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Reparto Emilio Salgari: emozione, energia e carica!

Emozione, energia e carica!
 
Ci eravamo già visti nelle settimane precedenti (tra settembre e ottobre). Avevamo partecipato a una cena con i nostri capi reparto di formazione e con i nostri capi reparto di provenienza in cui avevamo già iniziato a scrutare chi della nostra città avrebbe partecipato al Jamboree.
Padova, Verona e Vicenza: ecco le tre città che ci avevano accolto per i primi incontri. Tre cene in cui i nostri capi reparto ci avevano rappresentato con un disegno e avevamo iniziato a giocare insieme.
Ognuno di noi aveva iniziato a vedere chi sarebbero stati i compagni di viaggio della propria città e pian piano il sogno prendeva forma. Già da quelle cene avevamo mille domande: il Giappone, l’aereo, l’home ospitality, il fazzolettone, il contingente, il Jamboree.. quante domande! Ma tre ore per una cena non ci bastavano e cosi siamo arrivati al primo campetto: 18/19 Novembre 2014 a Verona. Non eravamo più divisi per città di provenienza, ma tutti e 36 INSIEME, UNITI, ognuno col proprio fazzolettone e ognuno con le proprie speranze.
Tutto inzia con l’incontro di due delegati del contingente Italia che ci raccontano cosa ci aspetta…e ci fanno già viaggiare con la mente!
E poi il nostro viaggio inizia ufficialmente con la consegna del Fazzolettone del contingente Italia: uno uguale per tutti. Con i colori della bandiera italiana! Siamo ufficilamente ambasciatori dello scautismo italiano!
 
Il pomeriggio è appena iniziato e siamo pronti a buttarci con tutta la nostra energia in giochi e bans!
Abbiamo inziato a giocare per imparare i nostri nomi, quante risate per ricordarsi chi ho davanti e chi ho affianco! E l’emozione è tanta!
 
E poi iniziamo a presentarci davvero: ognuno di noi aveva preparato un video/un cartellone/una presentazione, insomma qualcosa che parlasse di sè stesso. Ognuno di noi si è raccontato per come è a scout e per come è a scuola. C’è chi suona la chitarra, chi il violino, chi canta e chi balla. C’è chi adora la matematica e chi leggere. Siamo tutti diversi ma tutti scout e con gli stessi valori e soprattutto con unico sogno. Tante immagini e frasi e ognuno di noi ha mostrato chi è e com’è la sua vita per dire..ci sono anche io in questo Jamboree!
 
La sera abbiamo organizzato un fuoco di vera gioia. Abbiamo riso, ballato, cantato e scherzato: sta nascendo il reparto Emilio Salgari Veneto 1!
E poi la foto..abbiamo deciso di farla con una candela a testa rappresentando il WA e tutti UNITI e vicini per sentire meno il freddo e la stanchezza!
La mattina manca ancora qualcosa! Siamo 36 e finalmente si creano le tanto agognate squadriglie: Il reporto Emilio Salgari Veneto 1 è pronto per questo viaggio!
Si parla di Jamboree e stile scout, di voglia di buttarsi e di sogni! Vogliamo puntare sempre più in alto!Siamo carichi, siamo pronti…il prossimo incontro sarà domenica 25 gennaio a Verona. Il perchè? Una sorpresa! Ma il nostro motto è sempre ESTOTE PARATI!

