Seconda tappa verso il Giappone del Reparto Alda Merini

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OPERA, 1-3 MAGGIO –  La seconda puntata del percorso in preparazione al Jamboree del reparto lombardo Alda Merini ha avuto ufficialmente inizio venerdì 1° maggio alle 11, sotto un cielo nuvoloso ma che non minacciava pioggia. I trentasei ragazzi con i tre capi e l’AE hanno incominciato la giornata con la cerimonia dell’alzabandiera il loro ultimo incontro prima della meravigliosa destinazione che sarà raggiunta a fine luglio.
Quindi i capi hanno chiesto ai ragazzi di prendere il pezzo di puzzle che avevano ricevuto nelle settimane precedenti il campetto per posta e di portarlo in cerchio; lo scopo era formare le squadriglie. Infatti ogni membro aveva un pezzo di un’immagine che insieme a quello degli altri componenti della squadriglia avrebbe formato un quadro giapponese. Divise quindi le squadriglie con questa simpatica idea, sono stati scelti i nomi: Albatros e Panda per quelle maschili, Tigri e Pantere per quelle femminili. In seguito sono stati progettati i guidoni con relative bandierine e creati gli urli di squadriglia. Il pomeriggio è poi trascorso velocemente tra castellone, roverino e un momento di preghiera guidato da padre Stefano.
Cena particolare grazie a un incontro con un cuoco giapponese e con la consorte italiana, che ci hanno raccontato gli aspetti più vari della vita in Giappone e hanno risposto alle nostre curiosità più nascoste sulla cultura giapponese. La cena è stata un sorprendente pasto alla giapponese, con zuppe, alghe, riso, pesce, sushi. Il primo giorno del campetto si è concluso con un bivacco ricco di canti e giochi estremamente divertenti.
Il secondo giorno è iniziato con la colazione e preghiera, al seguito della quale si sono svolte prove da affrontare di squadriglia, quali la costruzione di un ponte autoreggente, il disegnare bendati ecc. intervallati da approfondimenti su aspetti della cultura e della storia del Paese nel quale ci recheremo. Abbiamo anche dedicato spazio alla progettazione del portale e della bacheca per lo spazio che al Jamboree ci verrà assegnato. Il pranzo è stato realizzato dalle squadriglie su appositi bracieri presenti nella base, sotto un sole splendente che ha certamente compensato il grigiore del primo maggio. Una volta concluso, si è parlato della Home Hospitality, sono state date alcune indicazioni e si sono preparati i doni per le famiglie che ci ospiteranno (sono stati realizzati dei disegni, a coppie o singolarmente, su alcune piccole piastrelle calamitate) e, dopo la cena, vi è stata la sfilata dei costumi tipici giapponesi che era stato chiesto di portare; costumi magnifici!
Il terzo giorno c’è stato un incontro tra i capi e i genitori per conoscersi, chiarire gli ultimi dubbi e scambiarsi informazioni. Poi si è celebrata la messa con i responsabili regionali della Branca E/G regionale, che con un breve discorso ci hanno incoraggiato ad affrontare senza remore l’avventura straordinaria che ci attende. A seguito del pranzo in condivisione, quindi l’ammaina bandiera e i saluti. L’appuntamento sarà, questa volta, direttamente in aeroporto la mattina del 24 luglio, lanciati verso la mirabolante esperienza che vivremo in Giappone.
Francesco
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Il viaggio continua per il reparto Alda Merini


