avuto fine in quegli stessi giorni con la battaglia di Sekigahara, vinta dalle forze di Ieyasu, che divenne così l’indiscusso capo del Giappone, divenendone nel 1603 lo shogun, con la fondazione dello shogunato Tokugawa, che avrebbe retto le sorti del paese fino al 1868. Il castello di Otsu venne in quegli anni raso al suolo e con i materiali di risulta fu costruito il castello Hikone tra il 1603 ed il 1622, che sorge nelle vicinanze a nord, lungo le rive del lago Biwa.
La città venne ufficialmente istituita il 1º ottobre 1898. Alla fine del XIX secolo venne anche costruito un canale artificiale, espanso più tardi durante il regno dell’imperatore Taisho, che tuttora collega la città di Ōtsu con Kyōto; facilitò il trasporto di beni e persone fra le due città ma permise anche di fornire l’energia elettrica per il primo servizio di tram del Giappone.
Nel 1930, è stato costruito il santuario shinto Omi-jingu, per onorare la memoria dell’imperatore Tenji e per ospitarne lo spirito. In tale santuario, viene ospitato ogni anno in gennaio il campionato nazionale di karuta, il tradizionale gioco di carte giapponese. Dal 1963, la prima domenica di marzo, sulle strade cittadine si corre la maratona del lago Biwa, manifestazione che richiama atleti di fama internazionale
Nel 1994 i monumenti storici dell’antica Kyoto (città di Kyoto, Uji ed Ōtsu) sono stati inseriti nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
 

Tenda Italia, la nostra tenda!

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Flavio e Paola ci raccontano cosa sarà Tenda Italia al Jamboree 2015: arte, cultura, giochi e tanto divertimento!

Tra le tante tende piantate sul suolo di Kirara-hama, una avrà per noi un significato davvero speciale: Tenda Italia.
Questo è infatti il nome del nostro “Quartier Generale” dove potrete trovare lo Staff di Contingente, avere informazioni ed assistenza sanitaria (saranno presenti dei medici italiani) e dove “lavoreranno” i ragazzi e le ragazze delle Unità che racconteranno a casa l’avventura in corso.
Ma Tenda Italia sarà anche molto più di tutto questo. Sarà soprattutto uno spazio dedicato all’accoglienza dei partecipanti di tutto il Jam: una bellissima occasione per mostrare al mondo quante cose meravigliose ci siano nel nostro Paese!
Sia all’interno che all’esterno ci saranno attività per tutti: dalle foto davanti ai più bei panorami italiani, alla compilazione del “Dizionario Mondiale degli Oggetti Scout”, dalla distribuzione di gadget e timbri al classico punzone a caldo sulla cintura, dai manifesti che racconteranno la F.I.S. e le nostre Associazioni alle foto che racconteranno gli scout italiani (a proposito: tu partecipante al Jam, ti sei ricordato di mandare la foto allo Staff della tua Unità per l’invio a tendaitalia@jamboree.it, vero? Ricorda che, se anche tu vuoi essere parte di Tenda Italia, non devi perdere questa occasione!).
Nel nostro padiglione ci sarà anche, spettacolo tra gli spettacoli, un folle giro per la nostra penisola in sella a rombanti moto da corsa!!!
Se curioso, vero? Ed allora… ti aspettiamo a Tenda Italia! Ricordati però che non sarà il “ritrovo degli italiani quando non sanno dove andare”! Intorno a Tenda Italia ci sarà davvero tutto il mondo: passa a trovarci, ma poi lanciati per il resto del globo!