Reparto Gianni Rodari: l’inizio del grande viaggio tra colori e sorrisi…

Una moltitudine di colori: questa è l’immagine che ci portiamo dietro dal primo campo del Reparto “Gianni Rodari” di Piemonte e Val d’Aosta.
I colori di decine di fazzolettoni diversi, degli zaini, degli sguardi eccitati e un poco imbarazzati.
E ancora i colori dei sacchi a pelo, dei cibi tipici, a volte squisiti, a volte meno, e a volte… come il brus. I colori delle specialità, dei brevetti, degli oggetti usati per presentarci in gruppi di sei (peluches, cubi di Rubik e matite mostrati per dire quanto siamo dolci, complicati, creativi), il colore dei sorrisi. Si, perché anche i sorrisi hanno un colore.
Ci sono i sorrisi bagnati dell’arrivo sotto la pioggia, i sorrisi timidi e impacciati e quelli più spavaldi mentre ci si conosce per la prima volta, quelli imbarazzati di chi è arrivato in ritardo perché ha perso il treno, e anche quelli divertiti delle presentazioni. I sorrisi sorpresi e curiosi, mentre si creano le pattuglie: Verità, Rispetto, Strada e Viaggio, quattro nomi che mostrano subito le nostre intenzioni. I sorrisi affaticati e entusiasti dei giochi e dei bans condivisi, mentre si cerca di portare qualcosa del nostro reparto di origine e di imparare qualcosa di nuovo da riportare indietro.
I sorrisi sporchi di salsa tonnata e briciole di focaccia dei pasti. I sorrisi coraggiosi di chi tenta di conciliare due specialità mangerecce che sembrano incompatibili, ma che, un po’ come noi, si ritrovano sorprendentemente bene assortite.
I sorrisi e le risate durante il gioco notturno, quelli assonnati mentre chiacchieravamo nel sacco a pelo. I sorrisi speranzosi durante la messa e l’incontro con il delegato del contingente.
I sorrisi assorti mentre raccontavamo i nostri sogni, per il Jamboree e per la vita, tutti accomunati dal desiderio di voler partire, viaggiare, conoscere cose nuove.
I sorrisi da flash mentre si fanno le foto di rito, e quelli più sinceri e stupiti per tutte le cose straordinarie che sono accadute: scoprire che fra noi era “nascosto” qualche valdostano, incontrare qualcuno che ci conosce in modo sorprendente e qualcuno che abbiamo già incontrato, apprendere a proprie spese che non si può suonare la “cup song” con dei bicchieri di vetro, ritrovarsi a indossare il fazzolettone del contingente e capire lentamente di far parte di un nuovo reparto.
E ancora i sorrisi meravigliati, di chi ha compreso che la grande avventura è appena iniziata e che a questi faranno seguito molti altri sorrisi.

Clan IST Donatello: Giappone, arriviamo!

 

Diario del Primo Campetto

(Bologna-Vignola, 31/10/2014 – 2/11/2014)


L’appuntamento è a Bologna Centrale, tra le cinque e le sei del 31 ottobre: inizia il viaggio del Clan IST Donatello! I componenti sono per la maggior parte vèneti (dalle provincie di Verona, Vicenza, Venezia, Treviso e Padova) ed emiliano-romagnoli (dalle province di Bologna, Reggio, Piacenza, Forlì Cesena, Ravenna, Rimini), ma c’è anche una componente laziale (come vedremo in seguito, una vera “romana de Roma”).

Nel marasma della stazione mi sforzo di trovare un gruppo di una ventina di scout: sono fuori, in cerchio, ad ammirare infreddoliti il grande orologio analogico, fermo ancora sulle 10,25 dalla Strage di Sabato 2 Agosto 1980. Riconosco qualche faccia, ci siamo già visti -più abbronzati- a San Rossore. Mentre attendiamo i ritardatari ci presentiamo con un gioco, suscitando l’interesse di un simpatico senzatetto di nome Michail.

La nostra guida è la nostra scolta Marta, bolognese DOC, che ci mostra le bellezze del suo centro storico. Non può mancare la foto di gruppo di fronte alla chiesa di San Petronio, il patrono della “Dotta”!

Raggiungiamo la chiesa di San Giovanni in Monte, sede del gruppo scout Bologna 3, il luogo dove trascorreremo la notte. Ci facciamo un tè, e poi da bravi scout, ceniamo. Tutti i pasti del campetto hanno provenienza regionale: infatti ciascuno di noi si è presentato con una specialità tipica della propria cucina locale. Sotto con bigoli al ragù, cotechino e fagioli, gnocchi alla zucca, gramigna con salsiccia, montasio e polenta, erbazzone, sbrazaledon, pandoro… Complimenti ai cuochi!

E’ Halloween! La sera riportiamo in vita orribili creature. Esemplari i nostri capiclan: qui vediamo Cristina, una malvagia strega, e Sergio, una sorta di “bimbo-hulk” assassino.

Il giorno seguente ci avviamo verso la Stazione: rotta Vignola! Sulla via troviamo un Hotel con il nome del nostro clan. Meglio immortalare questo magico e irripetibile momento.