1,2…3! Pronti via? No.
1,2,3 maggio 2015 Il reparto Alda Merini ha vissuto al massimo la sua uscita a Opera (Milano), un nuovo passo verso il Giappone.
Tutto è iniziato con un giro di nomi per rinfrescare la nostra memoria di esploratori e guide, stupendoci per memorie prodigiose. Poi, grazie a un gioco e a un pezzo di puzzle arrivato a casa di ogni membro del reparto, via posta ordinaria, abbiamo costituito le squadriglie.
Quattro squadriglie con urli da urlo!
Tigri e Procioni, le squadriglie femminili; Panda e Albatros per le squadriglie maschili.
Formate le squadriglie e provati gli urli, si è subito pensato ai guidoni, realizzati con rara maestria dai nostri maestri sarti… ed era già ora di cena.
Cena con sorpresa, naturalmente. È comparso un cuoco giapponese che, dopo averci fornito tutta una serie di informazioni sul Giappone e sulle sue usanze, ci ha preparato una cena tipica giapponese che ci ha incuriosito molto e che abbiamo gustato con molto appetito.
Stanchi del primo giorno, ma soddisfatti della conclusione della giornata grazie a un divertente bivacco, ci siamo coricati in tenda: prima notte di squadriglia!
Riflessione serale: già dal primo istante, questa uscita si è prospettata ricca di entusiasmo: un sentimento che ci accompagnerà per tutta la nostra avventura giapponese!!!
Al risveglio, sulle note di “Tanti auguri a te….” per il compleanno di Chiara, abbiamo iniziato la giornata con un momento di spiritualità e preghiera, grazie agli stimoli di padre Stefano.
Abbiamo poi trascorso la mattina con vari giochi, attività e racconti sempre sul tema Giappone. Il pranzo è stato cucinato di squadriglia, grazie agli spazi all’aperto della sede di Opera.
Visto il meraviglioso sole che ha aperto il pomeriggio, ci siamo concessi un’entusiasmante partita al gioco scout più conosciuto: roverino! Gioco chi ci ha permesso di unirci e conoscerci ancor di più. Prima di sera, attività di preparazione all’Home Hospitality che vivremo in Giappone. Attività durante la quale abbiamo preparato i doni che porteremo alle famiglie giapponesi.
Dopo cena, entusiasmo alle stelle per la sfilata con costumi tipici giapponesi, come il kimono. La serata è stata piena di entusiasmo e voglia di fare: canti, bans e giochi.
Il giorno dopo, incontro con i genitori a cui capi hanno presentato i dettagli del Jamboree. Abbiamo celebrato insieme la Messa al Santuario della Madonna dell’Aiuto durante la quale abbiamo avuto l’onore di conoscere gli incaricati regionali della branca E/G, che con un avvincente discorso, ci hanno spronato dandoci ancor più grinta di quanto non ne avessimo prima.
L’uscita è stata un’emozione fortissima, eppure a ben pensarci è stata solo un millesimo di quanto proveremo – penso – nel nostro magnifico viaggio in Giappone!!!
Il Jamboree ci attende … e noi arriviamo!
Maria Josè Falconi

Destinazione Jamboree: aspettative e timori

 
Tutto ha avuto inizio con una splendida giornata di sole. Trentasei scout e quattro capi, quaranta persone con una meta comune: il Jamboree. Ragazzi che non si erano mai visti prima, accomunati solo dall’appartenenza allo scoutismo, si ritroveranno tra nemmeno trecento giorni in Giappone. E quindi occorre prepararsi.
Arrivati nella base scout di Cassano, su indicazione dei capi, vengono formate delle squadriglie provvisorie,e , in seguito, tramite giochi ed attività interessanti e divertenti (tra le quali il gioco della fiducia, la disposizione secondo il numero di scarpe e molto altro), si cerca di conoscersi l’un l’altro il meglio possibile.
Dopo la conoscenza reciproca, creato un buon clima, si cena condividendo il cibo che si è  portato da casa. Un modo simpatico per gustare piatti diversi e per sperimentare lo spirito della condivisione e la bellezza dello scambio. Durante il bivacco, tra giochi e scenette, si parla naturalmente di Giappone e Jamboree, e si discute molto sulle aspettative e sui timori. Ne risulta che quasi nessuno ha un’aspettativa particolare, ognuno desidera vivere le esperienze al meglio. Tutti però si aspettano una miriade di amicizie, grazie all’incontro con scout di tutto il mondo e, soprattutto, un fittissimo scambio di opinioni, pareri, idee, tradizioni su qualsiasi cosa, dal cibo ai giochi, dalla scuola alle idee per il futuro, dallo stile di vita alle tradizioni,  dalla pace alla religione e oltre, verso i confini della conoscenza umana!
Tra i timori è emersa soprattutto la preoccupazione di non riuscire a vivere tutto, la paura di non riuscire a sfruttare fino in fondo la straordinaria occasione offertaci.
Il timore di trovarsi spaesati e le difficoltà riguardo alle diverse lingue passano in secondo piano. Dopo le esperienze col reparto, durante le quali ci si innamora dello scoutismo, il desiderio di sognare e quindi candidarsi alla partecipazione al Jamboree, la gioia per la scelta e gli incontri con il reparto di formazione, come si potrebbe avere timore di fronte a questa sfida affascinante?
E, parlando, aumenta la voglia, il desiderio di essere presto in Giappone. Riflettendo su queste cose si va a dormire.
La mattina successiva, dopo colazione, celebriamo la messa e ci si lancia in un gioco che ci permette di scoprire chi era Alda Merini, la poetessa a cui è intitolato il nostro reparto di formazione. Ricomponendo alcune frasi scritte su biglietti si ricostruiscono le sue poesie e si scopre che era una poetessa milanese, con una vita travagliata, che ha lasciato un grande patrimonio di poesie e riflessioni.
Si pranza, e poi si cuce una piccola sacca di iuta che andrà riempita per il prossimo incontro.
Ci si incammina verso la stazione e si ritorna a casa, carichi e desiderosi di rincontrarsi presto, anzi prestissimo, coltivando magari il sogno di essere in Giappone già il giorno dopo.
Francesco Caprotti