Sapete che mi viene quasi da piangere, pensando al mio reparto del Jamboree e al fatto che tra pochi mesi saremo in Giappone? E no
n saprei neanche spiegare il perché… Sarà perché ci sembra di aver già vissuto il Jamboree visto che veniamo da quattro regioni diverse.
L’ultimo campetto del Reparto Grazia Deledda si è svolto a Roma l’1 e il 2 Aprile, con attività che ci hanno veramente trasportato in Giappone.
Dopo l’arrivo, ci siamo riuniti per comporre i regali che porteremo alle famiglie giapponesi che ci ospiteranno durante la Home Hospitality prima del Jam.
Il pranzo è stato buonissimo ma ci ha stupito per l’orario stranamente anticipato: alle 13 dovevamo essere già pronti ad andare verso “un pezzo di Giappone”.
Prendendo il tram, abbiamo raggiunto Via Gramsci, dove abbiamo scoperto un posto fantastico: l’Istituto Giapponese di Cultura. Lì abbiamo visitato il giardino (quasi) tradizionale giapponese che ci stupito nella sua bellezza. Questi giardini sono creati in modo molto particolare: hanno infatti un aspetto casuale, anche se ogni elemento (alberi, fiori, sassi e altro) è piazzato in ogni angolo con grande cura.
Abbiamo poi visto dei magnifici aquiloni giapponesi, ognuno con un significato diverso.
Anche se questo momento è stato un po’ lungo, abbiamo tutti apprezzato l’arte e i significati che possono essere tratti da un semplice – e apparentemente insignificante – aquilone. Subito dopo abbiamo imparato a fare un origami che sanno fare tutti i bambini giapponesi l’elmo del guerriero.
Una volta lasciato l’Istituto, abbiamo preso la metro e siamo arrivati al Colosseo pronti per una nuova attività. Incontrati tre studenti di giapponese, i capi hanno affidato a ogni squadriglia il compito di trovare dei turisti giapponesi ai quali fare delle domande riguardanti la cultura giapponese.
Gli scout romani non erano minimamente preoccupati: i turisti giapponesi sono molto comuni a Roma… Ma questa attività ci ha smentito. I turisti sono prevalentemente coreani, il che ha reso il gioco quasi impossibile. Tuttavia, con il nostro spirito scout (e l’aiuto degli interpreti), siamo riusciti a scoprire la parte meno turistica e più “personale” del Giappone.
Dopo questa stancante attività e una lunga giornata, siamo ritornati a Via dei Ramni 40, la nostra casa per quei due giorni.
La cena, cucinata dai Rover in servizio, era a tema giapponese. Come primo, (veri) noodles, utilissimi per scaldarci; poi, una tipica frittata dolce (più o meno); infine, riso con pollo al curry, seguito dal dorayaki. Due pancake con un ripieno di marmellata di fagioli – anche se ai nostri palati semplici sembrava pane e nutella – un ottimo piatto per completare una perfetta cena giapponese!
Al seguito di una squisita cena e dell’organizzazione di un’attività per presentare le nostre scoperte è arrivato il momento che tutti aspettavamo: il fuoco! Anche se non c’era un vero e proprio fuoco, ci siamo messi in cerchio e abbiamo cantato e fatto attività – come se sette mesi dal nostro primo campetto non fossero passati.
È stato il giorno dopo, tuttavia, a traportarci quasi completamente nel Giappone: per prima cosa, i capi ci hanno chiesto di progettare il nostro angolo di Reparto al Jam. Le migliori disposizioni e costruzioni, ci hanno promesso i capi, saranno quelle utilizzate. E quindi ci siamo tutti cimentati nell’ideare, per squadriglia, quello che sarà il nostro angolo.
L’ultima attività del giorno è stato decidere cosa fare per rappresentare la propria regione al Culture Day durante il Jamboree. Dopo esserci divisi per regioni abbiamo dato forma al nostro progetto, che andrà completato prima di partire per il Giappone. Un’altra scusa per vederci – che bellezza!
Un pranzetto leggero ha seguito le nostre attività e dopo le fondamentali foto di squadriglia e reparto, molti sono partiti. I restanti hanno giocato a calcio e basket, oppure si sono riposati all’ombra, magari cantando…
Ci siamo visti tutti insieme per l’ultima volta – la prossima volta saremo in aeroporto pronti a viaggiare per il Giappone.
Dò un solo consiglio ai miei repartari e tutti quelli che partiranno per il Jamboree:
ESTOTE PARATI!
JAMBOREE 2015: PIÙ VICINO DI UN PASSO
Se qualcuno mi chiedesse quando inizia il Jamboree, gli risponderei è iniziato con il campetto dal 31 ottobre al 2 novembre.
Perché, come hanno detto anche i capi del nostro reparto di formazione, il Jamboree non è solo i giorni che passeremo in Giappone, ma anche il percorso che compiamo per arrivare lì uniti, a partire dai tre giorni di campetto a Ostia Antica in cui il reparto “Grazia Deledda” si è incontrato per la prima volta.
La cosa migliore di questo reparto di formazione? È un reparto interregionale. Infatti gli esploratori, le guide e i capi che lo formano vengono da quattro regioni: Lazio, Sardegna, Umbria e Molise. Questo ci ha dato subito un assaggio di cosa sarà il Jamboree, la “marmellata di popoli” (Jam in inglese vuol dire proprio marmellata): incontrare scout con usanze diverse dalle nostre eppure fratelli di tutti quanti.
Un piccolissimo esempio è che ciascuno di noi porta usanze diverse, anche all’interno della stessa città o regione. Al campetto ogni membro del reparto ha portato un piatto tipico del proprio paese per imparare a conoscere anche le regioni, non solo le persone che le abitano! Poi, ovviamente, c’è stata la cena composta da questi cibi, che è stata degustata molto allegramente. Dico solo che non è avanzato nulla.
La mattina del 1° novembre, abbiamo avuto il piacere di una visita guidata all’area archeologica di Ostia Antica, vicino al luogo del nostro campetto. Le rovine erano conosciute solo da alcuni ragazzi del Lazio (la maggioranza, venendo da altre regioni, non le aveva mai viste). Per tutti è stata educativa senza essere pesante, grazie alla caccia al tesoro di squadriglia che ci ha dato modo di abituarci agli spostamenti insieme.
Un cambusiere che ci ha assistito era stato al Jamboree 2010 ci ha mostrato delle foto del suo Jamboree ma anche il fazzolettone e le piantine. Insomma, ci ha dato un’idea più concreta di quello che ci aspetta.
E poi ci siamo conosciuti meglio attraverso il montare e smontare le tende; scappavano domande da ogni parte, per non parlare della coordinazione necessaria per entrambe le attività. E collaborando siamo diventati squadriglia: Linci, Puma, Orsi e Leoni.
Cosa posso dire di questa prima esperienza se non che è stata perfetta? Un reparto di ragazzi motivati, pronti a partire per affrontare un’esperienza unica e uniti dalla passione per lo scautismo. Siamo veramente parati!
Livia Alegi