Dopo un breve tratto di treno si riparte con le proprie gambe. “Ma quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi”. Ed entriamo nella provincia di Modena. (Nella seconda foto, a sinistra, potete ammirare Nausicaa, la “romana de roma” di cui vi parlavo).

Ora la nostra guida è la vignolese Alice, che ci mostra l’azione di coraggio (in vista della passata Route Nazionale 2014) svolta dal suo clan Vignola 1 l’anno scorso. Con l’aiuto dell’amministrazione comunale e Libera (Gruppo Niscemi di Savignano), hanno risistemato (e organizzato attività di informazione) in un area verde di Savignano sul Panaro, intitolandola a Lea Garofalo, testimone di giustizia vittima della ‘Ndrangheta. Il parco ora si chiama “Parco del Coraggio” e contiene un percorso di pensieri pirografati di personalità famose -e non- sui temi della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Ci fermiamo per visitarlo.

Proseguiamo, e raggiungiamo Vignola, dove ci sistemiamo nella sede del gruppo di Alice. A pranzo svuotiamo il rifornimento di “tigelle” (con salumi vari) fornitoci dalla fantastica famiglia di Alice, e dopo una improbabile partita a calcio riusciamo a immortalare il nostro fotografo e capoclan, super-Giangio, durante la pennichella pomeridiana.

Dopo le attività di presentazione delle nostre comunità, tradizioni, usanze, è tempo di cibarsi. E via con piadine e affettati, soppresse con e senza aglio, per chiudere con la combo tutta piacentina di Busslanein e Malvasia. (Siamo sempre a mangiare! ndr)

Il mattino seguente ci sorprendono due individui che danno l’idea di essere importanti. Sono Nicolò, il Capo-contingente FIS e Paolo, il responsabile dell’Area Comunicazione. Con loro poi anche Letizia e Alessio, i responsabili dell’Area IST.  Hanno con sé i fazzolettoni di contingente. Ha inizio la cerimonia! Sulle parole de “La spiritualità della strada” di Don Giorgio Basadonna il clan Donatello entra ufficialmente a far parte del contingente italiano.

Giappone, arriviamo! WA!


 
articolo di Francesco Brianzi (Maestrale Effervescente)

Pian piano arriviamo anche noi…

Dopo mesi di sogni, speranze e desideri finalmente è giunta l’ora del primo campetto anche per il reparto Maria Montessori: questo è forse il momento più importante, il primo impatto con i nuovi compagni e i capi è davvero fondamentale!
Anche se ci vuole un po’ per mettere in moto il motore imparando a conoscersi, le differenze di età e provenienza non sono state un ostacolo, ma un modo per imparare qualcosa in più perché, nel nostro piccolo, abbiamo vissuto un piccolo Jamboree inter-regionale (quasi microscopico, di fronte all’immensità dall’evento che ci attende in Giappone!). Dall’emozionante consegna dei fazzolettoni che portano il simbolo dell’Italia per formare un nuovo reparto che sarà ambasciatore dello scautismo italiano nel Sol Levante, fino al bellissimo momento di conversazione con il mitico capo contingente Nicolò che ha chiarito dubbi, ha raccontato di quello che significa il Jamboree e perché sarà un’esperienza assolutamente unica: è stato davvero un weekend denso di emozioni e ricco di novità.

Nel brevissimo lasso di tempo tra sabato 22 e domenica 23 abbiamo compreso i tre concetto fondamentali del Jamboree:

  • l’energia dimostrata da ogni singolo membro del reparto, che ha partecipato attivamente alle attività proposte;
  • l’innovazione nel mettersi in gioco imparando a conoscersi e creare nuovi legami;
  • l’armonia che aiuta a trasformare le differenze da ostacoli in opportunità di incontro per prepararci al meglio a vivere un’esperienza che cambierà tutti per sempre!