KONICHIWA Campetto Regionale Jamboree – Agesci Veneto

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Hi, bonjour, hola… KONICHIWA!!!
Mancano ancora poco meno di 100 giorni, eppure già durante questa uscita si è respirata un’inconfondibile aria di Jamboree.
Chi per macchina, chi per treno, ci siamo trovati tutti sabato 18 aprile a Villa Buri a Verona, sede che avrebbe ospitato contemporaneamente non solo il nostro reparto ma anche quello del Reparto Veneto 1, l’Emilio Salgari.
80 ragazzi, 2 reparti e tanta voglia di conoscersi in preparazione del 23° Jamboree in Giappone. Sorrisi, gioie e schiamazzi ci hanno accompagnato durante l’ultima uscita prima della grande avventura che non solo noi, ma anche tutta Italia vivrà fra poco più di tre mesi.
Dopo i vari abbracci e saluti, verso le 16:30 di sabato, abbiamo cominciato l’uscita con un quadrato contornato da 8 squadriglie dagli urli variopinti e dai nomi originali.
Non c’è voluto molto prima che, durante il rito dell’alzabandiera, ci accorgessimo delle decine di usanze e abitudini differenti… figuriamoci al jamboree tra scout di diversi continenti!
Una volta aperta ufficialmente l’uscita abbiamo subito montato le tende e dopodiché i capi hanno chiesto a ciascuna squadriglia di creare uno scatch che descrivesse alcuni aspetti della cultura giapponese: gli usi e i costumi, la tecnologia ecc…
Una volta cenato ci siamo cimentati nel fuoco di bivacco, animato dagli scatch e da vari bans nuovi e originali presentati dalle squadriglie.
Dopo qualche minuto di adattamento si è entrati nel vivo del fuoco e alla fine ci siamo messi a cantare e a ballare tutti assieme a più non posso, come se ci conoscessimo da anni.
Il giorno sucessivo è stato il più intenso, ma ricco di esperienze fantastiche.
La mattina, ci siamo messi in gioco in una serie di prove nelle quali si poteva parlare o fare domande solo in inglese.
Abbiamo avuto anche il piacere di conoscere una donna originaria del Giappone, ma che ormai da 10 anni vive qui in Italia. Ha chiarito un sacco di nostri dubbi e domande e c’ha immerso in una cultura totalmente diversa, ma allo stesso tempo fantastica e affascinante.
Le sorprese però non erano finite qui perché siamo stati raggiunti da Nicolò, capo del Contingente italiano e ovviamente abbiamo sommerso di domande anche lui riguardo gli aspetti pratici del Jamboree.
Oltre a queste due bellissime esperienze, aiutati da una capo reparto del Reparto Veneto 1, abbiamo anche avuto la fortuna di poter trascriverci i principali vocaboli giapponesi, così da poter cercare di utilizzarli durante il periodo che trascorreremo in famiglia. Alla fine abbiamo anche fatto degli origami e dei disegni seguendo una particolare tecnica Giapponese.
Dopo pranzo abbiamo avuto anche il tempo per giocare un veloce derby tra reparti, e diciamo che fra scoutball e calcio siamo pari.
Così, dopo aver smontato le tende, aver chiuso l’uscita e esserci salutati tutti, ci siamo divisi nei reparti e i capi ci hanno dato alcune note tecniche per il viaggio (volo, vestiario…)
Il clima che si è creato è stato incredibile, siamo 80 ragazzi, frequentiamo scuole diverse, viviamo lontani fra noi, eppure in soli 2 giorni siamo arrivati a dirci: “Mi raccomando, dobbiamo vederci al jamboree!”
Siamo due reparti magnifici e, anche se non ci conoscevamo tutti, si è subito creato un forte legame, come siamo sicuri accadrà anche in Giappone, nonostante la differenza di lingue, culture e tradizioni.
Sono stati due giorni fantastici, un’immersione completa in una cultura che ci ha affascinato e ci ha caricato ancora di più.
Ci accomunano i so urrisi e i fazzolettoni, ci contraddistinguono le diverse personalità ma nulla ci divide.
Siamo legati da quell’avventura che si avvicina sempre di più, magari impercettibilmente, ma che sta per compiersi.
Non vediamo l’ora di vedere quel Giappone ricco di armonia, energia e innovazione che pian piano stiamo iniziando a conoscere.
NOI SIAMO PRONTI… GIAPPONE, JAMBOREE ARRIVIAMO!!!!
USCITA JAMBOREE 18-19 APRILE 2015

Un altro campo, un altro passo: e il Giappone è ormai dietro l'angolo!

31 gennaio 2015: un altro incontro, un altro passo verso quello che sarà il viaggio più straordinario della nostra vita.
Innanzitutto, partiamo dall’inizio: noi, ragazzi e ragazze del Reparto Gianni Rodari Piemonte e Val D’Aosta, ci siamo trovati a Vercelli, accolti da uno strampalatissimo gioco a stand, che ci ha introdotti un poco alle tradizioni che ci attendono nella terra dei fiori di ciliegio.
Tra impronunciabili frasi giapponesi “wa? sa? ta-o?” (probabilmente persino il ‘buon appetito’ suonerà più come un colpo di tosse) e origami di pessima riuscita, con qualche scatenato e stonatissimo karaoke in lingua nipponica e una vera e propria sessione di pittura floreale (sapevate che bastano quindici esploratori, dieci cannucce e un poco di tempera per rovinare indelebilmente un tavolo? No? Nemmeno io. Ora lo so.), è giunto il momento della cena..
E cosa abbiamo trovato, se non una squisita cenetta tipica giapponese da gustare con bacchette e ciotola?! In mezzo ai “MA C’É SOLO QUESTO PER CENAAAA?” (l’istinto italiano per pizza e polenta è difficile da frenare), i capi hanno assegnato a ogni  pattuglia un pezzo della serata, dividendo tra Rispetto, Verità, Viaggio e Strada varie tecniche teatrali tipiche giapponesi, con le quali inscenare alcuni racconti tradizionali. Dopo una serata a base di mascheroni di cerone bianco e ombre giapponesi, abbiamo passato una  notte tranquilla e riposante (mah…).
La mattina successiva, dopo un difficoltoso risveglio per i postumi del “sakè di prugne” della sera prima e la messa, siamo rimasti sorpresi da una gara di cucina giapponese di ultimo livello tra pattuglie, con frittate dolci e riso alle verdure, tempura e polpette; abbiamo imparato che la chiave di un piatto immangiabile è “ma siì, metti ancora salsa di soia“.
Una volta finito il pranzo e pulito, il tempo per quattro calci al pallone ed è subito arrivato il momento di salutarci, ancora una volta, e ripartire, ognuno per la propria città.
Un altro campo, un altro passo: e il Giappone è ormai dietro l’angolo!