Il viaggio è appena iniziato…
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Thinking day 2015

Agiamo insieme!
Dal 2008, durante i festeggiamenti della Giornata del Pensiero, abbiamo esplorato i temi degli Obiettivi del Millennio (OdM) perché convinti che “insieme possiamo cambiare il mondo”.
Per sei anni le guide e gli scout hanno lavorato per supportare il raggiungimento degli OdM e ridurre le povertà.
Quest’anno lavoreremo sull’ultimo OdM, l’ottavo: Sviluppare partenariato globale per lo sviluppo. La nostra missione è “rendere capaci le nostre guide e scout di sviluppare appieno le loro potenzialità per essere cittadini del mondo responsabili”. Ma cosa avverrà dopo il 2015? Leggi il documento FIS

ONE WAY → JAPAN 2015

“È giunta l’ ora, è giunto il momento di essere protagonisti del nostro tempo. La strada è la stessa ANCHE SE SIAMO LONTANI …”

Queste sono state le parole sulla bocca di tutti i rover e le scolte che hanno partecipato alla route nazionale italiana, in quel momento ciascuno di loro ha portato a San Rossore un pezzo del proprio paese, che fosse metropoli o piccolo borgo, loro c’erano e si sono fatti sentire.

Con questo spirito vogliamo arrivare anche noi del reparto “Umberto Nobile” in Giappone, con la voglia di farci conoscere e di conoscere tutta la realtà scoutistica che ci circonda; ma essendo un reparto interregionale, come creare uno SPIRITO DI UNITA’ fuori dal nostro paese se non ci conosciamo tra di noi?

Beh, per questo nascono i campetti di preparazione, il nostro primo si è tenuto a Salerno!

Ci era stato chiesto di portare tanto entusiasmo,un simbolo che ci rappresentasse e un piatto tipico del nostro paese. Questi ultimi molto apprezzati da tutti specialmente grazie alle prelibatezze di nonna Giuditta e alla ‘Nduja calabrese, ma grazie anche a tutte le deliziose pietanze preparate con cura da tutte le nonne o mamme che fossero. Ed è stata proprio questa condivisione di tradizioni e sapori a spingerci ad aprirci di più!!!

Per mesi ci eravamo scambiati esperienze di vita scout e non su “whatsapp”, ma non possiamo omettere l’imbarazzo iniziale che tutti abbiamo provato quando le foto dei profili si sono trasformate in immagini in carne ed ossa, ora, i nomi delle chat (per la maggior parte tutti uguali : vedi “Francesco jam 1-2-3) letti così sulle chat prendono volto e diventano realtà, la realtà di un sogno!

ONE WAY → JAPAN 2015

Giappone! Già il sentire questa parola ci fa’ viaggiare con la mente, ci catapultiamo dall’ altra parte del globo dove ancora non riusciamo ad immaginare di andare.

Cosa ci separa da quella meta?

8 mesi!

Otto mesi che possono passare in fretta se trovi compagni di AVVENTURA meravigliosi! La prima sera infatti dopo aver ricevuto la maglia con il dirigibile simbolo del nostro reparto (competizione di disegno vinta dal nostro orgoglio ALTAMURANO Domenico) e il fazzolettone del contingente italiano, abbiamo avuto modo di socializzare anche attraverso una molto organizzata attività dove ognuno di noi ha mostrato il proprio video,foto,power point o collage craccato (?) di presentazione (N.B alcuni hanno scelto il formato orale) seguito dalla spiegazione del proprio simbolo identificativo, simboli molto vari tra di loro ma ciascuno, anche se piccolissimo, porta in sé una parte dello scout che l’ ha presentato e continuerà a portare da quel momento anche una parte relativa al Jamboree.

L’attività si è conclusa abbastanza pesto, le 2:00 circa… ma la notte è giovane e il nostro bel reparto , sfuggendo ai tattici scarponi appesi (date una medaglia al capo che ha avuto questa idea), è riuscito a rimanere sveglio per un altro paio di orette dove si è compattato sempre di più.

La sveglia è suonata alle 7.30 e tutti lavati e vestiti (con le nuove magliette del reparto) e profumati ( vabbè si fa per dire ai campi scout!) siamo scesi a fare colazione per poi cominciare il tanto atteso smistamento nelle squadriglie.

La parola smistamento ci fa venie in mente Harry Potter no?

Chiamano il tuo nome, ti mettono in testa un logoro e scorbutico cappello e poi annunciano la tua casa di appartenenza no?

Ma questa è roba troppo sofisticata per noi scout!

Bendati.

*suono di una bocca che si apre*

* rumore di uno sputo*

*lacrime a volontà*

Come avrete capito, per ogni squadriglia corrispondeva una spezia e ad alcuni sfortunati è capitata proprio la cipolla, l’aglio o il peperoncino, ai più fortunati l’origano.

Ma fino a questo momento non eravamo altro che piccoli gruppetti maschili o femminili… una vera squadriglia necessita di un nome, di un grido, di un guidone!

Così partendo dal nome le squadriglie hanno iniziato a prendere forma: Fenici, Ghiandaie, Iene e Rinoceronti ogni squadriglia con gridi e motti diversi e originali. Le prove però non finivano qui!

Bisognava dare una forma a questi animali! Così sono state messe alla prova le nostre abilità di disegnatori e sarti e bisogna dire che i capi si aspettavano di peggio!

Ormai le sq. erano formate e non ci restava che cominciare le attività da svolgere in squadriglia! Il tema? Giappone ovviamente! Infatti i nostri capi erano tutti vestiti a tema e divisi in varie postazioni, ci hanno fatto provare diverse tecniche giapponesi come gli origami o il disegno dei fiori di ciliegio e anche un complicato nodo che solo in pochi sono riusciti a realizzare.

A pranzo in seguito abbiamo potuto finalmente assaggiare la buonissima e famosissima ‘NDUJA, una pietanza alquanto piccante ma prelibata, tipica della Calabria.

La ‘nduja infatti ci ha messi in moto per le attività pomeridiane come la realizzazione di un sacchetto portaoggetti che porteremo con noi al Jam ,sono venuti fuori lavori davvero ben fatti e vari in forme e cuciture, abbiamo avuto tempo fino all’ora della messa seguita da una simpatica attività svoltasi lungo le strade illuminate di Salerno, dove ogni squadriglia doveva diffondere ciò che è il Jamboree !!!!

Ma il meglio della serata doveva ancora venire!

“nessun profumo vale l’odore di quel fuoco” diceva B.P, ed è proprio vero! Ma che fuoco è senza scenette e canti?! Infatti quella sera toccava a noi ragazzi animare! Ad ogni squadriglia era stata affidata una tecnica di animazione: Ghiandaie scenetta, Iene quadri fissi, Rinoceronti canto e Fenici mimo. Con le varie tecniche dovevamo spiegare il nome del nostro reparto attraverso alcuni indizi fornitici dai capi … ne sono venute fuori di tutti i colori! Dal cane di nome Norge a Poppea, la moglie di Umberto per finire ad iceberg e a flussi di coscienza in fin di vita. Insomma! Si sarà rivoltato nella tomba!

Il fuoco ci ha divertiti tutti ragazzi e capi che però dopo qualche danza, visto l’orario, ci hanno mandati a dormire dopo una bellissima giornata ricca di eventi ed emozioni!

Quella notte però non tutti sono riusciti a dormire notti tranquille… alcuni non sono riusciti ad evitare gli scarponi nei corridoi ma le “missioni segrete” (N.B mi fanno notare che non sono più troppo segrete) sono ugualmente andate in porto… beh… alcuni ci hanno rimesso la faccia! Infatti con i trucchi gentilmente offerti da Nadja (Nababauer), alcuni, (il trio “swag”) sono riusciti a “decorare” le carine e coccolose facce dormienti di povere vittime…

(non facciamo i nomi degli artefici per motivi di sicurezza) e così anche il secondo giorno era andato..

La seconda sveglia del campo è stata di gran lunga la più triste perché, ormai affezionati , vedevamo troppo vicino il momento dei saluti ma “LA STRADA È LA STESSA ANCHE SE SIAMO LONTANI” e la nostra strada è il Giappone, tutti insieme! Infatti l’ultima mattinata è stata dedicata alle domande varie ed eventuali sul viaggio, sulla home hospitality e soprattutto al lancio del secondo campetto e alle attività da preparare!!!

In seguito ci sono stati ridati i nostri fazzolettoni e i simboli che ci rappresentavano e dopo le ultime sistemazioni tutti in cammino verso la stazione, una cammino più triste rispetto all’andata con davanti treni o macchine ricche di genitori impazienti di rivedere i propri figli..

saluti, saluti, baci e abbracci ma una sola promessa: “WA,a spirit of unity, ci rivediamo presto compagni!”

Graziana

Destinazione Jamboree: aspettative e timori

 
Tutto ha avuto inizio con una splendida giornata di sole. Trentasei scout e quattro capi, quaranta persone con una meta comune: il Jamboree. Ragazzi che non si erano mai visti prima, accomunati solo dall’appartenenza allo scoutismo, si ritroveranno tra nemmeno trecento giorni in Giappone. E quindi occorre prepararsi.
Arrivati nella base scout di Cassano, su indicazione dei capi, vengono formate delle squadriglie provvisorie,e , in seguito, tramite giochi ed attività interessanti e divertenti (tra le quali il gioco della fiducia, la disposizione secondo il numero di scarpe e molto altro), si cerca di conoscersi l’un l’altro il meglio possibile.
Dopo la conoscenza reciproca, creato un buon clima, si cena condividendo il cibo che si è  portato da casa. Un modo simpatico per gustare piatti diversi e per sperimentare lo spirito della condivisione e la bellezza dello scambio. Durante il bivacco, tra giochi e scenette, si parla naturalmente di Giappone e Jamboree, e si discute molto sulle aspettative e sui timori. Ne risulta che quasi nessuno ha un’aspettativa particolare, ognuno desidera vivere le esperienze al meglio. Tutti però si aspettano una miriade di amicizie, grazie all’incontro con scout di tutto il mondo e, soprattutto, un fittissimo scambio di opinioni, pareri, idee, tradizioni su qualsiasi cosa, dal cibo ai giochi, dalla scuola alle idee per il futuro, dallo stile di vita alle tradizioni,  dalla pace alla religione e oltre, verso i confini della conoscenza umana!
Tra i timori è emersa soprattutto la preoccupazione di non riuscire a vivere tutto, la paura di non riuscire a sfruttare fino in fondo la straordinaria occasione offertaci.
Il timore di trovarsi spaesati e le difficoltà riguardo alle diverse lingue passano in secondo piano. Dopo le esperienze col reparto, durante le quali ci si innamora dello scoutismo, il desiderio di sognare e quindi candidarsi alla partecipazione al Jamboree, la gioia per la scelta e gli incontri con il reparto di formazione, come si potrebbe avere timore di fronte a questa sfida affascinante?
E, parlando, aumenta la voglia, il desiderio di essere presto in Giappone. Riflettendo su queste cose si va a dormire.
La mattina successiva, dopo colazione, celebriamo la messa e ci si lancia in un gioco che ci permette di scoprire chi era Alda Merini, la poetessa a cui è intitolato il nostro reparto di formazione. Ricomponendo alcune frasi scritte su biglietti si ricostruiscono le sue poesie e si scopre che era una poetessa milanese, con una vita travagliata, che ha lasciato un grande patrimonio di poesie e riflessioni.
Si pranza, e poi si cuce una piccola sacca di iuta che andrà riempita per il prossimo incontro.
Ci si incammina verso la stazione e si ritorna a casa, carichi e desiderosi di rincontrarsi presto, anzi prestissimo, coltivando magari il sogno di essere in Giappone già il giorno dopo.
Francesco Caprotti

Da Venezia al Giappone sulle tracce di Marco Polo

 
1-2 novembre 2014
-3  -2  -1… WA!!!!!!!!!!!!!
Finalmente, dopo un bel po’ di mesi di attesa, ci siamo trovati tutti assieme, il reparto “Marco Polo” del Veneto si era formato!
Il luogo di ritrovo era il parco delle energie rinnovabili “Fenice” di Padova, dove ci siamo trovati ognuno con il proprio zaino, capo reparto, e fazzolettone; è stato bellissimo vedere ragazzi di diversa età e provenienza, ma uniti da uno stesso sogno, il sogno di vivere il Jamboree in Giappone.
20141102_141041Ma variopinti fazzolettoni non ci hanno diviso per molto, perché dopo poco tempo ci hanno consegnato il fazzolettone del contingente italiano.
Ci sembrava di stare assieme da anni.
Durante il pomeriggio, abbiamo deciso i nomi e gli urli delle squadriglia, abbiamo conosciuto meglio il mondo del CNGEI, e una ragazza ci ha raccontato la sua esperienza vissuta al Jamboree in Inghilterra nel 2007, per finire abbiamo fatto delle torce che ci sarebbero servite nella serata.
Dopo cena, il cerchio serale è stato animato da canti, bans e giochi, nuovi ed entusiasmanti (abbiamo dei chitarristi davvero favolosi!!).
Al termine della serata ci siamo riuniti in cerchio sotto le stelle, con le torce che facevano da fuoco; abbiamo ringraziato il Signore per la splendida giornata passata assieme.
Nessuno è riuscito a dormire molto la notte, tra le emozioni della giornata, le chiacchiere per conoscerci meglio e l’eccitazione per ciò che ci stavamo preparando a vivere.
La mattina dopo, verso le 8:00 ci siamo diretti verso il quadrato… più o meno svegli.10689877_10204393165542928_5740524641332752629_n
Nella mattinata siamo entrati nel vivo del Jamboree: i nostri capi, infatti, ci hanno mostrato un grande sacco di iuta, dove (di reparto) dovremo mettere tutti nostri sogni e speranze. successivamente ce ne hanno dato uno più piccolo a testa, dove metteremo tutte le cose che accompagneranno ognuno di noi nel suo cammino verso il Jamboree.
E, dopo aver risolto alcune curiosità sul Jamboree e dopo la messa, abbiamo pranzato e sistemato il luogo dell’uscita.
Purtroppo, alla fine, dopo lunghi e interminabili saluti, siamo dovuti tornare tutti a casa.
Le risate e i sorrisi non sono mancati, siamo un reparto bellissimo… e adesso chi ci ferma più!?
Buona caccia… ci si vede ad aprile… WA!!!
 

Sarà un lungo viaggio…

“Sarà un lungo viaggio” ci disse al nostro primo incontro il caporeparto. Adesso mi ritrovo a sperare che il nostro cammino duri il più possibile, perché il campetto del reparto Anna Magnani è sembrato volare e nessuno di noi voleva che finisse.
Sì era la seconda volta che ci vedevamo (il nostro primo incontro è stato a settembre) ma ci siamo subito sentiti vicini, uniti da un insaziabile curiosità.
Il campetto, che si è svolto sfruttando il giorno di festa dell’8 dicembre, è trascorso alternando pochi momenti seri, qualche gioco, tantissimi canti e le presentazioni. Ci era stato chiesto, infatti, di preparare qualcosa che parlasse di noi e ognuno si è sbizzarrito con ciò che sa fare meglio: chi ha portato una canzone, chi una poesia, un disegno, un cartellone, un dolce, una ricetta, un gioco, delle foto.
Alcuni ospiti ci hanno parlato del nostro ruolo di ambasciatori, della comunicazione al Jamboree, della propria esperienza nella grande “marmellata di ragazzi”; siamo stati chiamati a disegnare come vediamo un nostro compagno di viaggio scelto a caso e a scoprire quali sono le qualità necessarie ad un ambasciatore. Tra queste vi è la conoscenza della nostra cultura, delle nostre radici: da qui le attività su Anna Magnani e l’ascolto dei racconti dell’ultimo carbonaio italiano che vive nella zona di Acquapendente.
La cosa che, forse, mi è piaciuta di più è stato il calore dei momenti liberi dove su sette suonatori una chitarra saltava sempre fuori e si cantava tutti insieme, qualunque cosa. E sì, c’è decisamente qualcosa che funziona in un reparto, quando ci si ritrova stretti attorno ad una chitarra, fuori dalle stanze, fino ad una ad un orario improbabile della notte, dopo il gioco notturno e due estenuanti giorni di campetto, a cantare a squarciagola tutto il repertorio musicale a nostra disposizione.
Personalmente, non vedo l’ora di rincontrare tutti i ragazzi e i folli capi del reparto che porta il nome della grande attrice romana Anna Magnani, per fare un altro piccolo passo nel nostro percorso che ci porterà a diecimila chilometri da qui, ambasciatori della nostra terra agli occhi degli scout di tutto il mondo.
Elena Naldoni (Roma 66) – Reparto Jamboree “Anna Magnani”